Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
20 aprile 2022.
Rassegna anno III/n. 109
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55 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Un altro ultimatum per la resa di Mariupol. Le trattative tra Kiev e Mosca sono ferme. Duri combattimenti e bombardamenti nella regione orientale. Una petroliera russa bloccata in Grecia per le sanzioni europee.
Tra 4 giorni, il 24 aprile, Marcia della Pace Perugia-Assisi: “Fermatevi, la guerra è una follia!”.
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I titoli
Libia: Attentato Isis nel sud e blocco della produzione petrolifera.
Afghanistan: Sei studenti uccisi in un attentato contro una scuola di Kabul.
Palestina Occupata: Continuano le provocazioni contro i luoghi di culto musulmani a Gerusalemme.
Tunisia: Presidio davanti alla sede ACNUR di centinaia di richiedenti asilo.
Kurdistan iracheno: L’invasione turca scuote il clima politico a Baghdad.
Yemen: Forse si metterà fine entro 6 mesi alla drammatica realtà dei bambini soldati.
Algeria: Crisi diplomatica con Madrid sulla questione Saharawi.
Le notizie
Libia
Un attentato all’auto-bomba, fatta esplodere a distanza, davanti ad una caserma dell’esercito nazionale diretto dal generale Haftar (LNA). La località interessata si chiama Ras Araneb, nel Fezzan, a sud del capoluogo Sebha.
L’esplosione ha causato tre feriti di cui uno grave e danni nelle mura di cinta; è un segnale di avvertimento all’esercito di Haftar, che recentemente ha compiuto una serie di incursioni contro covi di jihadisti nella regione, dediti ad ogni tipo di traffico, sia delle merci, sia degli esseri umani. La caserma è il centro per le unità di esplorazione del deserto e sono fornite di veicoli 4×4 e elicotteri.
La regione meridionale è in ebollizione per la tensione tra i due governi Dbeiba e Basha-Agha; tensioni che hanno portato al blocco della produzione petrolifera e chiusura degli impianti.
Afghanistan
Tre esplosioni in una scuola superiore a Kabul hanno provocato 6 morti e decine di feriti. È avvenuto in un quartiere abitato da sciiti Hazara. Non c’è stata finora nessuna rivendicazione, ma gli analisti puntano il dito contro l’Isis Khorasan, che negli anni passati aveva colpito scuole e ospedali nello stesso quartiere. Nel periodo di freddo invernale la situazione in Afghanistan era stata caratterizzata da molta calma. Con l’arrivo della Primavera, i terroristi avversari dei taliban sono tornati a colpire la popolazione civile ed in particolare le minoranze.
Palestina Occupata
Continuano le provocazioni dei coloni estremisti nel luogo di culto islamico a Gerusalemme. Centinaia di israeliani ebrei hanno percorso quello che loro chiamano il monte del tempio, protetti con la forza delle armi. Oggi si attendono altre centinaia di fedeli ebrei per l’ultimo giorno della Pesach, la Pasqua ebraica. Le forze di occupazione hanno impedito ai fedeli musulmani di raggiungere la spianata e coloro che erano già presenti nella Moschea sono stati rinchiusi all’interno. La politica repressiva del governo Bennett ha trovato il rifiuto anche dei paesi arabi vicini a Tel Aviv. Il ministero degli esteri di Abu Dhabi ha convocato l’ambasciatore israeliano per presentare una protesta ufficiale contro la violazione dei luoghi santi musulmani. La polizia israeliana non ha dato l’autorizzazione alla “marcia delle bandiere”, che un gruppo di nazionalisti estremisti israeliani intendeva svolgere, percorrendo il quartiere islamico di Gerusalemme vecchia.
Tunisia
Centinaia di richiedenti asilo hanno organizzato un presidio permanente davanti alla sede dell’ACNUR a Tunisi. Chiedono di essere trasferiti verso paesi terzi. La maggior parte di loro sono migranti dell’Africa subsahariana che sono stati salvati nel Mediterraneo e riportati in Tunisia, secondo gli accordi con l’Italia e l’UE. Per mancanza di fondi, l’ACNUR ha ridotto gli aiuti economici forniti e le condizioni di vita dei richiedenti asilo sono diventate difficili: non hanno nessuna possibilità di lavoro e l’accoglimento delle domande di asilo, in paesi come il Canada, avviene con il contagocce. Tra i partecipanti al presidio ci sono alcuni che aspettano da 5 anni. Nel 2021, la Tunisia ha riportato dal Mediterraneo 25.657 migranti.
Kurdistan iracheno
L’invasione turca della zona di confine con l’Iraq, nel nord del Kurdistan, ha suscitato critiche al silenzio del governo di Baghdad. In particolar modo sono state valutate come pericolose le dichiarazioni del ministro della difesa di Ankara, Akar, che ha affermato la volontà del governo Erdogan di installare una base militare permanente nella zona, senza aspettare le autorizzazioni di Baghdad. L’imam sciita influente, Mouqtada Sadr, capo del più numeroso gruppo parlamentare ha dichiarato che “l’Iraq non può essere base per attacchi contro i paesi vicini, ma la nostra sovranità è sacra. Non permetteremo a nessun paese fratello di usurpare le nostre terre. Gli interessi comuni alla sicurezza vanno coltivati con il confronto e la collaborazione”. Dopo queste prese di posizione, il governo iracheno ha convocato l’ambasciatore turco a Baghdad e chiesto il ritiro delle truppe di Ankara dal territorio iracheno.
Yemen
I ribelli Houthi si sono impegnati, con la delegazione ONU, ad esonerare dal servizio militare, entro sei mesi, tutti i minorenni arruolati. È un risultato importante per mettere fine al pericoloso fenomeno dei bambini soldato. È la prima volta di un’ammissione ufficiale di questa pratica criminale. Si valuta che nelle file degli Houthi siano stati arruolati 18 mila ragazzi, anche di 12-13 anni. Tra coloro che sono riusciti a fuggire o sono caduti prigionieri, molti hanno raccontato delle costrizioni imposte e delle violenze sessuali subite. Secondo un rapporto dell’organizzazione yemenita per i diritti umani, tutte le parti in conflitto, compreso l’esercito governativo, sono coinvolte nell’arruolamento di minorenni.
Algeria
In risposta alle dichiarazioni del premier spagnolo, la diplomazia algerina ha sottolineato che la crisi tra Algeri e Madrid “è molto più profonda di quanto credono coloro che guardano ai fatti con superficialità. Il dossier è nelle mani della presidenza della repubblica e ci aspettiamo dal governo spagnolo una spiegazione coerente con la legalità internazionale sul cambio di atteggiamento”. Il premier spagnolo Sanchez aveva dichiarato di sperare che le incomprensioni si diradino, per tornare alle buone relazioni con Algeria e Marocco. Il governo spagnolo, lo scorso 18 marzo aveva impresso un cambio di 180 gradi nelle sue posizioni sulla questione del Sahara occidentale, dalla neutralità e sostegno al ruolo dell’ONU, per passare ad un appoggio chiaro alla soluzione annessionista di Rabat. Il motivo non dichiarato è il ricatto marocchino sulla questione immigrazione. L’Algeria ha richiamato il proprio ambasciatore a Madrid.
Approfondimento
Rompiamo il silenzio sulla recente invasione turca del Kurdistan meridionale
Echi dalla stampa araba n. 14
Da Al-Arabi Al-Jadeed (Il Nuovo Arabo)
Sette anni di guerra in Yemen:
una svolta decisiva per le sorti della pace.
Di Zakaria al-Kamaly
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