Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
03 dicembre 2021
Rassegna anno II/n. 156
Per informazioni e contatti manda un messaggio
Per ascoltare l’audio:
La pagina delle vignette è QUI
In occasione del primo anniversario della costituzione dell’associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità”, il Consiglio Direttivo ha sorteggiato tra i soci un quadro donato dall’artista Pippo Di Giacinto.
(Per visualizzare il quadro). Il vincitore è: Cesare Mollese.
Sostieni Anbamed
Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.
Ricordati che anche il più grande oceano è fatto di gocce!
Ecco i dati per il versamento:
Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità
Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia
Iban: IT33U0891382490000000500793
Bic: ICRAITRRPDO
I titoli
Iran: Teheran ha presentato a Vienna due bozze per la ripresa dell’accordo sul nucleare.
Etiopia; Il Fronte Popolare conferma la ritirata. I combattimenti minacciano la distribuzione degli aiuti umanitari.
Algeria: Conferenza sulla strategia per la pace e la sicurezza del continente africano.
Turchia: Rimosso il ministro delle finanze per aver criticato la linea di Erdogan.
Yemen: Sessanta organizzazioni internazionali chiedono all’ONU un’inchiesta sui crimini di guerra contro la popolazione civile.
Libia: Seif Islam Gheddafi e il premier Dbeiba riammessi tra i candidati alle presidenziali del 24 dicembre.
Le notizie
Iran
La delegazione iraniana a Vienna ha avanzato due bozze di accordo per le trattative in corso sul nucleare. Il capo delegazione Baqiri ha affermato che il suo paese è intenzionato ad arrivare ad un accordo che metta fine alle sanzioni e garantisca all’Iran l’uso civile dell’energia nucleare. La notizia è stata confermata da un diplomatico dell’UE, ma non è trapelato nessun particolare sulle proposte di Teheran. Da Stoccolma, il segretario di Stato USA, Blinken, ha insistito sulle precedenti posizioni degli Stati Uniti, affermando che Washington non accetta i fatti compiuti da parte di Teheran.
In merito al nucleare iraniano, il ministro della difesa israeliano Gantz ha detto che non si può escludere un’azione militare contro l’Iran: “Ci stiamo preparando a questa eventualità ed abbiano acquistato le armi necessarie”. Secondo la stampa israeliana, gli acquisti di armamenti sofisticati per colpire il territorio iraniano sono valutabili in 1,7 miliardi di dollari.
Tel Aviv sta giocando col fuoco.
Etiopia
Le truppe federali stanno avanzando nella provincia di Amhara, dopo aver completato la conquista di tutti i territori di Afar occupate in precedenza dal Fronte Popolare del Tigray. Secondo la portavoce del governo, la capitale non è più sotto pericolo di invasione. Il Fronte ha ammesso la ritirata, accusando potenze straniere di avere fornito appoggio militare ai governativi. Non è chiaro se l’accusa è rivolta all’Eritrea oppure alle forniture di droni da parte degli Emirati Arabi Uniti.
Il segretario generale dell’ONU mette in guardia dal pericolo di spartizione del paese e ha ricordato che 26 milioni (un quarto della popolazione etiopica) hanno bisogno di aiuti per sopravvivere e che tra questi, 9 milioni in Tigray. I combattimenti impediscono l’arrivo degli aiuti.
Algeria
Si è aperta ieri a Orano e durerà per tre giorni l’ottava “Conferenza di alto livello per la Pace e la Sicurezza in Africa”. Il ministro degli esteri algerino Amamra ha chiesto che venga messa fine all’emarginazione dell’Africa nei consessi internazionali. Attualmente ci sono tre paesi africani membri del Consiglio di Sicurezza (Tunisia, Kenya e Niger, quest’ultimo ha il turno di presidenza a dicembre) e la Conferenza mira a coordinare, nel quadro dell’Unione Africana, le iniziative da svolgere per un ruolo più attivo del continente. In più occasioni, in passato, la diplomazia algerina aveva avanzato la rivendicazione per l’Africa di due seggi permanenti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Turchia
Il crollo della lira ha fatto saltare l’incarico al ministro delle finanze di Ankara, Lutfi Elvan. Il presidente Erdogan ha nominato al suo posto il fedelissimo Nureddin Nebati. Il braccio di ferro tra Erdogan e i governatori della Banca centrale è sui tassi d’interesse, che lui vorrebbe diminuire anche a costo di aumentare l’inflazione. Elvan aveva criticato questa linea ed è stato esautorato dall’incarico. Al neo-Sultano si deve soltanto obbedire, anche se le sue direttive in materia economica hanno fatto perdere alla lira il 45% del suo valore rispetto a gennaio, portando l’inflazione a novembre nelle grandi città al 24% su base annua.
Yemen
Sessanta associazioni internazionali della società civile hanno lanciato un appello alle Nazioni Unite, per “Istituire rapidamente un meccanismo d’indagine che consenta di presentare denunce pubbliche e raccogliere e conservare prove di violazioni delle leggi di guerra nello Yemen”. Nel comunicato si legge: “A partire dal 2015, tutte le parti coinvolte nel conflitto dello Yemen hanno commesso massicce e sistematiche violazioni del diritto internazionale che hanno causato la morte e il ferimento di decine di migliaia di civili”. La certezza dell’impunità ha provocato eccessi di violenza insopportabili in Yemen, soprattutto contro la popolazione civile.
Libia
I tribunali hanno riammesso Seif Islam Gheddafi e il premier Abdelhameed Dbeiba alla corsa per le presidenziali previste per il 24 dicembre. Seif Islam era stato escluso dalla Commissione elettorale, invece Dbeiba da una sentenza di primo grado del tribunale di Tripoli. I ricorsi presentati alla Cassazione hanno ribaltato la situazione e ridato alla campagna elettorale una scossa. Adesso il numero dei candidati alle presidenziali è di 83 persone. Il ballottaggio tra i primi due arrivati si terrà, insieme alle votazioni per le politiche, il 15 febbraio, data di inizio delle manifestazioni (2011) contro il regime dittatoriale.