XX Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico (2002-2021)
La cura del mondo mi riguarda
Ricordando Giovanni Sarubbi
di Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Appello per la ventesima Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2021 /
APPEAL FOR THE DAY OF CHRISTIAN-ISLAMIC DIALOGUE /
Appel pour la 20ème journée œcuménique du dialogue islamo-chrétien du 27 octobre 2021
Quando, vent’anni fa, ancora vivo negli occhi l’assalto terrorista di Al Qaeda alle Twin Towers l’11 settembre 2001, a un gruppetto di amici che già allora operavano per il dialogo venne in mente che bisognava fare qualcosa, prevedendo facilmente i contraccolpi che ne sarebbero venuti ai processi dialogici fra cristiani e musulmani, sarebbe stato difficile immaginare che quella semplice trovata avrebbe preso piede, su scala nazionale. Tanto più che le giornate a tema, di questi tempi finiscono spesso per diventare un appuntamento scontato, a forte rischio di deriva retorica. Non è stato così, invece, per la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico (27 ottobre), oggi ancora in buona salute, per molti motivi. L’appuntamento, avviatosi in sordina ma pian piano radicatosi in tutto il Paese, s’ispirava al fatto che il 14 dicembre 2001, ultimo venerdì del mese di Ramadan del 1422 dall’Egira, Giovanni Paolo II chiese a tutti, donne e uomini di buona volontà, nel cuore della guerra in Afghanistan, di condividere con i fratelli e le sorelle dell’islam il digiuno di Ramadan. Una proposta coraggiosa e di alta portata ad appena un trimestre da quel terribile 11 settembre che da tante parti fu letto come l’avvio di un autentico scontro fra civiltà. Da allora quell’ultimo venerdì è divenuto, per molti cristiani e cristiane di diverse confessioni e per parecchi musulmani e musulmane in Italia, la ricorrenza simbolica in cui ritrovarsi, guardarsi in faccia e rilanciare così l’urgenza di camminare assieme. Nonostante tutto! Dal 2008, invece di svolgersi l’ultimo venerdì di Ramadan, la Giornata è stata celebrata il 27 ottobre, a memoria di quello stesso giorno che nel 1986 vide riunirsi ad Assisi molti rappresentanti delle religioni mondiali a pregare per la pace, dono di Dio. Da allora, per ragioni pratiche (la ricorrenza era mobile come il calendario islamico, e presto si sarebbe giunti in piena estate) la data del 27 ottobre rimane fissa, permettendoci di segnare in anticipo la ricorrenza nelle nostre agende.Di volta in volta, ogni anno la Giornata ha avuto degli slogan, appositamente ideati da un comitato promotore che ha un cuore virtuale nel sito www.ildialogo.org, animato dall’amico Giovanni Sarubbi che vi ha dedicato molto tempo e altrettanta passione. Così, i momenti di incontro si sono via via moltiplicati. Ma Giovanni è stato sempre presente, ha tessuto relazioni e ha perseverato anche nei momenti, che non sono mancati, di scoramento e delusione. Ora, Giovanni non c’è più, è morto il 7 aprile scorso, lasciandoci addolorati e certamente più poveri. Il prossimo 27 ottobre lo ricorderemo, facendo memoria della sua tensione ideale, del senso che ha saputo dare alla sua vita. Del suo impegno che si è sempre indirizzato verso un orizzonte di giustizia sociale, di equa distribuzione delle risorse, con un’attenzione profonda alla questione ambientale. Questa non può essere disgiunta da quella politico-culturale, del disarmo e dei diritti umani. Giovanni sapeva guardare lontano perché era attento alla sua realtà locale, non solo nelle lotte sindacali accanto ai lavoratori, ma nella cura di un territorio, quello dell’Irpinia, distrutto dal terremoto, attraversato da dissesti idrogeologici, ma anche ferito da una logica poco attenta agli abusi edilizi e alle speculazioni. Il suo impegno è stato una pratica della cura, mossa da una costante assunzione di responsabilità, fino a trasformarsi in un tentativo di educare a una coscienza civile che fosse essa stessa protezione civile per i cittadini tutti.La dimensione della cura, balzata in primo piano nel tempo della pandemia da Covid-19, è ancora e più che mai attuale. I credenti ne trovano la radice nelle rispettive rivelazioni e tradizioni religiose. Rivivificando la nostra relazione con Dio riceveremo la forza e l’umiltà per onorare un impegno che ci costituisce. In questa direzione, parafrasando il discorso pronunciato da papa Francesco il 5 marzo scorso a Ur dei Caldei dichiariamo: «Sta a noi, cristiani e musulmani di oggi, trasformare le nostre chiusure identitarie in dialogo e confronto vitale. Sta a noi vegliare e curare insieme la casa comune con tutti i suoi esseri viventi. Sta a noi rifiutare la guerra e operare la pace. Sta a noi promuovere il diritto alle cure e al cibo per tutte e tutti. Sta a noi tutelare i disoccupati, liberare i nuovi schiavi e le donne sfruttate e violate. Sta a noi asciugarci le lacrime, riprendere con coraggio il cammino tracciato da Giovanni e dagli altri ideatori della Giornata, e celebrarla in sua memoria guardando al futuro che è già qui».Invitiamo perciò tutti gli amici e le amiche della pace e del dialogo, tutte le comunità cristiane e musulmane, tutte le istituzioni democratiche che hanno a cuore la difesa della nostra Costituzione, a mobilitarsi per realizzare iniziative di dialogo in tutta Italia per il prossimo 27 ottobre 2021, proponendo come tema della XX Giornata lo slogan “La cura del mondo mi riguarda”.Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace
Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Roma, 1° luglio 2021
Per aderire: https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/cristianoislamico/Notizie_1626866892.htm