Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
1° maggio 2022. Buona Festa dei lavoratori.
Rassegna anno III/n. 120
Per informazioni e contatti manda un messaggio
Per ascoltare l’audio:
Le vignette sono QUI
66 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Missili di Mosca hanno distrutto l’aeroporto di Odessa. Evacuati pochi civili dalle acciaierie di Mariupol. Caccia di Kiev bombardano Kherson, occupata dai militari russi. Mosca accusa la Nato di ostacolare le trattative per raggiungere una soluzione politica, cioè la resa. Sfuma la “vittoria” annunciata per la data simbolo del 9 di maggio. La guerra durerà a lungo, fino al 2023, dicono i servizi britannici. I profughi sono 5 milioni e mezzo. Gli sfollati interni oltre i 12 milioni. Una sofferenza immensa.
Sostieni Anbamed
Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.
Ricordati che anche il più grande oceano è fatto di gocce!
Ecco i dati per il versamento:
Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità
Iban: IT33U0891382490000000500793
Bic: ICRAITRRPDO
I titoli
Afghanistan: Un grave attentato in una moschea storica di Kabul.
Palestina Occupata: Rastrellamenti e assedio dei villaggi in Csgiordania. Arrestati i due attentatori di Ariel.
Algeria: Arrestato Karim Tabou, leader del movimento Hirak.
Iraq: Lancio di razzi cono base militare statunitense.
Egitto: 7 bambini morti annegati, al ritorno dal lavoro.
Sudan: Istituita una commissione di indagini sugli scontri in Darfur.
Arabia Saudita-Iran: Secondo il premier iracheno saranno presto ristabiliti i rapporti diplomatici tra Teheran e Riad.
Turchia: Erdogan scarica l’opposizione egiziana. Chiusa una tv che trasmette in arabo da Istanbul.
Marocco: Un programma di recupero dei jihadisti in carcere.
Le notizie
Afghanistan
Un gravissimo attentato ha colpito una moschea storica di Kabul, provocando almeno 50 morti e centinaia di feriti. Un attentatore suicida, con addosso una cintura esplosiva, si è mischiato ai fedeli in preghiera nella moschea Khalifa Sahib, nella parte occidentale della capitale afghana. L’Isis Khorasan ha rivendicato l’attentato.
In diverse regioni del paese sono avvenute delle esplosioni che hanno distrutto i tralicci dell’elettricità, provocando l’interruzione delle forniture elettriche a molte zone del paese. I danni sono ingenti e ci vorranno almeno 15 giorni per ristabilire l’efficienza della rete. L’instabilità del regime dei taliban si palesa ogni giorno di più. Oltre agli oltranzisti jihadisti, si sta organizzando una resistenza legata ad elementi del vecchio esercito. Il generale Sami Sadat ha annunciato la preparazione di un’insurrezione armata contro i taliban, dopo il fallimento delle trattative, in Iran, con i capi dell’opposizione.
Palestina Occupata
Rastrellamenti dell’esercito di occupazione in tutta la Cisgiordania, alla ricerca dei due giovani palestinesi che avevano sparato ed ucciso un soldato in guardia presso la colonia di Ariel. Le forze di sicurezza sostengono di aver arrestato i due giovani nascosti a Salfit e di aver sequestrato l’arma usata.
Algeria
L’attivista del movimento Hirak, Karim Tabuo, è stato riarrestato dalle forze di sicurezza. Agenti in borghese hanno fatto irruzione a casa sua e lo hanno condotto via, senza dare ragguagli alla famiglia. Agli avvocati è stato comunicato che non potranno vederlo prima di 48 ore dall’arresto. L’ultimo suo intervento pubblico era la partecipazione al funerale di un leader dell’opposizione, morto in carcere la scorsa settimana. Tabuo è stato condannato nel 2019 per i movimenti di protesta ed è stato rilasciato nel 2021 in seguito ad un’amnistia.
Iraq
Tre razzi sono stato lanciati contro la base di Ain Assad, nella provincia di Anbar. Nella base vi sono militari statunitensi. Due razzi sono caduti all’interno della base mentre il terzo è caduto fuori dal recinto di filo spinato. Non ci sono stati né vittime né danni. Le forze di sicurezza irachene hanno individuato la località da dove sono stati lanciati: si tratterebbe di un veicolo parcheggiato a Heith, una località ad ovest della provincia. Non è stata pubblicata nessuna rivendicazione, ma non ci sono dubbi sulla matrice filo iraniana. In Iraq ci sono ancora 2500 soldati USA e 1000 di altre nazionalità della Nato, compresi militari italiani.
Egitto
Sette minori sono morti annegati in un laghetto, al ritorno dal lavoro nei campi. È avvenuto nella provincia di Buhayra nel delta del Nilo a sud di Alessandria. I ragazzini, dell’età di 13-14 anni, viaggiavano su un camioncino stracarico, non idoneo per il trasporto passeggeri. Altri 4 ragazzini lavoratori sono stati salvati dall’intervento dei soccorritori della protezione civile. La piaga del lavoro minorile in Egitto è un fenomeno diffuso, che non è stato possibile depennare a causa della povertà delle famiglie.
Sudan
La procura generale di Khartoum ha costituito una commissione di indagine per accertare i fatti di violenza avvenuti la scorsa settimana in Darfur. La Commissione ha due settimane per presentare il suo rapporto ed ha la facoltà di interrogare i funzionari locali, i responsabili della sicurezza e testimoni delle due parti in conflitto. Secondo il comitato dei medici sudanesi, negli scontri interetnici di Krinik e Jenina sono morti 176 persone e ferite 220. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha votato all’unanimità la richiesta di un’indaginee indipendente, per garantire alla giustizia i responsabili degli eccidi. Il conflitto armato durato diverse giorni ha causato la fuga nel vicino Ciad di 20 mila abitanti.
Arabia Saudita-Iran
Il premier iracheno, Al-Kadhimi, ha affermato in un’intervista che i negoziati tra Riad e Teheran hanno realizzato progressi tangibili verso il ritorno delle relazioni diplomatiche. Al-Kadhimi ha partecipato di persona al quinto round di negoziati, tenuti a Baghdad la scorsa settimana. Iran e Arabia Saudita hanno interrotto le relazioni diplomatiche nel 2016, in seguito all’irruzione nella sede diplomatica saudita a Teheran di manifestanti iraniani che protestavano per l’esecuzione di un imam sciita di Qatif. La tensione tra i due paesi era già alle stelle a causa della guerra in Yemen. La rivalità per l’egemonia nella regione tra i due paesi si manifesta in molte aree e tematiche, non ultimo il riarmo nucleare.
Turchia
Le autorità di Ankara hanno chiuso definitivamente un’emittente televisiva dell’opposizione egiziana, che trasmetteva da Istanbul. La rete “Mokammeleen” ha comunicato che “a causa delle note condizioni saranno sospese le trasmissioni e chiuse le sedi dell’emittente. Riprenderemo la nostra missione di informazione, obiettiva ed a fianco degli oppressi e imprigionati, da un’altra nazione”. Nel marzo di un anno fa, il governo turco ha ordinato alle 3 emittenti egiziane che trasmettevano da Istanbul di cancellare programmi politici e di limitarsi all’intrattenimento, pena la chiusura. Sono in corso tra Ankara e Il Cairo trattative per la ripresa delle relazioni diplomatiche, interrotte nel 2013 dopo la caduta del presidente Morsi. Una delle condizioni avanzate dal Cairo è la chiusura dei media dell’opposizione egiziana che trasmettono dalla Turchia.
Marocco
A Rabat è stato avviato un programma di recupero in carcere di ex terroristi detenuti. Il corso è denominato “Mosalaha” (riconciliazione) e dura 3 mesi e mezzo. È indetto dal Dipartimento delle carceri del Ministero dell’Interno ed ha finora riabilitato 222 detenuti, condannati per appartenenza alle formazioni jihadiste in Siria. Il programma prevede 4 percorsi: riconciliarsi con sé stessi; riconciliarsi con la società; riconciliarsi con la fede; riconciliarsi con lo Stato. Psicologi, avvocati, teologi, economisti, sociologi e funzionari delle istituzioni conducono i laboratori con piccoli gruppi di 15 detenuti, selezionati dopo un’analisi della determinazione del soggetto a pentirsi.
Il programma prevede, alla fine del corso e dopo una valutazione dei progressi ottenuti del soggetto, una riduzione della pena e in alcuni casi anche l’amnistia.
Il detenuto prima della sua liberazione viene accompagnato con una formazione professionale per il reinserimento sociale con l’autoimprenditorialità.
Dei 222 detenuti che hanno frequentato il programma finora sono stati liberati 156 e per i restanti c’è stata una forte riduzione della pena.
La stampa locale riporta la storia di Imad (30 anni, figlio di migranti che viveva in un paese europeo) che ha passato 6 anni in Siria a combattere con l’Isis. “Quel periodo siriano è stato un’esperienza difficile, – ha detto – Dopo l’arresto non credevo di potermi riprendere e vivere un’esistenza normale. “Mosalaha” mi ha fatto cambiare idea e mi ha cambiato. Adesso sono un’altra persona. Ammettere l’errore compiuto è la chiave per tornare a convivere nella società”.
Il presidente dell’”Osservatorio marocchino sull’estremismo e la violenza”. Mustafà Razrazi, uno degli ideatori del programma, ha affermato che “le precedenti esperienze in Egitto (con il gruppo della “Jamaa Islamia”) e in Libia (con la revisione critica del raggruppamento islamico combattente) sono state alla base della ricerca, per mettere a punto questo programma”.
Echi dalla stampa araba n. 14
Da Al-Arabi Al-Jadeed (Il Nuovo Arabo)
Sette anni di guerra in Yemen:
una svolta decisiva per le sorti della pace.
Di Zakaria al-Kamaly
Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un piccolo contributo per noi significa molto. Torna presto a leggerci ed ascoltarci.
==========================================
[…] Per ascoltare l’audio: clicca qui […]