Per ascoltare l’audio di oggi, 28 giugno 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 173 (1424)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Israele torna a bombardare anche Gaza città e i campi profughi limitrofi, dove sono ammassati decine di migliaia di sfollati. Nuseirat, Burge, Shejaie e Deir Balah sono stati oggetti ieri di intensi bombardamenti. Nel quartiere Shejaie, l’esercito invasore ha avanzato con i carri armati per la rioccupazione del territorio.

Nella giornata di ieri, tre sono state le stragi in zone residenziali e campi di sfollati, con 47 uccisi e 52 feriti.

 Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

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Situazione umanitaria

Ennesimo sfollamento dal centro della Striscia in seguito agli intensi bombardamenti di ieri sui quartieri di Shejaie e Nuseirat. La gente vaga senza meta e non trova riparo, perché i pochi ruderi ancora in piedi sono tutti occupati da altri sfollati. Nei quartieri e campi profughi bombardati, non sono potuti intervenire i volontari della protezione civile a causa dell’intensità delle operazioni.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

A Jenin, la resistenza palestinese ha ucciso il capo dei cecchini israeliani che avevano garantito l’avanzata delle truppe per il quotidiano rastrellamento. Un’operazione complessa che – secondo la versione dell’esercito occupante – aveva previsto il posizionamento di due mine sulla via dei mezzi cingolati di trasporto truppe. Dopo l’arrivo dei rinforzi, è stata fatta esplodere la seconda mina. L’esercito sta indagando per capire le modalità di innesco. Nell’azione sono rimasti feriti altri 8 soldati.

Rastrellamenti ed arresti di militanti e attivisti sono continuati in tutta la Cisgiordania, con maggiore intensità ed El-Khalil, Betlemme, Qalqilia e Jenin. Demolizioni di case e devastazioni delle infrastrutture urbane sono la pratica consueta delle truppe israeliane che mirano a svuotare il territorio dalla sua popolazione, per impossessarsene.

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CPI

Secondo l’avv. Akram El-Zeribi, portavoce dell’equipe legale che aveva depositato il ricorso contro i politici ed i militari di Israel, “la CPI potrebbe emettere gli ordini di cattura contro Netanyahu, Gallant e Halevi entro il mese di giugno”, cioè entro due giorni. “Sono state raccolte in abbondanza documentazioni e testimonianze sui crimini di guerra compiuti da Israele a Gaza e Cisgiordania e il responso sarà inequivocabile”. Tra i crimini documentati vi erano: affamare la popolazione civile; provocare sofferenze indicibili; l’assassinio deliberato con i bombardamenti sui civili; genocidio; repressione ed altri crimini contro l’umanità. La deliberata azione è documentata dalle stesse dichiarazioni dei generali e politici israeliani incriminati.

Secondo l’analisi dell’avvocato tunisino, le pressioni dei paesi sostenitori di Israele in Europa e USA non potranno cambiare ciò che aveva anticipato il procuratore generale Khan. Anzi, le notizie di minacce e annunciate sanzioni, rafforzeranno la convinzione tra i giudici della vasta dimensione dei crimini.

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Prigionieri/giornalisti palestinesi nel mirino

L’esercito israeliano ha arrestato a Gaza e Cisgiordania 47 giornalisti, 34 dei quali sono tutt’ora in detenzione. Uno dei casi significativi di arbitrarietà dell’uso della carcerazione amministrativa preventiva (senza accuse e senza processo, per 6 mesi rinnovabili all’infinito) è quello di Dhia Kahlout, 38 anni. È stato rapito in una via di Gaza città il 7 dicembre, lasciato nudo, mani e piedi legati e occhi bendati, sottoposto a torture fisiche e psicologiche. Quando è stato rilasciato dopo un mese, il 9 gennaio 2024, aveva perso 20 kg di peso. Kahlout racconta che “i detenuti nel campo di concentramento di Sde Teiman stanno inginocchiati per 16 ore al giorno, con le mani e i piedi legati e gli occhi bendati. Gli interrogatori sono durissimi, con pugni su denti e bastonate sulla testa. Ho dichiarato che sono giornalista, hanno stracciato la mia tessera. L’ufficiale torturatore che mi ha interrogato mi ha detto: ‘Per 10 anni non vedrai il sole’. Ho saputo alla mia liberazione che la mia salvezza è legata alla foto che i soldati hanno pubblicato degli arrestati seduti nudi per strada. I miei mi hanno riconosciuto e la campagna di solidarietà internazionale ha inchiodato l’esercito israeliano ai suoi crimini”. Kahlout racconta anche i metodi di tortura: “Il più doloroso è quello denominato Shabah. Il malcapitato viene legato dai piedi e appeso con la testa in giù, per ore e ore. Lascia danni irreversibili al cervello ed agli arti”.

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Israele

Sara Netanyahu, la moglie del premier israeliano, in un incontro con i familiari degli ostaggi, ha parlato di un tentativo degli alti gradi dell’esercito di compiere un colpo di Stato contro suo marito. La diffusione di questa affermazione sui social ha suscitato reazioni dii condanna a questa che viene considerata una mistificazione per mettere in cattiva luce i militari e dare lustro al premier. L’ufficio di segretaria di Netanyahu si è guardato bene dallo smentire la voce.

Il 1° luglio si terrà a Tel Aviv la prima grande manifestazione per la Pace, per dire no alla guerra, per la fine del conflitto e per un nuovo accordo negoziale.

“Una risoluzione politica del conflitto che garantisca i diritti di entrambi i popoli all’autodeterminazione, alla sicurezza, alla dignità e alla libertà si legge nell’appello sottoscritto da oltre 50 associazioni israeliane ed associazioni miste, composte da ebrei, arabi, israeliani, palestinesi, uniti da un obiettivo comune: pace, sicurezza e rispetto reciproco.

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Libano

Due civili libanesi sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani su Sahmar, nella regione centrale del Beqaa, e su Hadata, nel Libano meridionale. Gli scambi di artiglieri e missili è durato tutto il giorno e l’escalation è sempre più estesa, in intensità di fuoco e territorialmente. Si teme l’estensione del conflitto e diversi paesi hanno dato indicazioni ai propri cittadini di abbandonare il Libano o di non recarsi. Trai quali USA, Russia e Canada. Quest’ultimo sta pianificando l’evacuazione di 26 mila canadesi che vivono in Libano.

I bombardamenti israeliani sul sud Libano hanno colpito principalmente città e villaggi con l’obiettivo di svuotare il territorio della sua popolazione per una possibile colonizzazione ebraica. Sono 6 mila le case rase al suolo dallo scorso ottobre. Un terzo dei terreni agricoli sono stati distrutti con bombardamenti incendiari. L’esercito di Tel Aviv ha pianificato l’invasione del Libano, preceduto da bombardamenti intensi, “per ridurre Beirut come Gaza”, ha detto Gallant, ministro della guerra israeliano. Il generale Gantz ha detto che “Israele può riportare il Libano all’età della pietra, ma il costo sarà doloroso (in termini di perdite tra le forze israeliane. NdR)”.

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Yemen

Colpita nave commerciale che era diretta a Eilat. Secondo l’ente britannico per la sicurezza della navigazione non ci sono state vittime e i danni sono leggeri e non hanno impedito all’equipaggio di proseguire il viaggio.  Le navi militari USA hanno bombardato con missili balistici il territorio yemenita, sostenendo di aver preso di mira le postazioni radar degli houthi. Una guerra nella guerra che però non ha raggiunto i suoi obiettivi.

Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato ieri una risoluzione che chiede ai ribelli Houthi di fermare le loro azioni contro le navi nel mar Rosso e nel golfo di Aden. La risoluzione è stata votata da 12 membri, con l’astensione dii Algeria, Russia e Cina.

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Sudan

Ieri, le forze di Pronto Intervento, che assediano la città di El-Fasher, hanno bombardato con l’artiglieria un campo di sfollati causando l’uccisione di 4 persone e decine di feriti.

La situazione in Sudan è drammatica dopo 15 mesi dall’inizio della guerra civile tra i due capi militari ex alleati, Hamidati e Burhan. “Metà della popolazione soffre di sottoalimentazione acuta”. È la conclusione alla quale sono arrivate tre agenzie dell’ONU: UNICEF, PAM e FAO.

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Egitto

Condannato a tre anni di carcere per aver indossato in piazza una maglietta con sopra scritto “Un paese senza tortura”. Mahmoud Hossein si era limitato a scendere in piazza da solo, vestito con quella maglietta. La sua condanna dal tribunale militare per la sicurezza non ammette appelli. I fatti risalgono al 2014 e Hossein è stato incarcerato 34 mesi in due periodi per la stessa motivazione, ma poi rilasciato in attesa di giudizio. Dopo la sentenza è stato condotto in carcere, per scontare gli ultimi due mesi di detenzione. Amnesty International ha stigmatizzato il comportamento delle autorità del Cairo, “che mira a soffocare l’opposizione e terrorizzare gli attivisti per i diritti umani”.

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Siria-Iraq

Human Rights Watch ha documentato che le autorità irachene, sia del governo federale di Baghdad sia quelle curde dell’amministrazione autonoma di Erbil, hanno rimandato coercitivamente in Siria centinaia di profughi siriani che avevano trovato in Iraq un rifugio. Secondo il rapporto, tra i rimpatriati vi erano persone che avevano permessi di lavoro in Iraq e altre che erano sotto protezione dell’ACNUR, l’organismo ONU

Che si occupa di rifugiati.

In Iraq vivono 280 mila profughi siriani, la maggior parte dei quali nel Kurdistan. Il rimpatrio coercitivo di profughi fuggiti dalla guerra e dalla repressione del regime li mette in una condizione di sottomissione alle volontà dei servizi di sicurezza di Damasco. Molti rimpatriati sono stati incarcerati, torturati o semplicemente derubati di tutti i loro risparmi.

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Iran

Due candidati si sono ritirati dalle elezioni presidenziali iraniane che sono iniziate stamattina. Rimangono in gara 4 candidati, un riformista e tre conservatori. Secondo le previsioni, nessuno dei candidati vincerà dal primo turno (ci vogliono il 50% + 1 dei votanti). Si andrebbe in quel caso al ballottaggio tra i primi due classificati. Sono 62 milioni gli aventi diritto al voto, ma si prevede almeno un’astensione del 50%, a causa della repressione del regime contro i movimenti giovanili. Secondo un sondaggio accreditato dal parlamento, soltanto il 19% dei giovani andrà ai seggi, uno ogni cinque.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, quattro mesi e quattro giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

[Giornalismo] La figuraccia dei giornaloni scorta mediatica del genocidio a Gaza. di Farid Adly Qui

Approfondimenti

[Echi della stampa araba]: a cura diMargaret Petrarca (Per saperne di più)

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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