Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
05 novembre 2021
Rassegna anno II/n. 128
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Vi proponiamo negli approfondimenti la lettura dell’analisi di Marco Santopadre sul ruolo della Russia in Africa. L’articolo è apparso sulla rivista online Pagine Esteri, diretta da Michele Giorgio che ringaziamo per la gentile autorizzazione.
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I titoli
Etiopia: Dopo l’annuncio dell’avanzata del Fronte Tigray verso la capitale, l’ambasciata di Washington evacua i cittadini statunitensi.
Libia: Domenica le candidature per le elezioni del 24 dicembre.
Sudan: Imminente un compromesso per la formazione di un governo civile, ma le mobilitazioni non disertano le piazze.
Tunisia: Mandato di cattura internazionale per l’ex presidente Marzoughi.
Turchia: 30 persone indagate per dei post sulla salute del presidente Erdogan.
Afghanistan: È stata trovata morta l’attivista per i diritti delle donne, Foruzan Safi, scomparsa nei giorni scorsi.
Le notizie
Etiopia
L’ambasciata di Washington ad Addis Abeba ha invitato i cittadini statunitensi a lasciare il paese ed ha autorizzato alla partenza anche il personale della sede diplomatica e i loro familiari. Sono prese in seria considerazione, dalla diplomazia USA, le minacce del Fronte Popolare del Tigray, alleato con l’esercito di liberazione dell’Oromia. Il dipartimento di Stato ha chiesto un cessate il fuoco e l’avvio di trattative e per rafforzare la proposta ha mandato ad Addis Abeba l’inviato speciale per il Corno d’Africa, Feltman. Diversi paesi africani si stanno attivando per evitare il precipitarsi della situazione. Il governo di Abiy Ahmed, invece, è deciso a proseguire la mobilitazione generale contro quello che viene chiamato, dalla propaganda ufficiale, il pericolo terrorista. Nella capitale centinaia di cittadini originari del Tigray sono stati arrestati sulla base della legge per lo stato d’emergenza.
Libia
Saranno aperte domenica, presso le sedi provinciali dei tribunali, le registrazioni per le candidature alle elezioni politiche e presidenziali. Il Forum per il dialogo libico riunito due giorni fa a Tripoli ha presentato le raccomandazioni per lo svolgimento delle elezioni nella data prefissata durante gli incontri di Berlino e Ginevra. La commissione elettorale sta procedendo nelle misure organizzative, ma manca ancora l’accordo politico tra le due istituzioni rappresentative, il Parlamento e il Consiglio. I Fratelli Musulmani hanno tentato il rinvio delle elezioni, ma sono rimasti isolati. Il principale ostacolo è la presenza delle milizie a Tripoli e il mancato ritiro dei mercenari. Ieri a Zawia, a 50 km ad ovest della capitale, si sono avuti duri scontri tra due milizie, dove si è fatto ricorso all’artiglieria pesante. La città è sede di una raffineria ed è il crocevia dei più disparati traffici, dal contrabbando con la Tunisia alla gestione dei migranti.
Sudan
L’inviato dell’ONU, Volker Perthes, si è mostrato ottimista sulle trattative indirette in corso, per il superamento della crisi politica seguita al colpo di Stato del 25 ottobre. Il generale golpista Abdelfattah Burhan ha ordinato la liberazione di 4 ministri. Le linee generali del possibile accordo prevedono: il rilascio di tutti i detenuti politici, il ritorno del premier Hamdouk alla testa del nuovo governo tecnico, fine dello stato d’emergenza e modifiche ad alcune istituzioni transitorie. La TV di Stato ha riportato la notizia che la nuova composizione dell’ufficio di presidenza conterà su 14 membri, tra i quali 5 militari, 8 rappresentanti delle province e una donna. Il rappresentante del governo di Juba, che si è attivato per la ricerca di una soluzione di compromesso, ha annunciato che è previsto per oggi un incontro tra Hamdouk e Burhan. Il Fronte delle forze per la libertà e il cambiamento ha esortato la popolazione di scendere di nuovo in piazza, Domenica e Lunedì, per far pressioni sui golpisti con una disobbedienza civile pacifica. Le manifestazioni in realtà non sono mai cessate. Presìdi notturni nelle principali piazze sono stati organizzati dal giorno del colpo di Stato.
Tunisia
La procura ha emesso nei confronti dell’ex presidente, Mounsif Marzoughi, un mandato di cattura internazionale. Durante un’intervista rilasciata ad una TV francese, l’ex presidente aveva espresso la sua soddisfazione per il rinvio della conferenza sulla francofonia, prevista per questo novembre a Jerba, in Tunisia. La frase è stata interpretata dall’attuale presidente Saied come un complotto contro la nazione. I giudici hanno sùbito eseguito. Marzoughi, che attualmente soggiorna in Francia, è stato eletto presidente nel 2011 ed è rimasto in carica fino al 2014.
Una deriva giudiziaria che non promette bene per il futuro della democrazia in Tunisia.
Turchia
Non si possono fare domande sulla salute del presidente. La procura di Ankara sta indagando su 30 persone che hanno postato domande sul perché Erdogan non è andato al vertice sul clima COP26 di Glasgow, interrogandosi se sia vera la motivazione ufficiale sulle misure di sicurezza. Le notizie sulla sua salute si sono diffuse dopo che l’ufficio stampa della presidenza ha pubblicato un video nel quale Erdogan camminava a stento.
Una magistratura al servizio del neo sultano.
Afghanistan
L’attivista per i diritti delle donne, Foruzan Safi, è stata assassinata. Lo riporta, sui social, il giornalista del Manifesto, Giuliano Battistoni, inviato a Mazar-e-Sharif. Da diversi giorni era scomparsa e la famiglia, dopo estenuanti ricerche, ha trovato il suo corpo. “È stata uccisa, ma i media locali non possono pubblicare la notizia”, hanno confessato i familiari all’inviato italiano.
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