Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

12 giugno 2022.

Rassegna anno III/n. 162

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108 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Duri combattimenti nel Donbas. Bombardata Kharkiv. L’esercito ucraino a corto di munizioni per l’artiglieria e si appella alla NATO. L’UE non ha ancora accolto l’Ucraina come membro candidato. Arrivata a Kiev una commissione d’inchesta internazionale sui crimini di guerra.

Continua lo sciopero della fame solidale a staffetta per chiedere la liberazione di #AlaaAbdelFattah, attivista egiziano leader delle rivolte di piazza Tahrir, da 72 giorni in sciopero della fame nelle carceri di Al-Sissi. Oggi digiunano Isabella Balena, Flora Cappelluti, Giovanna Cavallo e

Marcus Risso.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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Titoli

Iran: Alta tensione nel Golfo per l’installazione di radar e sistemi antimissili israeliani nei paesi limitrofi.

Palestina Occupata: Un altro palestinese morto per le pallottole dei soldati di Tel Aviv.

Sahara Occidentale: Tre organizzazioni internazionali documentano le torture nelle carceri marocchine.

Siria: Mosca e Teheran condannano i missili di Tel Aviv sull’aeroporto di Damasco.

Libia: Una petroliera carica lascia per la prima volta in due mesi il porto di Sidra.

Le notizie

Iran

I guardiani della rivoluzione alzano la voce contro i paesi arabi del Golfo che ospiteranno i radar e sistemi anti missili israeliani. Il capo della Marina, Gen. Rida Tanksiri, ha visitato l’isolotto di Tunb Kubra, occupato dall’Iran dai tempi dello scià e rivendicato dagli Emirati, per passare in rassegna le unità militari e il livello di prontezza a rispondere ad eventuali attacchi. “La presenza di personale militare israeliano nelle acque del Golfo è una minaccia alla stabilità di tutti i paesi, anche di quelli ospitanti”, ha sostenuto il generale iraniano.

Palestina Occupata

Un altro palestinese morto in seguito alle ferite subite durante l’irruzione dei soldati israeliani nel villaggio di Yabud, a sud di Jenin. Samih Amarna, 37 anni, ex detenuto politico rilasciato in uno scambio di prigionieri, è stato colpito da un cecchino israeliano nei giorni scorsi ed è stato ricoverato in ospedale a Jenin e poi trasferito a quello di Ramallah, per essere sottoposto ad un intervento chirurgico; però non è stato possibile salvargli la vita. Negli stessi scontri, pietre contro pallottole, era stato ucciso un altro giovane, Bilal Qabha di 24 anni. È uno stillicidio quotidiano che non può essere figlio del caso, ma l’effetto di una determinazione ad uccidere con la certezza dell’impunità, che il governo Bennett gode a livello internazionale, perché Israele è un paese amico della NATO.

Sahara occidentale

Tre ONG internazionali hanno avanzato alla Commissione ONU contro la tortura quattro denunce contro il Marocco, sui casi dei detenuti saharawi nelle carceri del regno. L’Istituto Internazionale per i diritti umani (IIDU), il Movimento cristiano per l’abolizione della tortura (ACAT) e lega per la protezione dei detenuti saharawi nelle prigioni del  Marocco hanno presentato quattro casi di detenuti che hanno denunciato torture e maltrattamenti e che sono in carcere per periodi che vanno da 6 a 12 anni, sulla base di confessioni estorte sotto tortura e senza nessun giusto processo. Uno dei quattro, Mohammed Lamine Hadi, è sottoposto ad una detenzione in totale isolamento da 5 anni.

Siria

La stampa israeliana ha pubblicato le immagini satellitari dell’aeroporto di Damasco dopo il bombardamento missilistico israeliano. L’esercito di Tel Aviv non ha rivendicato l’attacco, ma la fornitura delle immagini satellitari ai media israeliani equivale ad un’assunzione di responsabilità. Il ministero degli esteri iraniano e la portavoce del Cremlino hanno condannato l’azione israeliana. L’attacco ha colpito l’aeroporto civile ed ha provocato la sua chiusura al traffico aereo fino ad una data da destinarsi.

Libia

Per la prima volta da due mesi, le milizie che controllano il porto di Sidra, nel centro del paese, hanno permesso la partenza di una nave petroliera. La notizia è trapelata per le dichiarazioni sotto anonimato di due ingegneri che lavorano nel porto. Secondo le loro dichiarazioni, le stesse milizie però hanno impedito il carico di altre navi attraccate nel porto da giorni. Non ci sono state dichiarazioni in merito dell’ente petrolifero libico, NOC. I porti petroliferi sotto il controllo dell’esercito nazionale libico di Haftar sono stati chiusi in segno di protesta contro il mancato passaggio dei poteri dal governo Dbeiba a quello incaricato dal Parlamento e guidato dall’ex ministro dell’Interno Basha-Agha.

Approfondimento

Libertà per Alaa Abdel Fattah

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