Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
05 settembre 2021
Rassegna anno II/n. 67
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Le vignette di Mimmo Lombezzi:
Nella rubrica Approfondimenti pubblichiamo un articolo di Fabio Alberti dal titolo: I vizi neocoloniali dell’Occidente, apparso sul sito Comune-Info.
Il documento dell’ISIS-Khorasan, apparso in forma di editoriale del settimanale on-line Anbaa (notizie), che avremmo dovuto pubblicare oggi sarà inserito nell’approfondimento di domani.
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I titoli
Afghanistan: Guerra nel Panshir e manifestazione di donne a Kabul per lavoro e istruzione.
Libia: Situazione tesa a Tripoli dopo gli scontri tra milizie.
Siria: I miliziani assediati accettano di lasciare la città di Daraa verso la Turchia.
Tunisia: Proteste contro una delegazione del Congresso USA. I sindacati rifiutano di incontrarla.
Marocco: Elezioni politiche e locali mercoledì 8 settembre.Tra le previsioni il calo del partito islamista alla guida del governo da due legislature.
Le notizie
Afghanistan
“Nel Panshir gli scontri sono duri, ma la resistenza è forte”. Lo afferma, in un video fatto arrivare ai giornalisti, l’ex vice presidente Amrullah Saleh, che si è rifugiato nella provincia ribelle, alleandosi con il comandante Massoud. I taliban hanno informato che le loro truppe avanzano nella valle e che sono disponibili ad un accordo per la resa dei miliziani. Nella capitale Kabul è arrivato il capo dei servizi segreti pachistani, Faez Hamid, per svolgere una mediazione.
L’annuncio del nuovo governo è stato ulteriormente rinviato, probabilmente a causa degli scontri nel Panshir. I portavoce del movimento continuano a sostenere che la formazione del governo è imminente e che sarà inclusivo, ma finora non si è visto concretamente nulla di nuovo.
La manifestazione delle donne per il lavoro e l’istruzione a Kabul è stata dispersa con la forza. La marcia di un centinaio di donne verso il palazzo presidenziale, occupato attualmente dall’ufficio politico dei taliban, è stata bloccata con i lacrimogeni e bombe al peperoncino.
Libia
La situazione a Tripoli è ancora tesa, malgrado la cessazione delle ostilità tra due milizie ingaggiate dal governo. Le istituzioni politiche hanno ordinato il ritorno di tutti i combattenti alle loro caserme, ma la “Brigata 444” ha comunicato che le sue unità continueranno a svolgere la loro normale attività di sicurezza nei quartieri di competenza, estendendo il proprio ruolo anche a città limitrofe. All’origine degli scontri un finanziamento sospetto e il mancato inserimento degli effettivi della Brigata nel quadro dei soldati e ufficiali del costituendo esercito libico.
Siria
Torna tesa la situazione a Daraa, nel sud della Siria. Si sono sentite nella notte sparatorie con armi leggere. È scaduto ieri sera l’ultimatum imposto dai governativi per l’uscita dei miliziani armati o la consegna delle armi. La mediazione russa nei giorni scorsi ha portato ad un primo accordo per la sicurezza nel centro della città assediata, che prevedeva l’entrata della polizia militare russa in città, invece delle truppe di Damasco, e la partenza degli armati. I miliziani hanno respinto la proposta accettata dalla delegazione di negoziatori rappresentanti della popolazione civile. I russi hanno proposto il trasferimento dei miliziani in territorio turco. Alla periferia della città sono fermi 40 pullman per il trasporto di armati e famiglie.
Tunisia
Si è svolta a Tunisi una manifestazione di protesta contro la visita della delegazione del Congresso USA per incontri con deputati e forze politiche tunisine. Nei cartelli innalzati dai manifestanti si legge: “No alle interferenze negli affari interni tunisini”. Anche l’Unione Sindacale dei Lavoratori, premio Nobel per la Pace, ha rifiutato l’incontro con la delegazione di Washington. La visita avviene nel momento critico per le istituzioni tunisine, in seguito alle dimissioni forzate del governo e al congelamento del Parlamento intrapresi dal presidente Saied il 25 luglio scorso.
Marocco
Mercoledì prossimo si terranno le elezioni politiche ed amministrative.
18 milioni di elettori si recheranno alle urne per eleggere parlamentari e consigli comunali. I 5 partiti della coalizione governativa hanno confermato la continuità della loro esperienza di governo, ma si prevede un calo dei voti del partito islamista “Giustizia e Sviluppo” del premier Othmani.
Approfondimenti
Sulla guerra afgana c’è un dibattito in senso assolutorio dell’intervento delle potenze occidentali, che tenta di nascondere il fallimento totale di una missione che viene presentata come una risposta giusta agli attentati dell’11 settembre.
Ringraziamo l’amico Fabio Alberti per questo suo contributo apparso su Comune-Info.