Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
24 giugno 2021,
Rassegna n. 358
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Oggi, 24 giugno, alle ore 16:30 l’Associazione “Un Ponte per” organizza un evento in diretta online sulla Libia. I dettagli nella rubrica Approfondimenti.
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I titoli
Iran: Sventato un attacco contro una struttura dell’ente per l’energia atomica.
Afghanistan: Morti e feriti a Qandahar. I jihadisti controllano il valico di frontiera con il Tagikistan.
Libia: Conferenza di Berlino chiede la partenza dei militari e mercenari stranieri, ma senza misure sanzionatorie per gli inadempienti.
Mauritania: Condotto in carcere l’ex presidente Weld-Abdelaziz.
Etiopia: Bombardamento governativo su un mercato in Tigray.
Terrorismo: Un messaggio dell’Isis via social invita a colpire le grandi città egiziane.
Le notizie
Iran
La TV di Teheran ha annunciato che le autorità di sicurezza hanno fatto fallire un tentativo di “terrorismo nucleare” in una struttura dell’Ente per l’energia atomica. “Non ci sono stati né danni né vittime”, scrive l’agenzia ufficiale, senza però precisare in quale struttura è avvenuto l’atto di sabotaggio. Nell’ultimo anno ci sono stati diversi incidenti negli impianti nucleari iraniani che sono stati attribuiti ad azioni di agenti israeliani. Questi sviluppi sono avvenuti mentre Teheran e le potenze internazionali stanno trattando la ripresa degli accordi del 2015 per il nucleare iraniano che l’amministrazione Trump aveva rinnegato, portando Teheran a produrre uranio arricchito. Con la vittoria di Biden si sta tentando di raggiungere un’intesa che metta fine alle sanzioni statunitensi e impedire lo sviluppo per fini militari delle centrali nucleari iraniane.
Afghanistan
Una bomba ha colpito un pullman causando la morte di 5 persone e il ferimento di altre 18, è avvenuto a Kandahar nel sud dell’Afghanistan. In un altro attentato, uomini armati hanno attaccato un ospedale a Konar con bombe incendiarie, provocando la distruzione di una parte della struttura. L’offensiva dei Taliban è arrivata anche nel nord del paese. I miliziani hanno preso il controllo di un valico di frontiera con il Tagikistan. Di fronte all’avanzata dei miliziani jihadisti, 134 soldati e poliziotti sono fuggiti, chiedendo protezione oltre frontiera.
Libia
Si è svolta ieri a Berlino la Conferenza per la stabilizzazione della Libia. Il premier libico Dbeiba e la ministra degli esteri, Najlaa Mangoush, hanno chiesto chiaramente il ritiro di tutti i mercenari e di tutti i militari stranieri presenti nel paese. Parole che vengono ribadite anche nel comunicato finale ufficiale letto dal ministro degli esteri tedesco, Maas. I rappresentanti dei due paesi sotto accusa (Russia e Turchia) non si sono spostati di un millimetro dalle loro posizioni. Ankara si nasconde dietro l’accordo con il governo Sarraj e sostiene che la presenza dei suoi militari è regolare. Mosca nega la presenza in Libia di militari legati al governo russo. Non c’è per il momento nessun meccanismo di sanzioni e al Consiglio di Sicurezza non ci saranno le condizioni per far passare una risoluzione in tal senso.
La presenza dei mercenari e militari stranieri vanifica tutti gli sforzi finora svolti per la tregua raggiunta nell’ottobre 2020, che ha messo fine al conflitto e preparato il terreno per la nomina del governo di unità nazionale. Ma in mancanza del ritiro delle truppe straniere e dei mercenari sarà difficile svolgere le elezioni nel dicembre di quest’anno.
Mauritania
L’ex presidente Mohammed Weld-Abdelaziz è stato messo agli arresti, per ordine del giudice, per non aver ottemperato all’ordine di recarsi nel commissariato di polizia. Weld-Abdelaziz era agli arresti domiciliari per corruzione e malversazione di denaro pubblico, accuse che risalgono al periodo di quando era presidente (dal 2008 al 2019). Tra le prove d’accusa vi è il contratto della “donazione” di un’isola all’emiro del Qatar in cambio di una elargizione di 10 milioni di dollari, intascati dall’ex presidente e mai versati nelle casse dello Stato.
Etiopia
L’aviazione di Addis Abeba ha compiuto raids sulla provincia del Tigray, per bloccare l’avanzata dei ribelli del Fronte Popolare verso il capoluogo Makallè. Testimoni oculari hanno riferito che le forze governative hanno bombardato la città di Togoga, a 30 km a nord del capoluogo. È stato colpito un mercato popolare e ci sono state almeno 10 vittime. Nell’ospedale di Makallè sono arrivate decine di feriti che hanno raccontato le scene di terrore. Secondo i medici dell’ospedale, l’esercito ha impedito loro di raggiungere il luogo del bombardamento. Le informazioni sono state raccolte per telefono da agenzie internazionali, a causa del divieto delle autorità governative federali ai giornalisti stranieri di raggiungere il Tigray. La guerra scoppiata nell’ottobre-novembre dello scorso anno non si è conclusa e il Fronte Popolare ha ripreso l’iniziativa. Un conflitto che ha causato migliaia di morti e due milioni di sfollati.
Terrorismo
Una registrazione audio del portavoce dell’Isis è stata diffusa sui canali jihadisti di un noto social. Il messaggio contiene un commento omnicomprensivo a tutte le piazze del jhadismo. Si chiede la liberazioni dei jihadisti prigionieri nelle mani di altre fazioni islamiste in Siria e promette di liberarli; si congratula con la sezione africana del’ISIS “per i suoi successi ottenuti ed in particolare dell’assassinio” del capo di Boko Haram. Il messaggio continua con le congratulazioni all’Isis libica “per la ripresa delle attività, dopo un lungo periodo di riorganizzazione” (probabilmente un riferimento agli attentati di Sebha contro le truppe di Haftar). Invita Beit Al-Maqdis (Wilayat Sinai) di “agire colpendo le grandi città egiziane”. Infine non manca di criticare Hamas per il sostegno che ha ottenuto dall’Iran (“Pagherete cara la vostra sottomissione ai Rafidha” (quest’ultima una denominazione dispregiativa degli sciiti).
Approfondimento
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