Saadi Yousef è uno dei massimi esponenti della poesia irachena ed araba contemporanea. Nato a Bassora nel 1934, in esilio dal 1979, ha vissuto l’ultimo periodo della sua vita a Londra. In precedenza è stato in Algeria, Libano, Francia, Grecia e Cipro. Ha pubblicato 34 raccolte di poesie e 7 libri di critica, un romanzo ed un’opera teatrale. Ha tradotto in arabo molti testi della letteratura inglese e ha pubblicato numerose raccolte poetiche di autori mondiali, da Lorca a Soyinka. A Beirut è stato testimone della tragica invasione israeliana, cui ha dedicato due liriche: “Arriva Maryam” e “Cori giornalieri nel 1982”.
Un’opera particolarmente significativa del suo percorso esistenziale è L’eremita, composta da una serie di dieci poemi brevi dedicati ai poeti arabi. Si è sempre distinto per l’impegno politico espresso sia nei versi che nella critica militante. Molti componimenti di Yousef trattano il tema della persecuzione politica, dell’esilio e delle atroci sofferenze della guerra.
In Italia, ha partecipato nel 2004 a “Il cammino delle comete” (Pistoia) e a Salernopoesia.
In italiano è uscito per i tipi di De Angelis Editore la raccolta tradotta dall’amico Fawzi El Delmi dal titolo: “I giardini dell’oblio”. Ne riportiamo questa poesia,
Sonata a solo per liuto
1.
L’orologio batté il decimo rintocco
batté le dieci l’orologio
scoccarono le dieci.
Oltre il campanile della chiesa una stella brillò e scomparve
un usignolo si dileguò tra i pini
nel verde miraggio della notte.
Entra nella mia casa ragazza
la casa è il mio santuario.
La chiesa è chiusa
i lumi spenti
i tovaglioli umidi di bevande.
2.
Nel sentiero del giardino
tacciono l’acqua, le foglie secche
e le ombre profonde.
Nel sentiero del giardino
non hanno cantato i passeri
il torrente sussurrante
non ha cantato per il giardino…
O Dio delle sillabe sommerse
dov’è, dov’è l’assonnata vibrazione dell’eco.
La sua mano nella mia
il giardino nel mio petto.
Due poesie tradotte dalla prof. Francesca Maria Corrao
America, America
…
Gli alberi muoiono
Colpiti
Storditi
Non si alzano.
Gli alberi muoiono.
Dio salvi l’America
Mia casa, dolce casa.
Noi siamo ostaggi, America
E i tuoi soldati non sono i soldati di Dio…
Noi siamo i poveri, la nostra è terra di dei sommersi
Dei dei tori
Dei dei fuochi
Dei di dolore mischiano fango e sangue in canto…
Noi siamo poveri
Il nostro dio è dei poveri
Emerge dal costato della plebe
Famelico
Radioso
In alto leva i capi.
Lascia venire i tuoi soldati.
Chi a morte un uomo mette, lascia che lo resusciti.
Noi siamo sommersi, cara signora.
Noi siamo sommersi
Lascia venire l’acqua.
Saadi Youssef
(traduzione da Francesca Maria Corrao)
02.04.2017
Fucili
Fucili rombano al tramonto
Il mare è fumo che avvolge la città
Fucili rombano al tramonto
Gli uccelli hanno terrore
Sono arrivati gli aeroplani?
In un appartamento vuoto
Le piante tacciono
Un vaso trema.
Saadi Yousef
(traduzione della prof. Francesca Maria Corrao)
02.04.2017