Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
09 dicembre 2021
Rassegna anno II/n. 162
Per informazioni e contatti manda un messaggio
Per ascoltare l’audio:
La pagina delle vignette è QUI
Sostieni Anbamed
Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.
Ricordati che anche il più grande oceano è fatto di gocce!
Ecco i dati per il versamento:
Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità
Banca di Credito Cooperativo della Valle del Fitalia
Iban: IT33U0891382490000000500793
Bic: ICRAITRRPDO
I titoli
Iran: Manovre militari USA-Israele per simulare attacchi agli impianti nucleari iraniani.
Egitto: Rilasciato Patrick Zaki che ha potuto riabbracciare i familiari dopo 21 mesi di prigione.
Algeria: Visita del ministro degli esteri francese per ripianare le divergenze diplomatiche.
Iraq: Una bomba uccide 4 persone a Bassora.
Turchia: Pugni e calci nel Parlamento di Ankara tra deputati di maggioranza e opposizione.
Marocco: quattro professori universitari a processo. Avevano chiesto prestazioni sessuali in cambio di voti alti.
Giordania: Inaugurato il festival Al-Karameh del cinema per i diritti umani.
Le notizie
Iran
Si infiamma la sfida Teheran-Washington sul nucleare iraniano alla vigilia della ripresa del negoziato di Vienna. Un esponente del Pentagono ha rilasciato, in forma anonima, alle agenzie stampa internazionali una dichiarazione minacciosa nei confronti dell’Iran: “Presto saranno compiute manovre militari congiunte USA-Israele, per affinare i piani di attacco contro gli impianti nucleari di Teheran”. È in corso a Washington la visita del ministro israeliano Gantz. Non è un buon auspicio per il negoziato di Vienna che riprende oggi dopo la pausa di una settimana. Le proposte di Teheran sono state giudicate dai paesi occidentali non serie e rappresenterebbero un passo indietro rispetto alla fase precedente del negoziato, quando al governo dell’Iran c’erano i moderati dell’ex presidente Rouhani.
Egitto
La gioia di un abbraccio tra madre e figlio.
Dopo 21 mesi, Patrick George Zaki ha potuto riabbracciare la madre, Hala Sobhi. Dopo la sentenza di martedì che ha ordinato la scarcerazione dello studente dell’Università di Bologna, ieri la famiglia si è recata nel commissariato di polizia di Mansura, città natale di Zaki, per riaccompagnarlo a casa. L’organizzazione non governativa EIPR, per i diritti della persona, ha pubblicato un comunicato nel quale ha ringraziato tutti coloro che si sono battuti per la sua liberazione. L’associazione sottolinea che la battaglia per la libertà di Zaki è ancora lunga, perché pende il processo per pubblicazione di notizie false che inizierà il prossimo febbraio.
Algeria
Il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha compiuto una visita ad Algeri dove si è incontrato con l’omologo, Ramdhan Lamamra, e il presidente Tabboune. Parigi tenta di ristabilire buone relazioni con l’Algeria dopo lo strappo delle dichiarazioni di Macron il 30 settembre. Il presidente francese ha parlato di un tentativo algerino di riscrivere la storia del colonialismo francese, definendo l’ex colonia come un paese governato da un regime militare e che semina odio contro i francesi. Algeri ha reagito richiamando l’ambasciatore a Parigi e chiudendo lo spazio aereo algerino ai voli militari francesi verso il Sahel. Il presidente Tabboune ha rifiutato di partecipare a Parigi alla conferenza sulla Libia. Dalla stampa algerina si comprende implicitamente che la strada verso la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi è ancora lunga.
Iraq
In un’esplosione a Bassora sono rimasti uccisi 4 persone. L’attentato è stato compiuto con una moto imbottita di esplosivo e fatta saltare al passaggio di un’auto delle forze di sicurezza nei pressi dell’ospedale centrale della città meridionale irachena. Il premier Al-Kadhimi ha sostenuto che obiettivo dell’atto terroristico era un alto ufficiale dei servizi di sicurezza, il quale stava indagando sugli assassini degli attivisti.
Turchia
Il Parlamento turco ha segnato un passaggio verso la democrazia dei cazzotti.
Durante un intervento di un deputato dell’opposizione, il ministro dell’Interno lo ha apostrofato con “bugiardo!”, subito dopo i deputati della maggioranza, sia del partito islamista che della destra, hanno cominciato a colpire con pugni e calci i colleghi nei banchi dell’opposizione, che dal loro canto non hanno risparmiato colpi. Una battaglia durata mezz’ora prima che il presidente decidesse di sospendere la seduta. L’opposizione accusa il governo di aver aumentato, nel bilancio 2022, le spese per il ministero dell’Interno del 29% e per quello della difesa del 39%, a scapito dell’istruzione e della sanità. Il ministro dell’Interno ha reagito scompostamente per la proiezione di un filmato che lo ritraeva mentre viaggiava su un elicottero preso in affitto da una ditta privata, per compiere giri di propaganda per il suo partito, a spese dello Stato. Le immagini della zuffa parlamentare hanno fatto il giro dei social, con salaci commenti sul degrado della democrazia in Turchia, a causa del dominio assoluto di Erdogan.
Marocco
Uno scandalo di compravendita di voti all’università “Hassan I” di Stat, a 80 km da Casablanca. Quattro professori sono sotto processo per aver chiesto prestazioni sessuali a delle studentesse in cambio di voti alti. Un quinto docente è accusato di violenza sessuale. Il fenomeno – secondo quanto scrive la stampa marocchina – è diffuso, ma non viene denunciato per timore da parte delle vittime di ritorsioni del potere accademico. Anche perché le precedenti denunce non hanno mai sortito effetti giudiziari. Le ragazze che hanno avuto il coraggio questa volta di denunciare, però, si sono organizzate e raccolto di nascosto le avance dei professori con registrazioni audio. La stampa non pubblica i nomi dei cinque profittatori e violentatori, ma conferma che sono stati sospesi dall’incarico dopo la citazione in giudizio.
Giordania
È stato inaugurato domenica ad Amman il festival di Al-Karameh per i film sui diritti umani. La 12esima sessione d questo festival espone 50 pellicole, ma la novità della kermesse cinematografica è la partecipazione ampia di giovani registi e filmmaker indipendenti. Ha destato molto dibattito la proiezione del lungometraggio “Amira”, che affronta le dolorose vicende delle mogli dei prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane, private dalla possibilità di procreare e costrette a ricorrere all’inseminazione artificiale. Il film è presentato a nome della Giordania alla giuria dell’Oscar, per la candidatura al miglior film straniero.