Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
05 febbraio 2022
Rassegna anno III/n. 035
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La vignetta di Mauro Biani in ricordo di Vittorio Arrigoni è QUI
NellaRubrica Approfondimenti pubblichiamo l’appello “Il Memorandum Italia-Libia dev’essere revocato!”.
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I titoli
Siria-Isis: L’uccisione di Al-Quraishi è stata un colpo mortale per l’ISIS.
Yemen: La guerra infinita alimenta il mercato delle armi francese e statunitense.
Palestina: Criticare la repressione israeliana non è antisemitismo.
Sudan: Arrestata Amira Othman, difensora dei diritti delle donne.
Libia: Manifestazione di protesta dei migranti nel carcere di Ain Zara.
Egitto: Appello di parlamentari europei per denunciare i crimini contro i diritti umani.
Tunisia: Non sono stati pagati gli stipendi di gennaio. Si aggrava la crisi finanziaria a causa delle condizioni draconiane del FMI.
Unione Africana: Si apre oggi il vertice ad Addis Abeba.
Le notizie
Siria-Isis
L’operazione compiuta dalle truppe speciali USA nella provincia di Idlib ha inferto un duro colpo all’organizzazione criminale del fu califfato. Lo affermano i capi daieshisti detenuti in Iraq, intervistati dall’emittente Al-Arabiya. Uno dei due è un parente stretto del successore di Al-Baghdadi.
Abdel-Nasser Gardash, daieshista anche lui, ha rivelato alcuni aspetti che non erano noti della vita del capo-terrorista: “è stato colpito due volte in attacchi precedenti statunitensi ed ha perso una gamba”. Secondo questo daieshista, “è stato lo stesso Abdallah Gardash a emettere la fatwa per l’uccisione degli yazidi. Con la sua uccisione è oramai finito tutto il gruppo dirigente fondatore dell’Isis”.
Come successore ipotizza il nome di Abu Saad Al-Naimi, ma condiziona questo passaggio all’esistenza in vita di quest’ultimo. L’altro intervistato è Al-Jabouri, ex vice di Al-Baghdadi, arrestato recentemente in un’operazione delle forze di sicurezza irachene nel nord della Siria. Ha riconosciuto che l’uccisione di Al-Quraishi, alias Abdallah Gardash, è un colpo duro per l’organizzazione. Qui la pagina di Alarabiya.net con il video dell’Intervista in arabo.
Yemen
L’aeronautica saudita ha compiuto decine di raids su Sanaa. Secondo un comunicato dei ribelli Houthi le bombe hanno colpito nella zona dell’aeroporto, che di fatto è usato soltanto per i voli umanitari. Sui fronti di guerra a terra, le truppe filo governative, appoggiate da Riad e Abu Dhabi, stanno conquistando diverse città precedentemente sotto il controllo dei ribelli.
Quello yemenita è un conflitto senza vincitori, ma con tutti perdenti. Ci guadagnano soltanto i fabbricanti di armi. La Francia segue le orme degli Stati Uniti e assicura agli Emirati tutto il sostegno per la difesa dello spazio aereo dagli attacchi compiuti con droni e missili balistici yemeniti.
Palestina
Shahd Abusalama può continuare la sua carriera accademica presso la Sheffield Hallam University che l’aveva sospesa un mese fa, dopo una denuncia dell’IHRA contro il suo impegno a favore del suo popolo e di denuncia delle repressioni messe in atto dal governo israeliano. Abusalama sta preparando una ricerca di dottorato nell’Università inglese. I responsabili dell’ateneo l’hanno convocata ed hanno espresso le scuse per l’accaduto: “Dopo le nostre investigazioni ci siamo resi conto che le sue attività non hanno nulla a che fare con l’antisemitismo”. Il suo caso ha suscitato molto scalpore nel mondo accademico britannico e anche europeo e statunitense. Messaggi di solidarietà, petizioni e raccolte firme, che hanno inondato il consiglio accademico dell’Università di Sheffield, hanno avuto il loro effetto, facendo cancellare l’ingiusta discriminazione. La controversa definizione di antisemitismo avanzata dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) ingloba l’opposizione alle politiche del governo israeliano, che è palesemente falso.
Sudan
È stata arrestata Amira Othman, attivista per i diritti delle donne in Sudan. Il 22 gennaio è stata prelevata di notte, dalla propria casa, da un gruppo di 30 agenti in abiti civili e dal volto coperto. Per alcuni giorni è stata vittima di sparizione forzata e poi è comparsa nel carcere femminile di Omdurman, soltanto dopo la denuncia dei familiari. Othman è la fondatrice dell’associazione “No all’oppressione contro le donne”, che ha denunciato il sistematico comportamento delle forze di polizia contro le donne durante le manifestazioni, con maltrattamenti, offese e stupri. Il caso è grave anche alla luce delle condizioni di salute della donna, che soffre di semiparalisi alla spina dorsale ed è costretta a muoversi in carrozzella. Mercoledì scorso, è stato organizzato un presidio davanti alla sede della missione ONU, a Khartoum, per chiedere l’intervento diretto dell’inviato speciale e svolgere una visita all’attivista. I familiari non l’hanno potuta visitare ancora e la sorella, che è avvocata, ha affermato che nei confronti di Amira non sono state formulate accuse e non è stata avviata nessuna procedura giudiziaria.
Libia
Manifestazione dei migranti nel centro di detenzione di Ain Zara, a Tripoli. La protesta è stata organizzata durante la visita di un gruppo di ufficiali mandato dal governo per studiare la situazione e distribuire aiuti. I migranti hanno formato un corteo nel centro e hanno gridato Ejlaa, Ejlaa, (evacuazione, evacuazione). La Libia non è un posto sicuro neanche per i cittadini libici e la detenzione dei richiedenti asilo è un fatto grave e viene perpetrato con il sostegno dei paesi dell’Unione Europea, che hanno l’unico interesse di tenere i poveri dell’emisfero sud lontano dai suoi confini. Nei giorni scorsi è stato lanciato l’appello “Il Memorandum Italia-Libia dev’essere revocato!”. Il documento è stato sottoscritto da organizzazioni della società civile italiane, libiche ed europee il 2 febbraio, anniversario della firma del Memorandum. (Si può leggere nella rubrica Approfondimenti). Per vedere il video della protesta nel centro di detenzione di Ain Zara:
Egitto
175 parlamentari europei (UE + GB) hanno invitato le Nazioni Unite a svolgere indagini sulla situazione dei diritti umani in Egitto, definita “spaventosa”.
L’appello chiede al Consiglio ONU per i Diritti Umani di istituire una commissione sul caso, nella prossima riunione del 28 febbraio. Secondo l’analisi dei firmatari, “Le autorità del Cairo si sentono al di sopra di ogni giudizio, a causa dei continui sostegni ricevuti dai governi”, in nome della lotta al terrorismo e per interessi economici, aggiungiamo noi. Tra le violazioni dei diritti umani, l’appello cita: “Sparizioni forzate, uccisioni extragiudiziali, arresti delle donne con accuse pesanti di immoralità per il comportamento pubblico, repressione degli omosessuali e delle minoranze religiose”. L’Egitto è tra i paesi che hanno arrestato più giornalisti nel 2021. Nelle carceri egiziane ci sono oltre 60 mila detenuti di opinione e politici.
Tunisia
Gli stipendi del mese di gennaio per i dipendenti pubblici non sono stati pagati. Difficoltà per le famiglie che devono far fronte agli aumenti dei prezzi, in seguito alle decisioni governative di togliere i sussidi ad alcune merci e servizi. Su molti organi di stampa legati all’opposizione è stata diffusa la notizia che i pagamenti ritarderanno per mesi, ma la ministra delle finanze ha avanzato una motivazione poco credibile: “Il mancato pagamento è stato causato solamente dalla coincidenza della scadenza con le festività”. La Banca centrale, invece, non ha nascosto le difficoltà finanziarie che la Tunisia vive a causa del debito pubblico. I negoziati con il FMI sono sospesi, a causa del rifiuto, correttamente motivato, del sindacato di approvare le misure draconiane proposte per la rinegoziazione del debito e la concessione di nuovi prestiti.
Domani, domenica 6 febbraio, si terrà a Tunisi la manifestazione della sinistra e delle forze democratiche, per commemorare il nono anniversario dell’assassinio di Shokri Belied, compiuto dalle frange jihadiste con appoggi all’interno del ministero dell’Interno, guidato da un esponente di Ennahda.
Unione Africana
Si apre oggi ad Addis Abeba il 35esimo vertice dell’Unione Africana. Sarà una conferenza organizzata in presenza, dopo la pausa per l’emergenza sanitaria Covid19, probabilmente anche per la volontà del governo etiopico di dimostrare la sua vittoria nel conflitto interno, dando un’immagine di normalità. I temi all’ordine del giorno del vertice sono le crisi causate dai colpi di Stato (ultimo in Burkina Faso) e della mancanza di un piano sanitario per far fronte alla pandemia Coronavirus. Uno dei temi che creerà spaccature è la richiesta di adesione di Israele, approvata come membro osservatore dal presidente di turno, ma osteggiata da Algeria e Sud Africa.
Approfondimenti
Ringraziamo l’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione).
Revoca immediata del Memorandum Italia-Libia: l’appello della società civile
Rubriche precedenti
Festival del libro per la pace e la non violenza
Roma 2-5 giugno 2022
Echi della stampa araba n. 10
In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.
La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.
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