Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
16 Luglio 2021
Rassegna anno II/n. 16
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I titoli
Libano: Il premier incaricato Hariri ha rassegnato le dimissioni.
Afghanistan: I Taliban propongono una tregua di tre mesi in cambio del rilascio di 7 mila prigionieri nelle mani governative.
Libia: L’ONU studia sanzioni contro mercenari e truppe straniere.
Tunisia: La sospensione di un giudice, per “anomalie” nei procedimenti contro il terrorismo, riapre il dibattito sull’organizzazione miltare segreta di Ennahda.
Iraq: Gli USA non intendono ritirarsi e parlano di ridispiegamento delle truppe.
Egitto: Un avvocato è stato convocato per una causa di 10 anni fa concernente i finanziamenti esteri alle associazioni.
Le notizie
Libano
Il primo ministro incaricato, Saad Hariri, il giorno dopo aver presentato la lista di 24 ministri tecnici da lui scelti. ha rassegnato le dimissioni. Lo scontro al vertice politico ha fatto naufragare l’ennesimo tentativo di salvaguardare l’economia del paese da una debacle senza precedenti. Da 11 mesi, il Libano è senza governo in carica e la svalutazione della lira ha provocato una preoccupante inflazione a tre cifre, oltre alla mancanza di carburanti, farina ed elettricità. Tra emergenza sanitaria e strage del porto la crisi finanziaria che ha travolto il paese ha reso indigente oltre metà della popolazione.
Afghanistan
Il movimento Taliban ha avanzato la proposta di una tregua per tre mesi a condizione del rilascio di 7 mila miliziani detenuti nelle carceri governative. La tregua potrebbe prendere avvio tra pochi giorni in occasione della festa musulmana del sacrificio (Ied Kebir). Non si conosce la risposta del governo, ma un portavoce ha sottolineato che per l’avvio delle trattative di Doha, i Taliban hanno preteso e ottenuto il rilascio di 5 mila miliziani, da quel momento sono aumentati gli attacchi contro le forze governative e le trattative sono finite su un binario morto. La situazione militare è critica per l’esercito governativo, dove si è registrata, su diversi fronti, la resa dei soldati senza combattimento.
Per quanto riguarda i collaboratori afghani con le truppe USA, Washington ha annunciato che nell’ultima settimana di luglio prenderà avvio l’operazione evacuazione via aerea di migliaia di ex traduttori e operatori, che hanno prestato servizio nelle basi statunitensi in Afghanistan. Non è stato definito il numero degli interessati o la località dove verranno trasferiti in attesa dell’ottenimento del visto.
Libia
L’inviato speciale ONU ha presentato il suo rapporto alla riunione mensile del Consiglio di sicurezza sulla Libia. Nel suo discorso ha espresso la preoccupazione per lo stallo politico, militare ed economico, che potrebbe mettere in dubbio lo svolgimento delle elezioni il prossimo 24 dicembre. Il primo ostacolo – secondo il premier Dbeiba – è la presenza dei mercenari. La presidenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, questo mese in mano alla Francia, ha espresso la necessità di una risoluzione che preveda sanzioni nei confronti dei paesi che mantengono militari o mercenari in Libia.
Tunisia
Il dibattito politico tunisino è stato infiammato per la sospensione del giudice Akrami, per sospette deviazioni nei procedimenti contro il terrorismo. Il Comitato per la difesa di Beleid e Ibrahimi, i due politici di sinistra assassinati da jihadisti islamisti, ha espresso soddisfazione in merito al deferimento di Akrami alla procura della repubblica per valutare se ci siano anche reati penali. In Parlamento l’opposizione ha puntato il dito contro il partito Ennahda, accusato di aver tentato di fare pressioni sul Consiglio Superiore della Magistratura per impedire la sospensione di Akrami. Alcuni parlamentari hanno chiesto al CSM di investigare sul procedimento che riguarda la struttura parallela segreta del partito islamista al governo, Ennahda. Il dossier era stato aperto diversi anni fa, ma sembra che sia stato insabbiato.
Iraq
Gli Stati Uniti non vogliono ritirarsi dall’Iraq, ma soltanto avviare un ridispiegamento delle truppe. Questo è il succo delle contorte comunicazioni del presidente iracheno Ibrahim Saleh e del premier Al-Kadhimi. Gli esponenti governativi iracheni sono sottoposti a forti pressioni dalle milizie filo iraniane, ingaggiate per la guerra contro Daiesh, che vogliono la partenza dei soldati statunitensi. Il parlamento, infatti, il 5 gennaio 2020, aveva approvato una mozione per il ritiro, sulla scia dell’assassinio del generale iraniano Soleimani, nell’aeroporto di Baghdad, da parte degli americani. Negli ultimi mesi si sono intensificati gli attacchi con razzi e droni contro le basi e le sedi diplomatiche USA. Lo scorso aprile la commissione strategica mista ha deciso di degradare il coinvolgimento delle truppe USA al ruolo di addestramento e non di combattimento, ma la misura non ha soddisfatto le richieste delle milizie, che intendono riprendere il modello afghano per inasprire le pressioni su Washington.
Egitto
L’avvocato Jamal Ied ha ricevuto la convocazione per essere ascoltato sulla vicenda dei finanziamenti esteri alle associazioni della società civile. Il procedimento risale al 2012 e a decine di attivisti è stato vietato di lasciare l’Egitto ed i loro conti bancari sono stati congelati. Dopo 9 anni, la procura ha iniziato ad interrogare le persone registrate nell’elenco degli accusati. Un risveglio provocato dalla richiesta avanzata da 18 avvocati per lo scongelamento dei loro conti bancari e l’annullamento del divieto di viaggiare all’estero. Richiesta peraltro respinta dalla stessa procura.