Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

20 dicembre 2021

Rassegna anno II/n. 173

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I titoli

Sudan: Centinaia di migliaia di manifestanti nel terzo anniversario della rivolta contro Omar Bashir.

Iran: Eseguita la condanna a morte contro l’oppositore curdo Haida Qabani.

Egitto: Condannato all’ergastolo Mahmoud Izzat, vice guida della Fratellanza Musulmana.

Afghanistan: Una riunione dei ministri degli esteri dei paesi islamici per il soccorso alla popolazione afgana.

Libano: Il segretario generale dell’ONU in visita a Beirut per il salvataggio del paese.

Le notizie

Sudan

Nel terzo anniversario della rivolta popolare, del 19 dicembre 2018, che ha spodestato il dittatore Omar Bashir, centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi nelle piazze della capitale Khartoum e in molte altre città sudanesi, per dire no al governo militare. Malgrado la chiusura delle vie d’accesso al palazzo presidenziale, i manifestanti sono riusciti a raggiungere il piazzale adiacente. La polizia ha sparato lacrimogeni per disperdere i dimostranti provocando, secondo il Comitato dei medici, un morto e 127 feriti. Lo scorso 25 ottobre il generale Burhan ha compiuto un colpo di Stato, imprigionando il premier e la maggior parte dei ministri, ma un mese dopo ha dovuto cedere alla rivolta popolare ed alle pressioni diplomatiche. Il premier Hamdouk è stato liberato ed è tornato alla presidenza del consiglio dei ministri, ma i militari continuano ad avere l’ultima parola in tutte le questioni centrali della vita politica del paese. I partiti progressisti riuniti nella coalizione per la libertà e il cambiamento non intendono più proseguire il percorso di sudditanza al potere dei militari e chiedono il passaggio del governo ai civili fino alle elezioni previste nel 2023. Il premier Hamdouk ha difeso il compromesso raggiunto tra lui e il generale Burhan con la necessità di ridurre la tensione e salvare la rivoluzione sudanese da una deriva disastrosa, cioè la guerra civile e la dissoluzione dello Stato.

Iran

È stata eseguita la condanna alla pena capitale nei confronti di Haidar Qabani militante curdo iraniano. Era accusato dell’uccisione di 3 guardiani della rivoluzione. Lui aveva sempre negato il suo coinvolgimento nella vicenda. Secondo Amnesty International il processo non è stato condotto con neutralità. L’Iran è in buona compagnia con Arabia Saudita, Egitto, Iraq e Stati Uniti, i primi cinque paesi al mondo per numero di esecuzioni della pena capitale.  

Egitto

Il tribunale del Cairo ha condannato, in primo grado, all’ergastolo (25 anni di reclusione) il vice-guida dei Fratelli Musulmani, Mahmoud Izzat (77 anni). È stato accusato di partecipazione ad un attacco armato in Sinai e di aver tenuto contatti segreti con il movimento Hamas. Izzat aveva già subito per lo stesso reato, nel 2015, una condanna in contumacia alla pena capitale per impiccagione. Quando è stato arrestato nell’agosto 2020, la procura ha deciso di annullare il precedente giudizio e di rifare il processo. Dopo il suo incarico nel 2013, in seguito all’arresto della precedente guida della confraternita, Izzat ha vissuto in clandestinità al Cairo e quindi è caduto il primo capo d’accusa. Una sentenza durissima che tradisce il carattere politico della repressione del dissenso.

Afghanistan

Si è svolto in Pakistan il vertice del Consiglio di cooperazione dei paesi islamici sulla crisi in Afghanistan. I ministri degli esteri hanno deciso di istituire un fondo di aiuti umanitari per far fronte alle difficoltà che la popolazione dovrà affrontare con l’arrivo dell’inverno. Il premier pachistano Omran Khan ha sottolineato, nel suo discorso di apertura, la gravità della situazione afgana e ha messo in guardia da un’ondata di milioni di profughi a causa della fame che attanaglia metà della popolazione. Il vertice ha raccomandato nel comunicato finale la necessità di scongelare i fondi di riserva della banca centrale afgana attualmente confiscati dalle autorità finanziarie di Washington. Il ministro degli esteri di Kabul, Muttaqi, ha affermato che: “Il paese adesso vive una fase di pace e si è impegnato di non permettere nessun tipo di minaccia ad altri paesi a partire dal proprio territorio e di conseguenza si aspetta la fine delle sanzioni”. Nessuno dei 57 paesi aderenti al Consiglio di Cooperazione dei paesi islamici ha riconosciuto il nuovo governo taliban insediato a Kabul lo scorso agosto.

Libano

Il segretario generale dell’ONU, Guterres, sta compiendo una visita in Libano per affrontare i molteplici aspetti della crisi. Si è incontrato ieri con il presidente Aoun e gli ha espresso la convinzione che “l’élite al potere non possa dividersi di fronte ad una crisi economica e finanziaria di questa portata, auspicando che le prossime elezioni siano trasparenti”. Il governo libanese non viene convocato da ottobre, a causa dello scontro politico con i ministri sciiti sul caso giudiziario della strage del porto. Oggi Guterres incontrerà il premier Miqati. Il segretario dell’ONU visiterà la sede dei Caschi Blu in stanza nel sud del paese sulla linea di demarcazione con Israele.

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