Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
15 gennaio 2022
Rassegna anno III/n. 014
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I titoli
Tunisia: Dura repressione della polizia contro i manifestanti per l’anniversario della caduta di Ben Alì.
Iraq: Attacco terroristico contro la sede del partito “Progresso”. Nessuna vittima.
Iran: Nuovamente arrestata la ricercatrice franco-iraniana Fariba Adelkhah.
Etiopia: Le organizzazioni dell’ONU denunciano la grave situazione umanitaria in Tigray.
Egitto: Arrestato un oppositore in un caso di palese pirateria aerea.
Palestina-Israele: Sulla scia di Emma Watson, artisti del cinema internazionale in solidarietà con la lotta del popolo palestinese.
Le notizie
Tunisia
Grandi manifestazioni per la commemorazione della caduta del regime di Ben Alì, 11 anni fa. La polizia è intervenuta duramente con manganelli, lacrimogeni e idranti per impedire l’avanzata dei cortei verso il palazzo presidenziale. Sono stati arrestati decine di manifestanti. Diversi giornalisti tunisini e internazionali hanno denunciato di essere stati picchiati e di aver subito il sequestro dei cellulari e di macchine fotografiche. L’anniversario del 14 gennaio è stato l’occasione colta dall’opposizione, per dire no alle misure d’emergenza decise dal presidente Qais Saied il 25 luglio, con la cacciata del governo e il congelamento del Palamento. Per i partiti della precedente coalizione di governo si tratterebbe di un colpo di Stato, per portare al vertice del potere una sola persona.
Iraq
Un attacco terroristico contro la sede del “Progresso”, il partito del presidente del Parlamento, Halabousi, appena riconfermato due giorni fa nella sua carica. Le bombe a mano lanciate da due uomini all’alba di ieri hanno ferito due guardiani e causato la frantumazione dei vetri delle finestre dell’edificio. Nella notte tra giovedì e venerdì alcuni razzi sono stati lanciati contro le sedi diplomatiche nella zona verde. Una donna ed un bambino sono rimasti feriti. Non c’è stata ancora nessuna rivendicazione dei due atti terroristici. Per la maggior parte degli osservatori, queste azioni mirano alla destabilizzazione del paese in una fase delicata, segnata dal ritiro delle truppe USA e dal ridimensionamento politico dei partiti filo-iraniani nelle ultime elezioni dello scorso ottobre.
Iran
Le autorità iraniane hanno nuovamente arrestato la ricercatrice franco-iraniana, Fariba Adelkhah. Era stata già arrestata nel giugno 2019 e condannata nel maggio 2020 a 5 anni di reclusione con l’accusa di pericolo per la sicurezza dello Stato. Dall’ottobre di quell’anno era agli arresti domiciliari. Il comitato di sostegno alla ricercatrice ha affermato che il suo arresto avviene “per motivi di ricatto, legato a tematiche che esulano dal suo caso”.
Una dipendente del British Council, Aras Amiri, condannata a 10 anni per spionaggio, è stata rilasciata dopo una trattativa tra Londra e Teheran.
L’arresto di Adelkhah avviene mentre sono in corso le delicate trattative di Vienna per il nucleare iraniano e la cancellazione delle sanzioni statunitensi.
Etiopia
“In Etiopia si assiste ad una catastrofe umanitaria”. Lo affermano da Ginevra i rappresentanti degli organismi umanitari dell’ONU. Il rappresentante del Programma Alimentare Mondiale ha messo in guardia dal blocco della distribuzione degli aiuti a causa del conflitto e l’assedio imposto di fatto. La portavoce dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani ha denunciato che a causa dei bombardamenti governativi, nella provincia del Tigray si sono avuti dall’inizio di gennaio 108 morti e 75 feriti tra la popolazione civile.
Egitto
Siamo alla pirateria aerea o quasi.
Hussam Salam è stato arrestato dalla polizia egiziana su un aereo di linea sudanese: Khartoum-Istabul, durante un atterraggio di emergenza a Luxur. L’operazione di atterraggio è stata un pretesto appositamente studiato, perché Salam era stato bloccato il 12 gennaio all’aeroporto di Khartoum. Inoltre i passeggeri non hanno notato nessun incendio nella stiva, come era stato annunciato. La stampa del Cairo scrive che Salam è uno dei fondatori del movimento “Hasm”, vicino alla Fratellanza Musulmana e considerato dal governo organizzazione terroristica. Sarebbe ricercato dal 2017 per una serie di citazioni in giudizio, in particolare Salam è accusato di aver partecipato all’assassinio di un alto ufficiale.
Palestina-Israele
L’attrice Emma Watson ha espresso su Instagram la sua solidarietà con i palestinesi, scrivendo: “La solidarietà è un verbo” sotto fotografie di manifestazioni del quartiere Sheikh Jarrah e con una citazione della studiosa anglo-australiana, Sarah Ahmed, che riportiamo qui integralmente: “La solidarietà non suppone che le nostre lotte siano le stesse lotte, o che il nostro dolore sia lo stesso dolore, o che la nostra speranza sia per lo stesso futuro. Solidarietà comporta l’impegno e il lavoro, così come il riconoscimento, ché anche se non abbiamo gli stessi sentimenti, o le stesse vite, o gli stessi corpi, viviamo su un terreno comune”. Il post ha avuto quasi un milione e mezzo di espressione di gradimento e oltre 150 mila commenti, tra sostenitori o detrattori. L’attrice di Harry Potter ha ricevuto anche da un ex ministro di destra israeliano, Danny Danon, e dall’ambasciatore di Tel Aviv all’ONU, Gilad Ernan, la solita accusa di antisemitismo. È stato però un boomerang. Oltre 40 artisti, in maggioranza di Hollywood, hanno firmato una dichiarazione di solidarietà con il popolo palestinese nella sua lotta per l’indipendenza dall’occupazione israeliana, sottolineando “Riconosciamo il palese squilibrio di potenza tra Israele, la forza occupante, ed i palestinesi, la popolazione sottoposta ad un sistema di occupazione militare e Apartheid”.
L’accusa di antisemitismo, che confonde l’odio razziale contro gli ebrei con la critica alla politica criminale dello Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese, è oramai un’arma spuntata e non funziona più laddove c’è intelligenza e cultura. Il quotidiano britannico The Guardian ha dedicato all’argomento un lungo articolo.
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