Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
12 gennaio 2022
Rassegna anno III/n. 011
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I titoli
Yemen: Raids sauditi causano l’uccisione di 350 combattenti Houthi.
Arabia Saudita: Il principe Bin Nayef avrebbe subito torture durante la prigionia.
Iraq: Un miliziano ISIS catturato ammette le violenze su una donna Yazida.
Etiopia: Un drone governativo uccide 17 lavoratori a May Tsemre, in Tigray.
Afghanistan: L’ONU lancia l’allarme umanitario: “Servono 5 miliardi di dollari per salvare il popolo afghano dalla fame”.
Tunisia: Il sindacato giornalisti accusa la TV di Stato di censurare i politici di tutti i partiti.
Le notizie
Yemen
Ancora centinaia di morti nel conflitto yemenita. I ribelli Houthi smentiscono di aver perso la provincia di Shabwa e sostengono di aver abbattuto un drone degli Emirati del tipo Wing Loong 2, di fabbricazione cinese, che stava compiendo operazioni di spionaggio sulle loro postazioni. Il portavoce militare Houthi, brigadiere Yahia Saree, da Sanaa, ha mostrato i resti del velivolo abbattuto. Il comando saudita ha annunciato di aver compiuto ieri circa 60 raids su Maarib e Shabwa, causando perdite tra le milizie ribelli per oltre 350 combattenti. L’intensificazione dell’offensiva della coalizione saudita-emiratina ha l’obiettivo di ottenere vittorie sul campo prima di intavolare qualsiasi tregua e trattative in Yemen, che seguiranno un eventuale accordo regionale di pacificazione con l’Iran.
Arabia Saudita
Secondo un articolo del New York Times, il principe Mohammed Bin Nayef ha subito torture durante il periodo di prigionia imposto dall’erede al trono Mohammed Bin Salman, che lo aveva spodestato nel 2017. Bin Nayef era rimasto agli arresti domiciliari fino al 2020, quando è stato portato in carcere. Secondo la fonte – che ha parlato in condizioni di anonimato – è stato tenuto in una cella isolata e tra le forme di torture subite: la privazione del sonno e la sospensione al soffitto dalle caviglie. Il motivo della detenzione è il timore di Bin Salman che il cugino maggiore possa impedirgli l’ascesa al trono. Attualmente Bin Nayef è di nuovo agli arresti domiciliai in isolamento, in una villa senza Tv o altri strumenti di comunicazione e nessun contatto con il mondo esterno. Le sue condizioni di salute sono degenerate a causa delle torture e cammina con difficoltà con il sostegno di due bastoni.
Iraq
Le forze anti-terrorismo irachene hanno pubblicato il video-confessione di un membro di Daiesh (ISIS) catturato nella provincia di Ninive. L’uomo ha raccontato di essere entrato nelle file di Al Qaeda nel 2004 ed è stato arrestato dalle truppe statunitensi. È stato liberato dall’Isis e si è arruolato nelle loro file, ha combattuto nel 2014 a Sinjar, ammettendo di aver ucciso 5 civili. I capi del fu falso califfato gli hanno donato una ragazza yazida come bottino di guerra. “È tua schiava, puoi fare con lei tutto quello che desideri; tutto è lecito secondo la sharia”, gli hanno confermato i criminali dell’Isis. Il detenuto ha ammesso di averla violentata ripetutamente, ma non l’ha mai sposata. Secondo la legge irachena sarà condannato alla pena capitale.
Etiopia
Un’altra strage in Tigray. 17 lavoratori in un mulino per la produzione di farina sono stati uccisi da un missile lanciato da un drone delle truppe governative. Lo riferiscono operatori dei soccorsi nella cittadina di May Tsemre. È la seconda strage in pochi giorni, sabato 8 gennaio oltre 50 persone sono morte in un campo profughi per un raid delle forze governative.
Afghanistan
L’ONU ha lanciato l’allarme per la situazione umanitaria sia in Afghanistan sia tra i profughi fuggiti nei paesi limitrofi. Nel 2022 servono 5 miliardi di dollari per far fronte ai bisogni della popolazione povera. In un comunicato il vice segretario per gli affari umanitari, Martin Griffith, ha detto: “La comunità internazionale non può sbattere la porta in faccia al popolo afghano, che soffre per le guerre da oltre 40 anni”.
Tunisia
Il segretario del sindacato tunisino dei giornalisti, Mahdi al-Jalasi, ha denunciato che nei media di Stato, radio e Tv, non sono ammessi per ordine politico gli esponenti dei partiti. “È una debacle per la libertà d’informazione; è la prima volta che avviene un ordine simile dalla rivolta del 2011”. La direttrice dei programmi della Tv di Stato, Awatef Saghrouni, ha negato l’esistenza di un ordine politico ed ha affermato che nei Tg e nelle trasmissioni politiche le notizie dei partiti sono presenti. Tutte le manifestazioni e le prese di posizione sono state inserite nei notiziari e nei servizi di approfondimento. Una dichiarazione che non smentisce l’affermazione del sindacato sulla mancanza di confronto di idee e di interpretazioni, non sulla copertura delle notizie.
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