Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

19 agosto 2022.

Rassegna anno III/n. 226

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Le vignette sono QUI

Sono trascorsi 176 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi digiuna Paolo Pignocchi, di Amnesty International Italia – Coordinamento Europa – Circoscrizione Marche.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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I titoli

Algeria e Marocco: Gli incendi boschivi hanno origine dolosa.

Afghanistan: Un attentato in una moschea di Kabul.

Palestina Occupata: Le forze di occupazione chiudono le sedi dell’ONG palestinesi che documentano i loro crimini di guerra.

Libano: Inchiesta della magistratura sulle violenze contro i “lavoratori-bambini”.

Sudan: Cosa fanno gli 007 italiani a Khartoum in sostegno ai miliziani Janjaweed, massacratori del Darfur?

Le notizie

Algeria e Marocco

Le fiamme stanno divorando centinaia di ettari di boschi nei due paesi arabi nordafricani. E in tutt’e due i paesi sono stati arrestati persone accusate di aver appiccato il fuoco. In Algeria, il fenomeno è di dimensioni colossali e da oltre una settimana i vigili del fuoco e la protezione civile non sono in grado di far fronte ai roghi, che continuano ad estendersi a causa dei forti venti, arrivando fino al confine con la Tunisia. Finora ci sono 38 morti e oltre 160 feriti, alcuni gravi e sottoposti ad interventi in terapia intensiva. Tre persone sono state arrestate con l’accusa di aver appiccato intenzionalmente il fuoco.

Anche nel vicino Marocco, il fenomeno è grave, ma delimitato in una sola regione, quella di Tettuan. Tre vigili del fuoco sono morti durante le operazioni di spegnimento. Sono andate perse 80 ettari di bosco. Tre giovani sono stati arrestati. La legge marocchina prevede condanne durissime contro i piromani: da un minimo di 10 a un massimo di 20 anni di reclusione.

Afghanistan

Un altro attentato in una moschea di Kabul. 21 fedeli morti durante la preghiera della sera di ieri giovedì, secondo l’emittente privata Tolotv. È il secondo attentato in due giorni e una settimana fa era stato ucciso un importante teologo taliban, Rohullah Haqqani, con un attentatore suicida in una scuola coranica. Secondo l’organizzazione sanitaria umanitaria italiana Emergency, sono stati ricoverati ieri nel suo ospedale 27 feriti e tre sono arrivati senza vita. La frequenza degli attentati terroristici contro i luoghi di culto sta diffondendo timori tra i fedeli ogni volta che si varca una moschea. Il movimento taliban ha seminato la volenza nel paese e adesso che è tornato a governarlo, non sa rispondere alle sfide del terrorismo che aveva innescato. Questi attentati sono rimasti finora senza rivendicazioni, ma è chiara l’impronta di Daiesh (Isis), il gruppo sanguinario nato da una costola dei taliban e che accusa il movimento degli studenti coranici di aver sporcato le mani con le trattative con gli invasori statunitensi.

Palestina Occupata

L’esercito israeliano continua la sua opera di demonizzazione della società civile palestinese. I militari di Tel Aviv hanno diramato l’ordine di chiusura di 7 ong operanti in difesa dei diritti umani e regolarmente registrate presso l’autorità nazionale palestinese. È il secondo provvedimento che i militari israeliani tentano di imporre per soffocare le voci che documentano i loro crimini di guerra e le loro violazioni delle leggi internazionali. La chiusura per manu militari delle sedi di queste organizzazioni, hanno detto i responsabili dell’Associazione Al-Haq, non fermerà il nostro lavoro. Al-Haq sta lavorando sul caso dell’assassinio della giornalista Shiren Abu Aqileh, assassinata dai soldati israeliani 100 giorni fa a Jenin. Il rapporto sarà presentato alla Corte Penale Internazionale alla quale l’ANP si è rivolta per un’inchiesta indipendente. L’accusa israeliana di “organizzazione terroristica” è palesemente falsa e strumentale e non convince neanche i più accaniti sostenitori di Israele, come la Casa Bianca.

Libano

La magistratura ha aperto indagini sullo sfruttamento del lavoro minorile tra i profughi siriani, dopo la diffusione virale di un video che inquadra un caporale che picchiava con una cinghia dei ragazzini, per indurli a lavorare di più e non chiedere pause. Secondo le organizzazioni libanesi di protezione dei bambini, ci sono in Libano 1 milione e 800 mila minori che vivono sotto la soglia di povertà. Una cifra doppia rispetto al 2019. Le famiglie sono costrette a mandarli a lavorare in tenera età per far fronte alle difficili condizioni economiche. “Per le ragazze non sono pochi i casi di matrimoni combinati all’età di appena 14 anni”, sostiene l’associazione Himaya (Protezione). (vedi le immagini che hanno scatenato le indagini della procura, nella Galleria  del sito)

Sudan

Il movimento popolare contro il golpe ha sfidato la giunta militare ed ha organizzato una marcia nella capitale Khartoum per arrivare fino all’aeroporto. Migliaia di sudanesi sono scesi per le strade e si sono incamminati verso lo scalo aereo, sfidando la polizia che si è limitata all’uso di idranti e lacrimogeni. Nei giorni scorsi si sono svolti incontri tra i partiti politici e con le delegazioni di ONU e UA, per superare la crisi politica e istituzionale del paese, senza governo dallo scorso novembre. Il fallimento del golpe militare del 25 ottobre 2021 è palesemente mostrato dalle ammissioni esplicite del vice presidente della giunta golpista Mohamed Hamdan Daglo, detto Hamidati, ex capo dei Janjaweed riconvertiti nella forza di intervento rapido ed annessa alle forze armate. Anche il generale Burhan lo aveva implicitamente ammesso, quando aveva annunciato il ritiro dei militari dal negoziato mediato degli organismi internazionali. Le forze politiche hanno respinto il gioco dei golpisti che si dichiarano disponibili alla nascita di un governo civile, ma sotto il loro controllo politico. Le richieste delle Forze del Cambiamento e per la Libertà e dei Comitati di Resistenza sono le dimissioni da ogni incarico politico e istituzionale dei militari, prima della nascita di qualsiasi governo civile. Una pagina triste del ruolo dell’Italia nella vicenda sudanese è stata rivelata dal collega Massimo Alberizzi, fondatore e direttore del sito Africa ExPress. Secondo Alberizzi, “ I comandanti del Rapid Support Force, il gruppo paramilitare sudanese formato in gran parte dagli ex janjaweed, …, hanno ricevuto una delegazione di 007 italiani arrivata in segreto a Khartum nei giorni scorsi”. Il sito specializzato in questioni africane e non solo, si chiede: “Forse il governo del nostro Paese dovrebbe spiegare perché per lottare contro il terrorismo utilizza gruppi notoriamente terroristi. Gli uomini del gruppo paramilitare, accusato di esecuzioni sommarie e violenze sui civili, sono utilizzati per reprimere nel sangue le continue manifestazioni popolari scoppiate in Sudan per chiedere libertà e democrazia”. (leggi tutto l’articolo di Massimo Alberizzi)

Approfondimenti

In ricordo di Gino Strada

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1 commento

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