Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
10 giugno 2022.
Rassegna anno III/n. 160
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106 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. L’UE accelera la procedura per l’entrata dell’Ucraina. L’esercito di Kiev ripiega a Severodentsk, ma non cede la città. Fallita la mediazione turca per l’esportazione del grano ucraino. I russi alzano la posta in gioco: adesso chiedono la fine delle sanzioni. I paesi più colpiti quelli mediorientali e africani.
Continua lo sciopero della fame solidale a staffetta per chiedere la liberazione di #AlaaAbdelFattah, attivista egiziano leader delle rivolte di piazza Tahrir, da 70 giorni in sciopero della fame nelle carceri di Al-Sissi. Oggi digiunano Giulia Beatrice Filpi, Marta Bellingreri, Simona Brambilla,
Alessio Russi.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
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Titoli
Emirati-Iran-Israele: Tel Aviv installerà radar avanzati nel Golfo in funzione anti iraniana.
Palestina Occupata: Un altro giovane palestinese assassinato dai soldati israeliani.
Somalia: Insediato il nuovo presidente Sheikh Mahmoud.
Egitto: A luglio partirà il “dialogo politico nazionale”. Nominato coordinatore generale il presidente del sindacato dei giornalisti.
Turchia: Nuovo crollo della lira, in calo per il quarto giorno consecutivo.
Migranti: Otto milione di migranti indiani nel Golfo rischiamo di cadere vittime dell’islamofobia del governo indiano.
Kurdistan: Una sentenza civile belga afferma che il PKK non è un’organizzazione terroristica.
Le notizie
Emirati-Iran-Israele
Continua il braccio di ferro a distanza tra Israele e Iran. Il premier israeliano Bennett è stato ieri in visita ad Abu Dhabi, dove è stato annunciato l’accordo per l’installazione di radar militari avanzati israeliani in territori emiratini e del Bahrein, di fronte alle coste iraniane. Sono strumenti di preallarme che darebbero a Tel Aviv un lasso di vantaggio per una risposta in caso di attacchi militari missilistici. La misura che viene presentata dalla propaganda ufficiale come un atto di cooperazione per la sicurezza, in realtà mette a repentaglio la sicurezza dei paesi arabi del Golfo, acuendo lo scontro con Teheran invece di attenuarlo. In una fase di difficoltà nel negoziato per il nucleare iraniano e tra Teheran e l’Aiea, la scelta della famiglia reale di Bin Zaied sembra un suicidio annunciato.
Palestina Occupata
Un’altra esecuzione di piazza del governo Bennett. A Halhoul, in Cisgiordania, un giovane di 27 anni è stato ucciso dalle pallottole dell’esercito di Tel Aviv. I soldati sono entrati nella cittadina con i bulldozer per demolire una casa e sono stati affrontati dai manifestanti con le pietre. Mahmoud Faez è stato colpito alla pancia e non è stato possibile salvarlo per il ritardo dei soccorsi, impediti dai soldati con la forza delle armi. Nelle diverse città palestinesi occupate ci sono stati ieri, secondo un rapporto della Mezzaluna rossa, 20 feriti di arma da fuoco, 7 dei quali versano ancora in gravi condizioni.
Somalia
Hassan Sheikh Mohamud si è ufficialmente insediato come decimo presidente eletto della Somalia. La cerimonia si è svolta ieri presso l’aeroporto internazionale di Mogadiscio, in mezzo ad eccezionali misure di sicurezza. Vi hanno partecipato numerosi capi di Stato e di governo africani e arabi. Lo slogan di Mohamud è stato “Somalia in pace con se stessa e in pace con il resto del mondo”. Il passaggio dei poteri è avvenuto alla presenza dell’ex presidnete Mohamed Abdullahi “Farmajo” che ha promesso di lavorare fianco a fianco con il suo successore. Un passaggio pacifico che però non nasconde le difficoltà che il popolo vive: dall’instabilità politica e il pericolo terroristico al peggioramento della siccità, dalle difficoltà economiche alle tensioni con i paesi vicini e le tendenze allo sfilacciamento della coesione federale delle diverse province che reclamano indipendenza. Già al potere dal 2012 al 2017, Hassan Sheikh Mohamud ha vinto le elezioni presidenziali indirette, tenute lo scorso 15 maggio, al terzo turno con la maggioranza semplice. La sua elezione ha posto fine ad un processo elettorale a lungo ritardato, dopo la fine del mandato di Farmajo nel febbraio 2021.
Egitto
La prima settimana di luglio vedrà l’avvio del “dialogo politico nazionale”, promosso dal regime di Al-Sissi. È stato nominato il presidente del sindacato dei giornalisti, Dhia Rashwan, come coordinatore generale. L’iniziativa di carattere propagandistico è stata annunciata dal presidente Al-Sissi alla fine dello scorso aprile ed è stata accolta con prudenza e scetticismo anche dagli stessi partiti legali addomesticati. La nomina di Rashwan, personalità onesta e giornalista di saldi principi democratici, sembra però la foglia di fico per nascondere le vergogne del regime e non imprimere nessun risultato concreto a livello politico. Il dialogo si ridurrà così ad una serie di dibattiti e conferenze che non muteranno le condizioni dell’oppressione nei confronti di qualsiasi dissenso politico.
Turchia
La lira turca continua la sua caduta nei cambi rispetto al dollaro, per il quarto giorno consecutivo. Ha perso il 23% del suo valore rispetto all’inizio dell’anno, avviandosi verso il minimo registrato nello scorso dicembre, quando in un anno aveva perso il 44%. Le misure intraprese allora da Erdogan, con la sovvenzione dei depositi in lire tramite il recupero del calo della valuta locale, hanno rappresentato per le casse dello stato un salasso di quasi due miliardi di dollari. La pubblicazione del rendiconto dei risultati è all’origine del crollo odierno. La svalutazione della lira si traduce in inflazione, che quest’anno ha toccato, nelle valutazioni ufficiali, il 73%.
Migranti
L’islamofobia in India sta creando una ripercussione in tutto i paesi islamici. Nella penisola asiatica, demolizione di moschee, repressione delle comunità musulmane e recentemente le dichiarazioni offensive per il profeta Mohammed hanno scatenato reazioni di condanna alla politica discriminatoria di New Delhi. Nei paesi del Golfo è in corso un boicottaggio dei prodotti indiani e non è servita a placare gli animi la rimozione della portavoce del partito al governo, autrice delle dichiarazioni incriminate. A pagarne il prezzo però saranno le comunità di migranti indiani nei paesi del Golfo. Sono sempre più insistenti le minacce di ripercussioni con licenziamenti e espulsioni. Nelle petrol-monarchie risiedono oltre 8 milioni di migranti indiani.
Kurdistan
Il Consiglio per le controversie sugli stranieri in Belgio ha affermato che il PKK non è un’organizzazione terroristica. Il pronunciamento del tribunale (Conseil du contentieux des étrangers) riguarda una causa civile di un richiedente asilo turco di origine curda, vittima di esclusione del beneficio della protezione internazionale con il pretesto di aver partecipato al finanziamento del PKK. Il Consiglio ha invece affermato che “sulla base delle diverse fonti di informazione ad esso trasmesse in merito alla natura, struttura, organizzazione, attività e modalità del PKK, ritiene che gli atti commessi da tale organizzazione, nel loro insieme, non possono essere qualificati come atti terroristici”.
La sentenza ha aggiunto che “il Consiglio condivide il punto di vista espresso dalla Corte d’Appello di Bruxelles nella sentenza dell’8 marzo 2019, punto di vista che la Corte di Cassazione ha accolto nella sentenza del 28 gennaio 2020”. Il Consiglio stava valutando l’obiezione avanzata dopo il rigetto della richiesta di asilo politico di un rifugiato curdo e ha concluso che il richiedente non poteva essere escluso dalla protezione internazionale. Un piccolo passo nella direzione giusta, per dare dignità e riconoscimento ad un popolo oppresso dal regime di Ankara.
Approfondimento
Libertà per Alaa Abdel Fattah
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