Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

19 maggio 2022.

Rassegna anno III/n. 138

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84 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Mosca ammette difficoltà, ma non si ferma. Bloccate le trattative. Biden caldeggia l’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato, ma Erdogan frena per ottenere la consegna degli oppositori curdi e caccia F-16 statunitensi. Mosca espelle diplomatici italiani.

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Titoli

Palestina Occupata: Rastrellamenti a Jenin e Tulkarem.

Libia: Trattative al Cairo per un piano ONU sulle elezioni.

Egitto: Alaa Abdel Fattah trasferito in un altro carcere.

Siria: L’esercito USA su autoassolve dalle stragi di civili causate dai bombardamenti indisciminati.

Pakistan: Kabul media tra esercito e taliban pakistani.

Iran: Relatrice speciale ONU chiede la fine delle sanzioni USA.

Le notizie

Palestina Occupata

Iniziata a Jenin ed a Tulkarem la seconda operazione militare israeliana. Decine di blindati sono penetrati nei campi profughi ed hanno sparato contro i lanciatori di pietre. A Jenin ci sono stati scambi di mitra con elementi della resistenza armata. I cecchini dell’esercito hanno preso posizione sulle abitazioni alte e unità speciali hanno iniziato le operazioni di rastrellamento. A Tulkarem i soldati hanno invaso l’università, sparando pallottole e gas lacrimogeni.

A Gerusalemme è di nuovo alta tensione per la decisione del governo Bennett di permettere lo svolgimento della marcia delle bandiere, nella spianata delle moschee, organizzata da movimenti ebraici estremisti. La marcia passerà dai quartieri musulmani e cristiani della città. Non mancano tra i promotori della marcia chi rivendica la distruzione della moschea di Al-Aqsa per ricostruire il presunto Tempio.

Nella Knesset, il deputato palestinese-israeliano, Ahmed Tibi ha accusato il premier Bennett di sapere il nome dell’ufficiale che aveva dato l’ordine di sparare contro la giornalista Shireen Abu Aqile, ma di mentire nascondendo la verità dei fatti.

Libia

L’ONU sta conducendo al Cairo le trattative tra due delegazioni politiche in rappresentanza del Palamento e del Congresso, per giungere ad una base costituzionale e una legge elettorale condivisa. Dopo lo scontro di fuoco a Tripoli di martedì scorso, in seguito all’entrata nella capitale del premier incaricato, Basha Agha, la rappresentate speciale dell’ONU, Stephanie Williams, ha introdotto i lavori sostenendo che è l’ultima occasione per la salvezza del paese.  

Egitto

Le autorità carcerarie sostengono che l’attivista Alaa Abdel Fattah è stato trasferito dal carcere Tora al carcere di Wadi Natrun, nel nord del paese. Il trasferimento viene presentato come accoglimento della richiesta del Comitato per i diritti umani (Ente statale), in seguito allo sciopero della fame e l’appello della famiglia per salvare la vita del detenuto. Alaa ha ottenuto lo scorso aprile la cittadinanza britannica (la madre è nata a Londra) e le autorità consolari del Regno Unito hanno chiesto di poterlo visitare, ma finora non hanno ottenuto l’autorizzazione. L’attivista politico è uno dei volti più in vista della rivolta di piazza Tahrir nel 2011. Dal colpo di Stato di Al-Sissi, nel 2013, Alaa è stato perseguitato e condannato con le accuse di manifestazioni non autorizzate e poi, dopo la conclusione della pena, nel 2019, è stato condannato di nuovo con la solita accusa fotocopia appartenenza ad un’organizzazione terroristica e diffusione di notizie false.

Siria

L’esercito statunitense si autoassolve dall’assassinio di civili durante le incursioni aeree massicce, nel 2019, sull’ultima roccaforte dell’Isis in Siria, Bagheuz. Un’inchiesta del New York Times, lo scorso novembre, aveva denunciato che l’esercito ha nascosto le informazioni sulle operazioni che hanno portato all’uccisione massiccia di civili. Il rapporto militare però ammette che ci sono state alcune “mancanze”, a diversi livelli, nelle procedure seguite. Il bombardamento di Bagheuz è avvenuto il 18 marzo 2019 ed ha colpito un gruppo di donne e bambini che stavano evacuando la cittadina assediata dalle forze democratiche siriane, prima dell’assalto finale sui covi dei terroristi. Nel bombardamento sono rimasti uccisi 70 persone, tutti civili o miliziani feriti non armati che si erano arresi.    

Pakistan

Si sono tenute a Kabul trattative tra l’esercito di Islamabad e i capi del movimento jihadista taliban-Pakistan. Secondo fonti del governo di Kabul, le due parti hanno deciso una tregua fino alla fine del mese, per proseguire le trattative e giungere ad un accordo politico per la fine della guerra. Nel mese di aprile, la tensione al confine tra Afghanistan e Pakistan è arrivata al culmine. con incursioni aeree sulle province afghane, con morti e feriti tra la popolazione civile. La motivazione avanzata è quella di prevenire attacchi dal territorio afghano. I taliban-Pakistan è un movimento jihadista estremista nato negli anni novanta nelle zone di confine ed ha rivendicazioni territoriali in zone che realmente controlla militarmente nel nord ovest del Pakistan. La sua azione autonoma è diventata prevalente dopo l’invasione USA dell’Afghanistan nel 2001.  

Iran

La relatrice speciale internazionale sulla situazione iraniana, Alena Douhan, ha presentato un rapporto al Consiglio di sicurezza che riassume i risultati di una visita durata 12 giorni in Iran. Ha invitato gli Stati Uniti a revocare le sanzioni economiche contro l’Iran “a causa delle pesanti ripercussioni sociali e sanitarie sulla popolazione”.  L’alto funzionario delle Nazioni Unite ha bollato come “ingiustificate” le sanzioni unilaterali statunitensi contro la Repubblica islamica dell’Iran. Per quanto concerne “l’impatto negativo delle sanzioni sui diritti umani”, la Douhan ha denunciato che “decenni di misure coercitive unilaterali hanno colpito la salute e la vita degli iraniani, in particolare la fascia della società a basso reddito”. 

Approfondimento

Masafer Yatta: la storia degli 8 villaggi palestinesi da demolire

e degli oltre mille abitanti da cacciare dalle loro terre

Echi dalla stampa araba n. 15

a cura di Francesca Martino

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

Il Sudan sull’orlo del collasso

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1 commento

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