Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
17 febbraio 2022
Rassegna anno III/n. 047
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Il calendario ARCI 2022 è dedicato alle donne afghane. Per saperne di più: vai sul sito ARCI al link indicato.
Nella rubrica Approfondimenti pubblichiamo l’appello per la libertà dell’avvocata turca, Aysel Tugluk. Firmatelo, per favore!
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I titoli
Palestina Occupata: Atrocità e sadismo delle forze di occupazione israeliane contro un giovane palestinese durante un rastrellamento.
Siria: attacco israeliano su Damasco.
Somalia: Attacchi simultanei a Mogadiscio rivendicati dal movimento qaedista Shebab.
Egitto: Il governo aumenterà il prezzo del pane, principale alimento degli stati popolari, impoveriti dalle politiche economiche di privatizzazioni.
Yemen: Forse si potrà disinnescare la bomba ecologica della nave Safir, da sette anni abbandonata a Hodeida con un milione di barili di petrolio.
Libia: A undici anni dalla caduta della dittatura, non si intravvede la fine del tunnel.
Algeria: La combattente per la libertà contro il colonialismo francese, Djamila Boupacha, ha rifiutato la designazione a senatrice.
Kuwait: Una sentenza della Corte costituzionale restituisce diritti alle persone transessuali.
Le notizie
Palestina Occupata
L’Ente per i prigionieri politici ha diffuso un video che smaschera i macabri metodi disumani, compiuti dalle forze di occupazione israeliane. Durante un rastrellamento a El-Bira, i soldati hanno liberato un cane feroce contro un giovane guardiano di una fabbrica. Malek Maad (19 anni). È stato morso ed immobilizzato dal cane mentre i soldati puntavano contro di lui i loro mitra. Il giovane è stato portato via e da lunedì è in stato di sparizione forzata. (La scena di sadismo dei soldai israeliani)
Siria
Un attacco israeliano nella notte contro postazioni dell’esercito nei pressi di Damasco. Lo riferisce l’agenza stampa Sana, parlando di lievi danni materiali. Non è stato specificato come sia avvenuto questo attacco. È il secondo in questo mese. Il 9 di febbraio, missili israeliani hanno colpito alla periferia della capitale, uccidendo due soldati e ferendone altri quattro.
Un bombardamento d’artiglieria delle forze governative, su Termanine, nella provincia di Idlib, ha colpito un deposito di carburanti, provocando la morte di 4 persone e il ferimento di molti altri. I vigili del fuoco hanno lavorato diverse ore per domare le fiamme.
Somalia
Il movimento terroristico Shebab ha sferrato sei attacchi suicidi conto commissariati di polizia nella capitale Mogadiscio. La polizia ha comunicato che ci sono stati due morti e 20 feriti, tra i quali tre agenti. In uno degli attacchi, i miliziani sono riusciti ad impossessarsi di un’auto della polizia e sono attivamente ricercati. L’offensiva terroristica avviene in una fase di divisioni, all’interno dell’élite politica, sulle elezioni dell’organismo federale che nominerà il nuovo presidente. Secondo il rappresentante dell’ONU, le votazioni avvengono con rilento e il ritardo potrebbe acuire le contraddizioni tra il presidente Farmajo e il premier, Robley.
Egitto
Il premier Mustafa Madbouly ha annunciato che il governo ha deciso l’aumento del prezzo del pane. La sua espressione è diventata un gioco di spirito: “Il prezzo dev’essere movimentato”, ha detto il premier e la frase è subito rimbalzata nei mercati popolari con molto scherno. Madbouly non ha quantificato questo “movimento”, ma si annuncia pesante, perché il premier ha ricordato che l’ultimo ritocco al prezzo era del 1988 e che allora la sovvenzione statale era di 10 lire al chilo, mente adesso è di 60 lire. Visto che il pane è l’alimento principale per le classi meno abbienti e un terzo degli egiziani vive sotto la soglia di povertà, il futuro per la povera gente egiziana non sarà roseo.
Yemen
Forse sarà evitata una catastrofe ambientale nel Mar Rosso, di fronte al porto di Hodeida. Il sottosegretario dell’ONU per gli affari umanitari, Martin Griffith, ha comunicato al Consiglio di Sicurezza il raggiungimento di un accordo, con le parti yemenite, per il soccorso alla nave-deposito Safir, ancorata a 6 miglia dal porto di Hodeida. La nave contiene 1,1 milione di barili di petrolio e dal 2015 è abbandonata senza nessun tipo di manutenzioni. Una vera e propria bomba ecologica che rischia di danneggiare l’ambiente e gli abitanti delle città marinare. I tecnici dell’ONU provvederanno a svuotare la nave trasferendo il greggio su un’altra petroliera e poi interverranno per le manutenzioni necessarie a metterla in sicurezza.
Libia (Commento)
Oggi, 17 febbraio, è l’undicesimo anniversario della rivolta libica contro la dittatura. Il popolo, malgrado le ferite, festeggia, perché ha conquistato la libertà. Ma una nave con due comandanti affonda. Le contraddizioni che hanno portato a questa empasse sono riferibili allo scontro tra militaristi e islamisti, sul quale potenze internazionali (Italia, Francia, GB, Russia e Stati Uniti) e regionali (Egitto, Turchia ed Emirati) hanno ordito per servire i propri interessi. Non si deve credere alle narrazioni che parlano di scontro regionale interno, tra est e ovest libico. La falsità di quelle narrazioni la dimostra la crisi attuale. I due primi ministri, quello in carica e quello designato, tutt’e due appartengono alla stessa città: Misurata. Il contenzioso è su chi deve mettere mano sul tesoretto della Banca Centrale e sulle entrate petrolifere.
Il mancato passaggio pacifico dei poteri al nuovo premier Basha-Agha è una grave azione dalle conseguenze imprevedibili. D’altronde un governo, quello di Dbeiba, nato con il sospetto del voto di scambio e del quale due ministri sono stati arrestati per corruzione, non poteva che reagire in questo modo. Il fallimento delle elezioni del 24 dicembre è legato anche a questo attaccamento alla poltrona ed al denaro.
Per la prima volta le due istituzioni elettive libiche (Parlamento e Congresso) si sono messe d’accordo su un percorso credibile verso le elezioni. Su questo l’ONU dovrebbe costruire un intervento politico di dissuasione contro il personalismo, che si nasconde ridicolmente dietro le parole rivoluzione e popolo. Alle quali, d’altronde, l’attuale premier non è mai appartenuto: è un ricco imprenditore, che nel 2011 viveva in Canada ed è figlio di una famiglia molto vicina all’ex dittatore. Parafrasando un noto film: “È il populismo, bellezza!”.
Algeria
La combattente per la libertà contro il colonialismo francese, Djamila Boupacha ha declinato la nomina a senatrice. In una lettera indirizzata al presidente della Repubblica ha detto che preferisce rimanere una cittadina normale, senza incarichi. La camera alta del Parlamento algerino viene eletta per due terzi e il presidente nomina l’altro terzo. Tra questi era incluso il nome di Boupacha. La donna nel 1960 è stata arrestata e processata dai francesi con l’accusa di aver tentato di far esplodere un cinema ad Algeri. Lei ha sempre negato ed ha accusato la polizia di aver estorto la confessione sotto tortura e di essere stata violentata dai militari che l’avevano interrogata. Il suo caso ha scosso la società francese e al suo fianco sono scesi Sarter, Aragon e Simone de Beauvoir, che ha scritto un libro sulla sua vicenda. Nella copertina un ritratto di Boupacha disegnato da Picasso (QUI).
Kuwait
La Corte Costituzionale ha dichiarato nulla una legge del 1960, che discrimina i transessuali. È una pronuncia importante che ristabilisce un diritto alle persone che hanno sofferto le angherie e le violenze della polizia, nell’applicazione di quella legge.
Le associazioni locali per la difesa dei diritti umani hanno raccolto molte testimonianze di uomini e donne che sono stati imprigionati per aver assunto l’identità dell’altro genere, rispetto a quello anagrafico. E nel carcere hanno subito stupri. Lo scorso anno, è stata condannata a un anno di reclusione Maha Matiri, per essersi presentata come donna su Internet ed è stata condotta in un carcere maschile, dove è stata picchiata e violentata.
Quella della Corte costituzionale è una sentenza di civiltà.
Approfondimenti
Turchia: appello per il rilascio immediato dell’avvocata Aysel Tuğluk
Grazie alla segnalazione dell’amica e compagna Silvana Barbieri pubblichiamo questo appello lanciato da un’associazione turco-tedesca di Berlino. I nostri lettori sono invitati a firmare la petizione tramite il link, in fondo all’appello.
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