Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
13 maggio 2021
Rassegna n. 316
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Oggi, per i musulmani è la festa di Ied Al-Fitr. Auguri di tanta felicità e Pace per il mondo intero!
Il 31 maggio sarà assegnato il quadro dell’artista e poeta Giovanni Torres La Torre. (per avere ulteriori info sull’artista, clicca qui)
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I titoli
Palestina Occupata: Nessuno ferma la mano assassina. Tre palazzi distrutti dalle bombe di Tel Aviv. Da Gaza 1500 razzi.
Afghanistan: I Talebani sono sempre più vicini a Kabul. Hanno conquistato una cittadina a ovest della capitale.
Libia: Scambio di prigionieri di guerra in segno di pacificazione dopo la crisi del ritiro dei mercenari.
Tunisia: Sgominata una cellula di terroristi a El Kef, nell’ovest del paese ai confini con l’Algeria.
Le notizie
Palestina Occupata
Nessuno ferma la mano assassina. Tre torri, costruzioni alte decine di piani, sono state distrutte dalle bombe israeliane. In una, la Torre Shorouk, avevano sedi agenzie stampa e uffici giornalistici internazionali, come la BBC e Al-Jazeera. La conta ufficiale dei morti è molto al di sotto del numero reale, perché a 24 ore dall’abbattimento degli edifici si sta scavando ancora sotto le macerie. Il comunicato del ministero della sanità di Gaza parla di 69 morti, tra i quali 17 bambini, e 338 feriti; mentre il portavoce dell’esercito israeliano riferisce di 500 raids sulla striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Da Gaza sono stati lanciati 1500 razzi, alcuni dei quali hanno raggiunto il nord di Israele, innescando le sirene di emergenza. Il numero delle vittime israeliane sono 7, compreso un bambino e un militare.
Il Consiglio di Sicurezza nella riunione di mercoledì ha fallito, per la seconda volta, nell’emettere un comunicato sul conflitto per il rifiuto di Washington. La Cina ha chiesto una riunione urgente aperta, per domani venerdì.
La situazione è diventata incandescente anche negli altri territori palestinesi. L’esercito israeliano ha ucciso tre giovani in diverse manifestazioni di protesta con il lancio di pietre.
Coloni oltranzisti hanno attaccato nella città di Lod cittadini israeliani di origine palestinese. Il presidente israeliano Rivlin ha parlato di rischio di guerra civile.
Afghanistan
I Talebani hanno conquistato una base militare dell’esercito afgano a Nerkh, a ovest di Kabul. L’azione è avvenuta alla vigilia della tregua di tre giorni dichiarata dai Talebani a partire da oggi, in occasione delle festività islamiche. Il portavoce dei jihadisti, Dhabehullah Moujahid ha sostenuto che i miliziani hanno preso possesso anche del commissariato e della sede delle forze di sicurezza. Questa è la seconda località che cade nelle mani dei jihadisti in una settimana. Il governatore della regione ha dichiarato che le forze governative hanno compiuto una ritirata strategica e che si stanno riorganizzando per riprendere le postazioni cedute. Da quando è iniziato il ritiro delle truppe occidentali (USA e Nato), i talebani hanno aumentato la pressione militare e terroristica contro le truppe governative e contro i civili.
Libia
Scambio di prigionieri di guerra tra le formazioni di “Vulcano di Rabbia” e l’esercito LNA di Haftar. Sono stati rilasciati 74 soldati dal carcere di Mietiga, mentre 35 miliziani di Tripoli e Misurata sono stati consegnati nella località di Shweirif. Lo scambio è avvenuto in applicazione dell’accordo di tregua dell’ottobre 2020. La commissione militare mista “5+5”, con sede a Sirte, sta svolgendo un ruolo molto delicato nel creare un clima di fiducia reciproca per disinnescare la crisi scaturita dal mancato ritiro dei mercenari arruolati dalle due parti.
Tunisia
Le forze di sicurezza tunisine hanno catturato una cellula di jihadisti nella provincia di El Kef, nell’ovest del paese, al confine con l’Algeria. Gli agenti hanno fatto irruzione in un appartamento dove si stava tenendo una riunione operativa per la preparazione di una serie di attentati durante le festività di Ied Al-Fitr. Sono stati arrestati 14 persone e sequestrata molta documentazione, cellulari e computer. Le indagini – secondo una radio locale – promettono di smantellare le cellule collegate in altre province. È la terza operazione preventiva che va a buon segno contro le organizzazioni terroristiche jihadiste.