Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

06 marzo 2022.  BUONA DOMENICA!

Rassegna anno III/n. 064

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Undici giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Putin dichiara di aver distrutto la struttura militare ucraina e mette in guardia la Nato dal dichiarare una zona di non volo. La tregua per motivi umanitari a Mariupol è fallita e ciascuna delle parti accusa l’altra di violazioni. Cina e Israele mediano per un cessate il fuoco. Pechino a Washington: “Non versate benzina sul fuoco!”. I colloqui sono stati rimandati a domani. Manifestazioni in tutto il mondo contro la guerra. Successo di partecipazione a Roma.

Domenica 27 marzo 2022 ore 18:00 si terrà, in modalità online, l’Assemblea dell’Associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità”. Tutti gli abbonati ed i collaboratori, anche non iscritti, possono chiedere il link per parteciparvi: anbamedaps@gmail.com

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I titoli

Palestina Occupata: Ucciso un giovane palestinese a Gerusalemme.

Tunisia: Pesanti condanne agli jihadisti di Ben Gardane.

Arabia Saudita: Il blogger Raif Baddawi ha finito la pena, ma viene tenuto in carcere.

Migranti: Presidio davanti alla sede ACNUR a Zarzis in Tunisia.

Afghanistan: Compare in pubblico per la prima volta ministro dell’interno ricercato da Washington.

Siria: 23 mila sono in fila per arruolarsi in Ucraina a fianco dei russi. Reclutamento di miliziani anche ad Idlib, sotto il controllo turco.

Egitto: Per la prima volta una donna giudice entra nel massimo organo della magistratura.

Le notizie

Palestina Occupata

Le forze di occupazione hanno ucciso un giovane palestinese di 19 anni, a Gerusalemme est. La versione israeliana parla di un tentativo di accoltellamento, alle 04 del mattino, alla porta di Hatta, una delle porte che conducono alla moschea di Al Aqsa. Due gli agenti feriti lievemente. Non è stata fornita l’identità del giovane. Testimoni oculari palestinesi, arrivati sulla scena dopo la sparatoria, raccontano che il giovane ferito era stato lasciato a terra senza soccorso.

Tunisia

Pesanti condanne per il gruppo di 96 terroristi implicati negli attacchi di Ben Gardane, nel marzo 2016. 16 condanne a morte, 30 all’ergastolo e altre pene detentive a più di 20 anni. L’attacco era stato rivendicato dall’Isis, che intendeva dichiarare un emirato islamico al confine tra Libia e Tunisia. Decine di elementi tunisini armati hanno attaccato simultaneamente la caserma dell’esercito, il commissariato di polizia e una sede della Guardia Nazionale. Le operazioni sono durate un’intera settimana ed hanno causato la morte di 13 soldati e agenti e 7 civili, ma l’operazione è fallita e sono stati uccisi 55 jihadisti e arrestati molti altri, che hanno confessato fornendo informazioni sulla rete terroristica.

Arabia Saudita

Amnesty International ha fatto appello alle autorità giudiziarie saudite per la liberazione del blogger Raif Badawi, che ha già scontato per intera la pena di reclusione comminata. Badawi è stato condannato, per offesa alla religione islamica, a 10 anni e 1000 frustate, in 20 “sedute” settimanali di 50 frustate ciascuna. La prima è stata eseguita a Gedda, nella piazza pubblica, il 9 gennaio 2015, ma poi le restanti “sedute” sono state sospese, per la condanna internazionale unanime. Il primo marzo Badawi doveva essere liberato, ma non è stato rilasciato. La condanna prevede anche il divieto di espatrio per altri 10 anni. La moglie ed i tre figli vivono in esilio in Canada; il supplemento di pena è un atto di vendetta di un’ingiustizia medievale del regno dei Bani Saud.

Migranti

Un centinaio di rifugiati africani continua da un mese un presidio davanti alla sede dell’ACNUR di Zarzis, in Tunisia. I richiedenti asilo rivendicano di essere ricollocati nei paesi ospitanti, come era stato promesso loro nei mesi scorsi. Lamentano anche la cancellazione del piccolo sostegno economico (circa 75 dollari al mese) che veniva garantito, ma che per penuria di bilancio l’ente ONU ha ridotto o cancellato. “Ci hanno salvato dal mare, ma siamo qui incastrati. Non possiamo lavorare e non abbiamo prospettive”, ha detto un migrante sudanese fuggito dal Darfur.

Afghanistan

Per la prima volta il ministro dell’Interno del governo Taleban, Serajuddine Haqqani, è apparso in pubblico. Ha partecipato ad una cerimonia per la consegna dei diplomi agli allievi della scuola di polizia. È la prima volta che viene autorizzata la ripresa in video e foto della sua immagine. Nella lista di governo, pubblicata al momento dell’insediamento, vicino al suo nome era stato lasciato vuoto il quadro della foto. L’unica foto sua conosciuta è quella del mandato di cattura USA. Haqqani è il capo della Rete omonima affiliata ai taliban che ha compiuto molti attentati contro obiettivi dell’esercito USA in Afghanistan ed è considerata l’anello di congiunzione tra i taliban ed Al Qaeda. Washington ha messo sulla sua testa una taglia di 10 milioni di dollari.

Siria

Il quotidiano saudita (edito a Londra) Asharq-Alawsat scrive che nella capitale siriana sono attivi i trafficanti di mercenari nel reclutamento di miliziani, da spedire nella guerra ucraina dalla parte russa. I personaggi implicati sono i capi della milizia “Gruppo Al-Bustan” legata a Rami Makhlouf, cugino del presidente siriano. Nella lista si sono registrati 23 mila giovani già addestrati. 

I contratti promettono 7mila dollari USA in sette mesi di servizio (Mille dollari al mese) e impongono la permanenza in servizio almeno per tutto il periodo, che potrebbe essere rinnovato, secondo l’andamento degli avvenimenti”.

Il quotidiano aggiunge che ci sono notizie di reclutamenti simili anche nel nord della Siria sotto il controllo dei turchi, ma a favore dell’Ucraina.

In Iraq, la stampa locale rivela di azioni simili, sia a favore della Russia che dell’Ucraina. Il governo di Baghdad ha messo in guardia da simili attività. “Il pericolo di infiltrazione di jihadisti è fortissimo”.

Egitto

Per la prima volta una giudice donna viene nominata nell’Alta Corte di Giustizia amministrativa. La nomina di Radwa Hilmi nel Consiglio di Stato è avvenuta in seguito al decreto presidenziale per la nomina di 98 giudici donne nei più alti incarichi nel sistema giudiziario egiziano, dominato dalla presenza totale di giudici maschi. Il caso precedente risale al 2003 quando era stata nominata Tahani Jibali alla carica di giudice della Corte Costituzionale, ma nel 2012 era stata esautorata dal presidente islamista Morsi, in applicazione di una interpretazione fondamentalista della legge islamica.

Echi dalla stampa araba n. 13

Approfondimento

Ricostruire un movimento pacifista

ancora più forte

di Luciana Castellina, Presidente onoraria Arci

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2 commenti

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