Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
10 maggio 2022.
Rassegna anno III/n. 129
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75 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Putin accusa la Nato di minacciare la sicurezza della Russia. Macron sostiene che non si può costruire la pace umiliando Mosca. Nuove sanzioni, ma l’Europa non può fare a meno nel beve termine del petrolio e gas russi. Quello offerto da USA, Australia e Qatar costa troppo e richiede tempo per essere attuato. Nel frattempo i poveri continuano a morire sul fronte e sotto le macerie.
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I titoli
Israele: Iniziate le manovre militari israeliane “Veicoli di Fuoco”.
Palestina Occupata: Rastrellamenti continui in Cisgiordania.
Iran: Appello per salvare la vita al ricercatore Djallali.
Libano: Si vota domenica nelle prime elezioni dopo la grande crisi economica.
Libia: L’ONU pessimista su una soluzione negoziale.
Giordania: Un progetto pilota di agricoltura biologica condotto da donne giordane e profughe siriane.
Le notizie
Israele
Sono iniziate in Israele le manovre militari denominate “Veicoli di Fuoco”. Sono le più grandi manovre nella storia delle forze armate israeliane e dureranno per un intero mese. Dovevano essere svolte nel 2021, ma sono state rinviate a causa dell’attacco su Gaza. Le manovre sono state pianificate per far fronte ad una guerra su più fronti, interni e esterni e nello spazio cibernetico. Ieri, la polizia dell’ANP ha bloccato le esercitazioni dell’esercito israeliano nella città di Al-Khaleel (Hebron) che simulavano la repressione di una rivolta nel cuore della città palestinese.
Palestina Occupata
Continua in tutta la Cisgiordana l’operazione di rastrellamento, con il pretesto di ricerca di armi. Il traballante governo Bennett deve dimostrare il pugno di ferro dopo l’attacco di Elad. Un’escalation che non promette nulla di buono né per i palestinesi, né per gli israeliani. Per evitare l’uscita dalla maggioranza degli estremisti di destra, espressione dei coloni, il governo ha approvato il piano per la costruzione di 4000 abitazioni. Il premier Bennett ha anche dichiarato che la sovranità su Gerusalemme, compresi i luoghi santi musulmani, spetta a Israele. Dichiarazione che ha suscitato le reazioni di re Abdalla di Giordania (custode di questi luoghi per la discendenza della famiglia hascemita), dell’ANP e del deputato Mansour, del partito palestinese-Israeliano che è entrato nella maggioranza.
A pagare il costo maggiore di questi eventi sono i lavoratori palestinesi originari di Gaza e Cisgiordania occupati in Israele. Una campagna di perquisizioni a tappeto nelle città israeliane ha portato all’espulsione di oltre mille lavoratori non in regola con i permessi.
Iran
Dopo sette anni di arresto, le autorità iraniane hanno deciso l’esecuzione del ricercatore universitario, Ahmadreza Djalali, iraniano con passaporto svedese. Era stato arrestato nel 2016 mentre era in visita scientifica in Iran, per una serie di conferenze. I servizi di sicurezza di Teheran lo hanno accusato di spionaggio. Ha sempre respinto le accuse e si è rifiutato di firmare le confessioni preconfezionate di intelligenza con il nemico. Nel 2017 è stato condannato alla pena capitale, senza uno straccio di prova se non le insinuazioni degli agenti 007 del regime. È stata più volte annunciata l’esecuzione, ma poi è stata rinviata in seguito alle pressioni internazionali. Dal 2020, la sua famiglia, moglie e due figli, residenti in Svezia, non sono riusciti a sentirlo al telefono. Le uniche notizie sul suo stato di salute arrivano dal legale e parlano di un grave deterioramento fisico e psicologico.
L’appello di Amnsty International (in Itaiano)
Libano
Più di 100 mila elettori residenti all’estero hanno votato nei due giorni dedicato al voto degli emigrati. Le elezioni in Libano si terranno domenica 15 maggio. Si sono presentate 103 liste con un totale di 718 candidati, distribuiti su 15 circoscrizioni, per eleggere 128 deputati. Sono le prime elezioni dopo la peggior crisi economica nel paese e l’esplosione del porto che ha ucciso oltre 200 persone e per la quale non ha pagato ancora nessun politico, malgrado le responsabilità evidenti emerse dalle prime indagini.
Libia
Il Parlamento non è riuscito ad approvare il bilancio presentato dal governo incaricato presieduto da Basha-Agha, a causa del mancato numero legale. Alcuni deputati favorevoli al governo Dbeiba hanno presentato le loro dimissioni e altri minacciano di seguirli. Le esportazioni di petrolio e gas rimangono bloccate e sono soltanto questi temi, insieme alla questione migratoria, ad interessare le diplomazie occidentali. La sorte dei sette milioni di libici è in secondo piano. All’élite libica al potere interessa gestire i miliardi di entrate petrolifere per creare un tesoretto nelle banche internazionali. Lo scontro tra militaristi e islamisti sembrava risolto con l’ultimo accordo per la formazione del governo Basha-Agha, ma i signori delle milizie di Tripoli, alle dipendenze di Ankara, hanno bloccato tutto supportando il governo Dbeiba, che li aveva e li sta foraggiando di milioni di dollari d’ingaggi. La rappresentante dell’ONU, Stephanie Williams si è detta “fortemente pessimista su una possibile soluzione negoziale”.
Giordania
Un progetto pilota avviato due anni fa da una donna ha coinvolto altre lavoratrici e profughe siriane, nella produzione agricola biologica. Nella badia desertica del nord del regno, l’associazione di donne “Giafna” ha allestito un’area con capannoni di plastica, arricchendo il terreno con polvere vulcanica e utilizzando come fertilizzante organico l’impasto di foglie di palma (che precedentemente venivano bruciate, causando danni ambientali). La linea di produzione ha privilegiato le erbe medicinali per il loro alto valore redditizio con sbocco di mercato alla locale industria farmaceutica. Per garantire l’acqua sufficiente, Nadia Faqir, la presidente di “Giafna” ha installato un’unità di trattamento delle acque reflue domestiche del paese. Il progetto autoproduce l’energia necessaria con i pannelli solari. Un’iniziativa produttiva dal basso supportata dalla raccolta fondi interna per garantire la copertura economica senza ricorrere alle banche od ai finanziamenti pubblici.
Approfondimento
Per la giornata mondiale per la libertà di stampa il 3 maggio pubblichiamo l’appello lanciato alla ministra britannica, Patel, per non autorizzare l’estradizione di Julian Assange verso gli Stati Uniti.
Appello dall’Italia per la libertà di Julian Assange
Echi dalla stampa araba n. 15
a cura di Francesca Martino
In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.
La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.
Il Sudan sull’orlo del collasso
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