Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
10 dicembre 2021
Rassegna anno II/n. 163
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I TITOLI
Iran: Difficile fase di trattative. USA e Israele si preparano al fallimento.
Siria: Manovre statunitensi contro ISIS nella provincia di Deir Azzour.
Iraq: Annunciato il completo ritiro delle truppe Usa. Rimangono soltanto consiglieri per l’anti-terrorismo.
Sudan: Rapiti in Darfur due ingegneri turchi.
Tunisia: Incendio nella sede centrale del partito islamista Ennahda.
Marocco: Imponente manifestazione contro le molestie sessuali, davanti al tribunale della città di Stat.
Le notizie
Iran
Sono ripresi i negoziati a Vienna tra la delegazione iraniana e le 5 potenze internazionali: Francia, GB, Germania, Russia e Cina. Il rappresentante statunitense non partecipa direttamente alle trattative, ma segue gli sviluppi a distanza, in un altro albergo della capitale austriaca. Sugli incontri regna un clima di sfiducia, ma tutte le parti dichiarano di voler arrivare ad un compromesso, “anche se il tempo sta scadendo”, ha detto il delegato britannico. Dall’esterno delle sale viennesi, gli Stati Uniti si stanno preparando all’eventualità del fallimento. Oltre agli incontri con il ministro della difesa israeliano e le annunciate manovre militari congiunte per simulare un attacco contro gli impianti iraniani, una delegazione del Dipartimento del Tesoro di Washington è in visita negli Emirati Arabi Uniti, per indurre le autorità finanziarie emiratine a rispettare le sanzioni contro Teheran.
Siria
Le truppe statunitensi hanno svolto manovre militari, insieme alle Forze democratiche siriane (FDS), in azione di contrasto all’Isis (Daiesh) nella provincia di Deir Azzour. Nella zona, il movimento jihadista aveva alzato la testa compiendo, durante il mese di novembre, diverse operazioni terroristiche sia contro i combattenti curdi sia contro le zone controllate dalle truppe governative. I responsabili delle FDS sostengono che il pattugliamento quotidiano congiunto ha ridotto lo spazio di manovra delle cellule dormienti di Daiesh.
Iraq
Il consigliere per la sicurezza nazionale iracheno, Al-Aaraj, ha informato che i compiti di combattimento delle truppe straniere si sono conclusi e che le truppe saranno evacuate. “Il rapporto con le forze alleate – ha detto – sarà limitato all’addestramento ed alla consulenza”. In un incontro del premier Al-Kadhimi con il presidente Biden, lo scorso luglio, è stato raggiunto l’accordo per il ritiro delle truppe statunitensi combattenti entro il 31 dicembre 2021. Rimarrà in piedi un programma di coordinamento per le questioni di sicurezza e di addestramento. Nei giorni scorsi i capi delle milizie filo-iraniane hanno minacciato di cacciare i reparti statunitensi a suon di cannonate, se decidessero di rimanere sul suolo iracheno.
Sudan
Nel Darfur nord-occidentale due ingegneri turchi sono stati catturati da un gruppo di uomini armati, che si sono inoltrati nel deserto verso il confine con il Chad. Insieme ai due ingegneri rapiti vi era anche l’autista del mezzo, che è stato liberato latore di un messaggio: “I due sequestrati sono in buone condizioni”. Per il momento non è arrivata nessuna richiesta di riscatto.
La situazione di sicurezza nella provincia è tornata difficile. Gli scontri inter-etnici di questa settimana hanno causato la morte di 138 persone.
Tunisia
Un incendio ha devastato la sede centrale del partito islamista Ennahda, causando un morto e una ventina di feriti. La direzione del partito, in un comunicato, sostiene che non è stato possibile capire come siano divampate le fiamme. Testimoni oculari invece hanno detto che un uomo si è dato fuoco all’interno della sede, provocando l’incendio. Il morto – secondo il comunicato del partito – è un militante, mentre tra i feriti ci sono alcuni dirigenti e parlamentari. Alcune persone per salvarsi dalle fiamme si sono buttate dal secondo e terzo piano, procurandosi ferite gravi e fratture. La magistratura ha aperto un’inchiesta.
Marocco
Un’imponente manifestazione contro le molestie sessuali è stata organizzata davanti al tribunale della città di Stat, a sud di Casablanca. La protesta è avvenuta durante l’udienza del processo contro 5 professori universitari, che avevano provato a barattare alti voti a delle studentesse in cambio di rapporti sessuali. Lo scandalo ha trascinato anche i vertici dell’Università che hanno presentato le dimissioni. Il movimento delle donne marocchine rivendica una legge più severa contro le molestie e che garantisca l’anonimato alle vittime per incoraggiarle a denunciare.