Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
08 aprile 2022.
Rassegna anno III/n. 097
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44 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Il Cremlino ammette le ingenti perdite in vite umane e mezzi. L’Assemblea generale dell’ONU esclude Mosca dal Consiglio per i Diritti Umani. Le trattative tecniche russo-ucraine proseguono, ma senza risultati concreti. “Sarà una lunga guerra”, dicono gli strateghi del Pentagono.
Il 24 aprile Marcia della Pace Perugia-Assisi: “Fermatevi, la guerra è una follia!”.
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I titoli
Israele: Due morti e 8 feriti in un attacco armato palestinese a Tel Aviv.
Yemen: Il presidente Radi si dimette e consegna il potere ad un consiglio presidenziale.
Sudan: Assassinato dai golpisti un giovane manifestante di 19 anni.
Jihadismo: Un messaggio video del capo di Al-Qaeda Al-Zawahiri.
Somalia: Di nuovo tensioni al vertice del potere tra presidente e premier.
Libano: Tornano a Beirut gli ambasciatori di Arabia Saudita e Kuwait, dopo 5 mesi di rottura delle relazioni diplomatiche.
Pakistan: La Corte suprema annulla lo scioglimento del Parlamento. Omran Khan rischia la sfiducia.
Le notizie
Israele
Un altro attacco armato palestinese nel centro di Tel Aviv. Il quarto in due settimane. Almeno due uomini hanno sparato raffiche di mitra causando 2 morti e 8 feriti, secondo la Stella di Davide Rossa. La polizia ha chiuso la zona dell’attacco ed ha consigliato alla popolazione di rimanere a casa. La ricerca degli attaccanti è durata tutta la notte, ma secondo la stampa israeliana dovrebbero avere un rifugio nel quale nascondersi. Nei precedenti attacchi, le forze israeliane hanno ucciso gli assalitori. Nei territori palestinesi occupati, l’esercito ha compiuto rastrellamenti, uccidendo palestinesi disarmati. Il ministro della difesa, Gantz, ha riconosciuto che il muro di separazione non è più sufficiente a bloccare gli attacchi.
Yemen
Il presidente Hadi ha passato i suoi poteri ad un Consiglio di presidenza formato da 8 persone e guidato dal suo ex consigliere, Rashad Alimi. È la nuova fase politica disegnata da Riad e Abu Dhabi per il futuro politico dello Yemen. Un tentativo di unificare le componenti avversarie degli Houthi, per avviare una trattativa con i ribelli. La conferenza delle forze politiche e militari yemenite, tenuta a Riad in questi giorni, è servita a trovare un accordo di unità, sotto la regia congiunta di Arabia Saudita e
Emirati, i due paesi maggiormente implicati nell’intervento militare in Yemen. Obiettivo di questo Consiglio è quello di avviare trattative per una tregua permanente. Riad ha offerto un sostegno economico di 3 miliardi di dollari alla Banca centrale yemenita, per finanziare le attività della nuova struttura governativa.
Sudan
Grandi manifestazioni si sono svolte nell’anniversario della caduta del regime di Numeiri, il 6 aprile 1985. Le proteste contro la giunta militare golpista hanno assunto un forte carattere di massa, coniugando la lotta per la democrazia a quella per il pane e il lavoro. Il generale golpista Burhan non accenna a nessun passo indietro e ha ordinato di bloccare i manifestanti lontano dal palazzo presidenziale. Nella repressione poliziesca è caduto un morto e decine di feriti. Il ragazzo ucciso aveva 19 anni ed è stato colpito da una pallottola di guerra al cuore. Il numero delle vittime del colpo di Stato è salito a 94 manifestanti in sei mesi.
Jihadismo
Il capo di Al-Qaeda, il medico egiziano, Al-Zawahiri, è apparso in un video recente, per smentire le voci sulla sua morte o malattia. 9 minuti di video-audio nelle quali ha fatto riferimento ad un fatto di cronaca di metà febbraio avvenuto in India: la studentessa indiana Muskan Khan che a febbraio a Karnataka aveva sfidato il divieto di indossare l’hijab, il velo islamico, urlando ”Allah hu Akbar” all’interno della sua scuola. È la prima apparizione di Al-Zawahiri dallo scorso novembre, ma segna anche l’inconsistenza del suo movimento nella rete del jihadismo, in seguito all’uccisione di due capi di sezioni locali di Al-Qaeda, nel Maghreb (AQIM) e nello Yemen (AQAP).
Somalia
Di muovo tensioni al vertice del potere in Somalia, tra il presidente Farmajo e il premier Roble. Quest’ultimo ha ordinato l’espulsione dal paese del capo della missione dell’Unione Africana, l’ambasciatore mozambicano Francisco Madera. A poche ore dal decreto di espulsione, il presidente ha emesso un altro decreto che lo annulla e esprime le scuse all’Unione Africana per l’accaduto. La lotta tra i due uomini sta ritardando le elezioni, che dovrebbero pilotare il paese verso un governo unitario. La rottura politica ha anche lasciato falle nel sistema di sicurezza, aprendo spazio agli attacchi armati del gruppo Shebab affiliato ad Al-Qaeda, che recentemente ha sferrato colpi mortali, sia nella capitale sia nelle province, per impedire la tenuta delle elezioni. Dal 2007, in Somalia è presente una forza di pace dell’Unione Africana.
Libano
Dopo 5 mesi, gli ambasciatori di Arabia Saudita e Kuwait tornano alle loro sedi a Beirut. La crisi era nata in seguito alle dichiarazioni del ministro delle Comunicazioni libanese, Qardahi, sulla guerra in Yemen e sulla necessità di ritiro delle forze militari saudite dal paese, definite “truppe d’invasione”. Non erano bastate le dimissioni del ministro per ristabilire i rapporti diplomatici, nel tentativo di condizionare la formazione e l’attività del governo libanese in funzione anti iraniana, contrastando il ruolo di Hezbullah, principale partito nel parlamento di Beirut.
Pakistan
La Corte suprema ha annullato lo scioglimento del Parlamento ed ha ordinato di votare la sfiducia. Uno sviluppo che rovescia la situazione e mette nell’angolo il premier Omran Khan, che rischia adesso di essere mandato a casa. I partiti dell’opposizione avevano sfruttato l’abbandono di una ventina di deputati della maggioranza, per presentare una mozione di sfiducia. Khan ha accusato l’opposizione di essere eterodiretta da Washington, che aveva fatto pressioni per indurre Islamabad ad assumere posizione anti-russe sulla guerra in Ucraina.
Approfondimento
Voci sulla guerra
Riprendiamo due articoli dall’Ucraina e dalla Russia. Non è neutralità o equidistanza, ma ricerca di comprendere ascoltando, perché la guerra è orrore e anche propaganda. Per non fare gli utili idioti, dobbiamo capire. Il primo articolo è un’intervista ad un sociologo ucraino e l’altro è una dichiarazione degli anarchici russi.
Approfondimento
6 APRILE 2022: IN RICORDO DI GIOVANNI SARUBBI
Approfondimento
Figli dello stesso mare
Francesco e la nuova alleanza per il Mediterraneo
di Riccardo Cristiano
ed. Castelvecchi
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Echi dalla stampa araba n. 14
Da Al-Arabi Al-Jadeed (Il Nuovo Arabo)
Sette anni di guerra in Yemen:
una svolta decisiva per le sorti della pace.
Di Zakaria al-Kamaly
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