Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
8 gennaio 2022
Rassegna anno III/n. 007
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Nella rubrica Approfondimenti pubblichiamo un’analisi di Andrea Vento sulla presenza militare italiana in Afghanistan, presa dal sito “codice-rosso”.
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I titoli
Iran: Ottimismo a Vienna alla ripresa delle trattative per il nucleare e la fine delle sanzioni.
Palestina Occupata: Quale soluzione per la fine dell’Apartheid israeliana?
Arabia Saudita-Iran: Riprenderanno le trattative bilaterali a Baghdad per le relazioni diplomatiche e la fine dei focolai di guerra.
Turchia: La crisi economica apre il declino elettorale di Erdogan.
Egitto: Arrestato a Washington un agente che lavorava per Il Cairo.
Libia: Minacce di chiusura dei porti contro il mancato pagamento degli stipendi ai soldati dell’esercito LNA.
Le notizie
Iran
Le trattative di Vienna sul nucleare iraniano sono riprese dopo la breve pausa di capodanno. Si è tenuto un incontro delle sei potenze internazionali al quale Teheran non ha partecipato, perché rifiuta di incontrare la delegazione di Washington prima della cancellazione delle sanzioni. Le dichiarazioni del ministro degli esteri francese, Le Drian, e del capo della delegazione russa sono state improntate sull’ottimismo, ma senza entrare nei particolari. Il negoziatore iraniano, Baqiri, ha dichiarato che i mediatori hanno riportato nuovi progressi nelle disponibilità di Washington, ma l’Iran vuole garanzie che non ci saranno più sanzioni.
L’agenzia stampa “Pars” scrive che Teheran e Seul hanno raggiunto un accordo per il pagamento dei fondi iraniani, congelati in Corea del Sud a causa delle sanzioni USA, che ammontano a 7 miliardi di dollari.
Palestina Occupata
La giornalista israelo-statunitense, Mairav Zonszein, analista dell’International Crisis Group, ha scritto un articolo, pubblicato dal Washington Post, sull’Apartheid nei territori palestinesi occupati. L’autrice ammonisce il governo di Tel Aviv a ritirarsi da quei territori per dare spazio alla creazione di uno Stato palestinese oppure riconoscere ai palestinesi gli stessi diritti. Inoltre, critica la visita del presidente Herzog ad Al-Khaleel (Hebron), dove vivono 850 coloni ebrei israeliani in mezzo a 200 mila palestinesi, mettendo in risalto la contraddittorietà del suo “invito (rivolto ai palestinesi. Ndr) contro il discorso dell’odio e la violenza, quando le violazioni e le discriminazioni contro i palestinesi sono eclatanti”. Zonszein conclude la sua analisi denunciando la politica di colonizzazione dell’attuale governo e chiedendo alla comunità internazionale di far pressioni su Israele, affinché si ritiri dai territori palestinesi occupati nel 1967.
L’articolo originale in inglese
Arabia Saudita-Iran
L’ambasciatore iraniano a Baghdad ha confermato che le trattative dirette tra Riad e Teheran riprenderanno presto per il ritorno a relazioni diplomatiche normali. Il ministro degli esteri Amir Abdullahian ha dichiarato che il negoziato tra i due paesi sta andando nel verso giusto e che Teheran è pronta a riprendere i rapporti di buon vicinato anche da subito.
Turchia
La rivista Foreign Affairs ha pubblicato un articolo sulle previsioni della sconfitta di Erdogan alle prossime elezioni presidenziali tra 18 mesi. Già dal titolo si ha un’idea del tenore dell’analisi: “La fine dei giochi di Edogan. Minerà la democrazia turca per rimanere al potere?”. L’autore Soner Cagaptay scrive che Erdogan ha perso l’aura dell’invincibile che ha assunto dopo il fallito colpo di Stato del 2016, proprio a causa della dura repressione messa in campo e della criminalizzazione di ogni dissenso. A questi motivi si aggiunge la turbolenza finanziaria che ha scosso la lira, arrivata all’inizio di dicembre al più basso valore di cambio, per poi risalire la china con una enorme dissipazione delle riserve di valuta estera della Banca centrale. Il primo effetto è stato la crescita esorbitante dell’inflazione che ha raggiunto il 36%, non attenuata dall’aumento degli stipendi. Una politica economica rocambolesca che ha fatto scendere il partito islamista nei sondaggi e cancellato le speranze di Erdogan di guadagnarsi il rinnovo del mandato presidenziale. Secondo tutti i sondaggi, al secondo turno perderebbe contro qualunque sfidante. La domanda centrale – secondo l’articolista – è se Erdogan ed il suo partito accetteranno un passaggio pacifico del potere, dopo 20 anni ininterrotti di governo, oppure ricorreranno a tutte le misure per far annullare il voto, creando instabilità e disordini. articolo originale in inglese
Egitto
Le autorità giudiziarie statunitensi hanno arrestato un uomo di origine egiziana che ha lavorato come agente non registrato al servizio del governo del Cairo, per spiare gli oppositori di Al-Sissi. Pier Jirjis, 39 anni, residente a Manhattan, è accusato di attività illegale a favore di uno Stato estero e di aver raccolto informazioni private su cittadini di origine egiziana oppositori del governo del Cairo. In caso di condanna, Jirjis rischia fino a 15 anni di reclusione.
Libia
Il governo Dbeiba ha bloccato i pagamenti degli stipendi dei militari del LNA, l’esercito fondato dal generale Haftar. In base all’accordo per il passaggio dei poteri e la riunificazione delle istituzioni, questi stipendi avrebbero dovuto essere a carico del governo nazionale. Il pretesto del mancato saldo delle retribuzioni è la scarsa disponibilità finanziaria, ma la questione non convince. Lo stesso Dbeiba, qualche settimana fa, si era vantato che il suo governo ha speso in 6 mesi 19 miliardi di dollari. Ieri, i notabili della regione degli impianti petroliferi, la cosiddetta Mezzaluna fertile, hanno minacciato di chiudere i rubinetti delle esportazioni del greggio. L’ultimatum scade domenica e non sono pervenute reazioni dal governo di Tripoli.
Approfondimenti
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