Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
31 dicembre 2021
Rassegna anno II/n. 182
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Domani I gennaio, Anbamed non esce. Riprendiamo il cammino domenica 2.
È sul sito la puntata n. 5 della rubrica “Echi dalla stampa araba”, curata da Francesca Martino. (Qui)
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I titoli.
Sudan: centinaia di migliaia di persone nelle piazze contro il potere dei militari. Quattro manifestanti uccisi.
Egitto: Un tribunale risarcisce la famiglia di Khaled Said, ucciso nel 2010 in un commissariato di polizia.
Iraq: Convocata la prima seduta del nuovo Parlamento.
Iran: Lanciato un missile per mettere in orbita tre satelliti per la ricerca scientifica.
Afghanistan: Il capo dei taliban chiede ai suoi di rispettare l’amnistia per gli ex dipendenti del governo precedente.
Tunisia: Parte domani la consultazione telematica sulla riforma costituzionale. Boicottaggio dell’opposizione.
Le notizie
Sudan
Dura repressione delle manifestazioni che si sono svolte ieri nella capitale e in molte altre città con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone. Almeno 4 i morti per le pallottole sparate dai militari. Nella notte tra mercoledì e giovedì, molti dirigenti del movimento di protesta sono stati arrestati, nel tentativo di far fallire la mobilitazione. Per ridurre la partecipazione sono stati chiusi i ponti sul Nilo che collegano le diverse zone della capitale e sono state interrotte le comunicazioni internet e cellulari, sia nazionali che internazionali. Anche i giornalisti non sono stati risparmiati. Le redazioni a Khartoum delle Tv Al-Arabiya e Al-Hadath e del quotidiano saudita Sharq sono state invase da poliziotti che hanno sparato all’interno candelotti lacrimogeni. Gli agenti hanno sequestrato i video che mostravano le dure bastonate inferte ai manifestanti già a terra.
I cortei di protesta respingono il colpo di Stato e chiedono la fine del regime militare. “I soldati ritornino nelle caserme!”, “La rivoluzione continua”, “Burhan vattene!” sono alcuni degli slogan scanditi dalla folla. Tutte le forme repressive escogitate dai golpisti sono fallite nel ridurre il grado di mobilitazione dei movimenti politici progressisti.
Egitto
Un tribunale del Cairo ha risarcito, dopo 12 anni, gli eredi di Khaled Said, il giovane assassinato nel commissariato di polizia di Alessandria, nel giugno 2010. La somma decisa dal giudice è di un milione di sterline egiziane, equivalente a cica 65 mila dollari USA. L’avvocato del Centro egiziano per i diritti sociali ed economici, che rappresenta i due fratelli e la madre di Khaled, ha annunciato il ricorso contro quella che ha definito la “cifra vergogna”. La famiglia aveva chiesto un miliardo di sterline, per la costituzione di una fondazione a nome di Khaled Said, per aiutare anche le famiglie che si trovino in condizioni simili ed inaugurare un museo sulla repressione per commemorare il sacrificio delle vittime. La vicenda di Khaled è stata un caso simbolo, alimentando la volontà di cambiamento nei giovani di piazza Tahrir che, nel gennaio 2011, hanno fatto cadere il regime di Mubarak. In un primo momento, la polizia aveva negato il caso, sostenendo la morte del giovane per overdose, ma le testimonianze raccolte e la determinazione della famiglia hanno dimostrato, anche con i risultati delle analisi mediche, che Khaled non si drogava. Nel 2014, due agenti sono stati condannati per le sevizie compiute sul prigioniero.
Iraq
Il presidente iracheno Saleh ha convocato, per il 10 gennaio, i deputati eletti ad una prima seduta per eleggere il presidente del Parlamento e due suoi vice e formare i gruppi parlamentari. Sono iniziate le consultazioni politiche per la scelta del presidente della Repubblica (entro 30 giorni dall’insediamento del Parlamento) e il primo ministro (15 giorni dopo). Le elezioni che si sono svolte il 10 ottobre hanno visto uno sconvolgimento del quadro politico, registrando la sconfitta dei partiti sciiti filo-iraniani. Le contestazioni dei risultati hanno portato al riconteggio manuale dei voti in alcune circoscrizioni, ma il risultato non è cambiato di molto. La disputa è stata risolta con la sentenza della Corte Suprema che ha approvato i risultati già annunciati dalla Commissione elettorale.
Iran
Il Ministero della Difesa ha comunicato che è riuscito alla perfezione il lancio del missile “Simorg” per la messa in orbita di tre satelliti di ricerca scientifica. Il portavoce dell’Ente spaziale del Ministero ha affermato che il lancio ha raggiunto gli obiettivi programmati. Lo scorso anno Teheran è riuscita a collocare un satellite in orbita, ma altri precedenti tentativi sono falliti. I paesi occidentali condannano i lanci di missili iraniani nello spazio, ma il governo di Teheran rivendica il diritto a sviluppare programmi di ricerca scientifica.
Afghanistan
Il capo supremo dei taliban, mollah Haibatullah Akhundzadeh, ha ribadito ai reparti del movimento la necessità di rispettare la sua amnistia per gli ex soldati e gli impiegati governativi. L’ONU e diverse organizzazioni per i diritti umani hanno documentato l’assassinio, per mano dei taliban, di un centinaio di ex agenti, giudici e funzionari del governo Ghani. Le direttive di Akhundzadeh sono state riferite dal portavoce, Mohammed Naimi, e ha anche indicato la città di Qandahar nella quale è stato pronunciato il discorso. Del capo taliban non sono state trasmesse foto o immagini recenti e prima della vittoria dei fondamentalisti era stata avanzata l’ipotesi della sua morte.
Tunisia
Dal primo gennaio al 20 marzo si terrà la consultazione elettronica sulle tematiche delle riforme costituzionali, proposta dal presidente Saied. Sei tematiche, 30 domande e spazio di espressione libera per avanzare idee, proposte e suggerimenti. L’iniziativa è presentata come una forma della democrazia diretta partecipata, ma trova l’opposizione di diversi partiti e di molte personalità della società civile. Il comitato “Cittadini contro il golpe” ha annunciato, in una conferenza stampa, che si opporrà a questa proposta, mettendo in campo una serie di azioni: sciopero della fame a staffetta, già avviato la scorsa settimana; manifestazione di popolo nell’anniversario della caduta del regime di Ben Alì, il 14 gennaio; ed infine un boicottaggio di massa contro la consultazione per via informatica. Buona fine e buon inizio. A dopodomani!
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