Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
18 aprile 2022.
Rassegna anno III/n. 107
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53 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Trattative sospese. Bombardamenti russi su Kiev e Kharkiv. Il governo ucraino smentisce la resa di Mariupol. Appello di Zelensky all’Unione Europea per ottenere armi subito.
Tra 6 giorni, il 24 aprile Marcia della Pace Perugia-Assisi: “Fermatevi, la guerra è una follia!”.
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I titoli
Palestina Occupata: Ancora tensione a Gerusalemme est. Bennett non ha più la maggioranza nella Knesset.
Turchia: Manovre marittime in tre mari, per mostrare i muscoli.
Egitto: Condannato all’ergastolo Mohammed Izzat, guida spirituale della Fratellanza Musulmana.
Libia: Bloccata la produzione petrolifera in alcuni campi del sud e est libico.
Pakistan-Afghanistan: Tensione al confine per le azioni di guerriglia e bombardamenti.
Malta: Sequestrati 800 kg di cocaina diretti in Turchia.
Le notizie
Palestina Occupata
Una repressione senza precedenti e divieto ai fedeli palestinesi musulmani di arrivare fino alla moschea di A-Aqsa, terzo luogo santo dopo Mecca e Medina. Un accanimento che non ha trovato reazioni all’altezza dei soprusi, né a livello arabo, né a livello internazionale. Le forze di occupazione si sono ritirate ieri dalla spianata per alcune ore, per tornare nel tardo pomeriggio ad occuparla scortando un gruppo di fedeli ebrei a compiere i riti all’interno dello spazio della moschea. 2500 militari hanno assediato la città vecchia impedendo ai palestinesi di età fino a 50 anni di entrare nell’area. La sollevazione di Gerusalemme contro il piano Bennett, di suddividere i luoghi santi musulmani, ha trovato eco in tutte le città palestinesi, con preghiere e cortei dopo la funzione notturna. Fiaccolate hanno attraversato le strade di Ramallah, Betlemme, Nablus e molte altre città. In Israele, la lista araba unificata (4 deputati) ha sospeso il sostegno al governo Bennett. Se si ritirasse dalla maggioranza, il governo Bennett cadrebbe alla prima verifica parlamentare del voto di fiducia. La Knesset è chiusa fino al 6 maggio.
Turchia
Ankara sta svolgendo manovre marittime nel mar Nero, Egeo e Mediterraneo, che continueranno fino al 21 aprile. Vi partecipano 122 unità navali, 42 aerei e 12 mila militari. Lo svolgimento di queste manovre durante il conflitto in corso in Ucraina e con il permanere di tensioni con la Grecia nel mare Egeo è un segnale che non lascia tranquilli. Nelle comunicazioni degli alti ufficiali turchi si sottolinea proprio “l’impellente necessità di mandare segnali chiari a chi intende ostacolare il nostro impegno nella ricerca di gas nell’Est del Mediterraneo”.
Egitto
Il tribunale del Cairo ha condannato all’ergastolo la guida spirituale della Fratellanza Musulmana, Mohammed Izzat. Le accuse rivolte a Izzat riguardano la collaborazione con elementi armati palestinesi di Hamas, nel 2013, per l’organizzazione di azioni contro l’esercito, in risposta alla caduta di Morsi. Nel 2015, Izzat era stato già condannato alla pena capitale per l’assalto al carcere in Sinai, nel 2011, che ha permesso la fuga di migliaia di condannati per terrorismo. L’imputato ha sempre negato di aver partecipato a nessuna delle riunioni per l’organizzazione delle azioni oggetto delle indagini. I giudici lo hanno condannato sulla base di un “teorema”: in quanto responsabile della congregazione Fratellanza Musulmana non poteva non sapere.
Libia
In diversi campi petroliferi è stata bloccata la produzione, in seguito all’occupazione degli impianti da parte di attivisti contrari al governo Dbeiba. È la prima reazione dei seguaci del premier incaricato, Basha-Agha, al fallimento del tentativo di far entrare pacificamente il nuovo governo nella capitale. La decisione di bloccare la produzione petrolifera è la conseguenza della disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici nelle diverse regioni. Nelle province orientali e meridionali (pro Basha-Agha) sono tre mesi che non vengono pagati gli stipendi, mentre nelle province occidentali prevalentemente fedeli a Dbeiba gli stipendi vengono pagati regolarmente. I militari dell’LNA fedeli a Haftar avevano sospeso i lavori della commissione mista 5+5, che supervisiona la tregua, e hanno invitato esplicitamente al blocco della produzione ed esportazione del greggio. L’azione è stata accelerata dalla notizia del trasferimento di 6 miliardi di dollari dai conti della NOC, l’Ente petrolifero, a quelli del governo Dbeiba, in violazione degli accordi.
Pakistan-Afghanistan
Si scalda la tensione al confine tra i due paesi. Islamabad ha avvisato il governo taliban di bloccare gli attacchi di elementi armati, che colpiscono nelle province pachistane di confine e poi si nascondono in territorio afgano. Kabul accusa l’aeronautica pachistana di aver ucciso 47 civili in raid aerei, lo scorso venerdì, in due città di confine. Manifestazioni di protesta sono state organizzate al valico di frontiera di Khost, per chiedere la cessazione dei raids. Islamabad respinge ogni responsabilità. Il portavoce taliban ha emesso una dichiarazione di fuoco: “I nostri combattenti hanno sconfitto l’esercito di occupazione più forte nel mondo e non ci fermeremo di fronte a qualsiasi azione di arroganza”.
Malta
Le autorità doganali maltesi hanno sequestrato un carico di 800 kg di cocaina, su una nave diretta in Turchia. Erano nascosti in container frigorifero, contenenti cassette di frutta, destinati ad una società di Ankara. La stampa locale ha riportato che non è la prima volta che vengano scoperti traffici illegali simili. “La Turchia è il centro di smistamento della droga per tutto il Mediterraneo”, scrive Malta Today. Nei mesi scorsi un capo della mafia turca nascosto negli Emirati, Sadat Peker, ha accusato esplicitamente personaggi vicini al governo Erdogan di essere implicati in operazioni illegali (Per saperne di più).
Approfondimento
“Fare del Mediterraneo uno degli spazi
creatori di un’umanità che vuole vivere insieme”
Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo
Palermo 19 Marzo 2022
Echi dalla stampa araba n. 14
Da Al-Arabi Al-Jadeed (Il Nuovo Arabo)
Sette anni di guerra in Yemen:
una svolta decisiva per le sorti della pace.
Di Zakaria al-Kamaly
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