Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
02 agosto 2022.
Rassegna anno III/n. 213
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Sono trascorsi 159 giorni di guerra. Segretario generale dell’ONU, Guterres: “rischio nucleare non si vedeva da guerra fredda”. Secondo ONU: 5.327 civili uccisi, 7.257 feriti in Ucraina dall’inizio della guerra russa. Washington fornisce a Kiev altri missili Himars.
Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.
Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.
Oggi digiunano Alessandra Icardi, per la seconda volta, e Nadia Odeh, dottoressa italo-palestinese.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
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I titoli
Afghanistan: Ucciso da un drone USA a Kabul il capo di Al-Qaeda, Al-Zawahiri.
Iraq: Due manifestazioni contrapposte a Baghdad. Continua l’occupazione del Parlamento.
Siria: Manovre congiunte di unità governative e curde a Manbij.
Yemen: Accordo per lo scambio di prigionieri ape la strada al rinnovo della tregua.
Libia: Appello per la liberazione di un’attivista in carcere da 4 anni, senza accuse e senza processo.
Le notizie
Afghanistan
Il capo di Al-Qaeda, Ayman Al-Zawahiri, è stato ucciso il 30 luglio con due missili lanciati da un drone statunitense a Kabul. Lo ha comunicato oggi la Casa Bianca. Sulla sua testa pendeva una taglia di 25 milioni di dollari. Una vita dedicata al jihadismo armato, da giovanissimo era entrato nella Jamaa Islamia egiziana, a soli 17 anni e si è laureato in medicina al Cairo. Arrestato nel 1981 dopo l’assassinio del presidente Sadat è stato condannato a 5 anni di carcere per porto abusivo di armi. Si è trasferito in Arabia Saudita e in Pakistan, dove ha affiancato Osama Bin Laden nella legione araba che combatteva contro i sovietici in Afghanistan. È stato tra gli ideatori dell’attacco delle Torri Gemelle e si è assunto la responsabilità dell’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, nel 2015. Alla morte di Bin Laden, è stato nominato capo della rete terroristica ed è apparso diverse volte in video e audio, l’ultimo dei quali due anni fa. Sotto la sua guida, Al-Qaeda si è indebolita a causa della scissione dell’Isis e per il rafforzamento di affilate locali, come quella yemenita (Aqap) e algerina (Aqim). Negli ultimi anni si è diffusa la notizia della sua malattia e anche quella della sua morte per cause naturali. La sua uccisione in un quartiere di lusso a Kabul, Herpur, sotto la protezione della rete Haqqani, una delle costole dei taliban, dimostra la pericolosità dei signori della guerra in Afghanistan. Un portavoce taliban ha confermato e condannato l’uccisione di Al Zawahiri e secondo la stampa USA, i taliban hanno protestato per “la violazione degli accordi di Doha”, da parte di Washington. I taliban erano a conoscenza della presenza di Al-Zawahiri a Kabul e dopo l’attacco USA hanno reso l’area inaccessibile ed a trasferire la sua famiglia in un’altra località. Adesso si apre nella rete terroristica la lotta per la successione e il candidato con maggior consenso è un altro egiziano, Saif al-Adel, ex ufficiale delle forze speciali, esperto di esplosivi e nella leadership di al-Qaeda da una trentina di anni.
Iraq
Si sono svolte ieri nel centro di Baghdad due manifestazioni contrapposte e si è rischiato in alcuni momenti lo scontro diretto tra le due fazioni. I gruppi sciiti filo iraniani, sotto il cartello denominato Quadro di Coordinamento, hanno invitato i loro militanti a manifestare all’esterno della zona verde, mentre i seguaci di Sadr stanno occupando il Parlamento. A separare i due gruppi, oltre alla polizia, è stato mobilitato l’esercito. Tranne per alcuni momenti di tensione, quando alcuni manifestanti hanno tentato di scavalcare le transenne ed entrare nella zona verde, la protesta si è conclusa pacificamente. La rottura del campo sciita ha messo il sistema politico iracheno in una fase di stallo. Dallo scorso ottobre, data delle ultime elezioni, non è stato possibile eleggere il presidente della repubblica e nominare il premier, perché non si è potuto svolgere una seduta del Parlamento per mancanza di numero legale (i due terzi). Un’empasse politica causata dalla Costituzione etnico-confessionale, voluta dal governatore statunitense Bremer, subito dopo l’invasione del 2003. Un seme della discordia che ha spartito le cariche istituzionali sulla base dell’etnia (Curdi e arabi) e sulla base della fede religiosa (sciiti – sunniti). In mancanza di un accordo per un governo di unità nazionale, non sarà possibile uscire dal tunnel e il paese è sull’orlo di una nuova guerra civile.
Siria
Per la prima volta si sono svolte manovre militari congiunte tra le truppe di Damasco e le unità delle Forze democratiche siriane, a guida curda. Nella zona di Manbij, minacciata dall’esercito turco, le truppe di terra governative hanno svolto esercitazioni con i carri armati simulando l’attraversamento di un fiume, con l’appoggio di elicotteri russi, mentre l’artiglieria curda ha lanciato colpi contro un’ipotetica avanzata di truppe turche. Le manovre sono state coordinate da generali russi. La stampa di Mosca ha diffuso un video delle manovre dove si abbatte un drone con il sistema di difesa antiaerea Pantsir-S. Le manovre militari congiunte avvengono a pochi giorni dall’incontro Putin-Erdogan a Soci, previsto per il 5 di agosto. Russia intende convincere Ankara a desistere dall’invasione della regione curda nel nord est della Siria, consegnando il controllo militare ai governativi.
Yemen
L’inviato ONU, Hans Grundberg, ha comunicato che le delegazioni yemenite che si sono incontrate ad Amman, in Giordania, hanno concluso l’accordo per lo scambio di prigionieri. È un passo importante verso il rinnovo della tregua che scade oggi. L’accordo riguarda 2600 prigionieri di guerra e la verifica delle operazioni di rilascio saranno coordinate dalla Croce rossa internazionale.
Libia
La commissione di esperte internazionali per i diritti umani ha lanciato un appello per la liberazione di Iftikhar Budraa, un’attivista libica in carcere dal 2018, per aver postato un video sui social che criticava il dominio dell’esercito LNA di Haftar sulla città di Bengasi. La Commissione indipendente lamenta l’impossibilità di monitorare le condizioni di prigionia dei detenuti politici in Libia, a causa del rifiuto delle autorità militari, e denuncia che ci sono elementi sufficienti che allarmano per il pericolo di vita di Budraa. Secondo il comunicato, la donna avrebbe subito torture fisiche e psicologiche e molestie sessuali. Recentemente una tv privata libica ha trasmesso un appello del fratello dell’attivista, rivolto al generale Haftar, nel quale chiedeva un intervento per alleviare le sofferenze della sorella, da 4 anni in una cella di isolamento, senza accuse e senza processo.
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