Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
28 agosto 2022.
Rassegna anno III/n. 235
Per informazioni e contatti, manda un messaggio: anbamedaps@gmail.com
Per ascoltare l’audio:
Le vignette sono QUI
Sono passati 185 giorni di guerra russa in Ucraina.
Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.
Oggi digiuna Margherita Federico e Alessio Mamo.
Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
Sostieni Anbamed
Il rapporto delle donazioni dal 8 al 31 luglio ci dice che sono state raccolte 470 €. Grazie per la sensibilità e l’impegno a coloro che hanno risposto al nostro appello.
Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.
Ecco i dati per il versamento:
Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità
Iban: IT33U0891382490000000500793
Bic: ICRAITRRPDO
I titoli
Libia: Duri scontri interni a Tripoli. 12 morti e 78 feriti.
Etiopia: Proseguono i combattimenti tra esercito e Fronte popolare del Tigray.
Iraq: Sadr propone un governo tecnico per uscire dalla crisi istituzionale.
Algeria: Conclusa la visita di Macron con accordi di partenariato economico.
Palestina Occupata: Sciopero della fame dei detenuti politici palestinesi nelle carceri israeliane.
Tunisia: Il Giappone promette di investire 30 miliardi di dollari in Africa.
Le notizie
Libia
Duri scontri sono avvenuti ieri a Tripoli tra due milizie rivali, ma tutt’e due ingaggiate dal governo Dbaiba. 12 morti e 87 feriti e non si accenna a una tregua. Tra le vittime anche un popolare attore televisivo, Mustafà Barka, ucciso da una pallottola vagante durante il suo ritorno a casa. Iniziate venerdì con l’uso di armi leggere, i combattimenti sono continuati con il ricorso all’artiglieria. Sei strutture ospedaliere sono state danneggiate. A confrontarsi nelle vie della capitali la Brigata 77 guidata dal signore della guerra, Tagiouri, e la Forza di stabilità guidata da un altro signore della guerra noto come Kikli. Tutt’e due le formazioni sono ingaggiate con finanziamenti per milioni di dollari dal governo Dbaiba. La situazione di instabilità militare interna rischia di allargarsi con l’arrivo da Misurata di reparti fedeli al governo rivale, incaricato dal parlamento, guidato dall’ex ministro dell’interno, Basha-Agha. La crisi istituzionale è stata provocata dal rifiuto dell’imprenditore Dbaiba a passare le rassegne dopo la sfiducia del Parlamento. Le interferenze regionali (Turchia) e internazionali (USA, Russia e UE) hanno fatto il resto.
Etiopia
Si protrae per il quinto giorno la guerra in Etiopia. Il Fronte popolare sta avanzando nei combattimenti terrestri nelle province di Afar e di Amhara, le forze governative invece dominano i cieli con i raids dell’aviazione. Nei bombardamenti su Makallè, fonti del FPLT accusano Addis Abeba di aver colpito deliberatamente obiettivi civili, tra i quali ospedali e scuole. Gli appelli dell’ONU per il rispetto della tregua, che era in corso da 5 mesi, sono caduti nel vuoto. I negoziati tra le due parti erano falliti per la mancanza di fiducia e per la debolezza della mediazione dell’Unione Africana. Interferenze regionali e corse al riarmo hanno completato il quadro per la ripresa del conflitto.
Iraq
Il predicatore Mouqtada Sadr ha invitato tutti i partiti a costituire un governo tecnico rinunciando a occupare incarichi ministeriali, per poter superare la crisi in corso. Assedio delle istituzioni nelle piazze con mobilitazioni di massa e accuse di corruzione sono gli strumenti del movimento Sayieroun (In cammino) da lui guidato per picconare il parlamento e il governo. A 10 mesi dalle elezioni, in Iraq non è stato possibile eleggere il presidente della Repubblica e la nomina di un nuovo governo. Sadr da vero vincitore delle elezioni ha fatto dimettere tutti i suoi parlamentari, ma la sua popolarità ha messo nell’angolo gli altri partiti sciiti filo iraniani, che hanno perso seggi, ma hanno manovrato dalla minoranza per bloccare l’attività delle istituzioni. Il regolamento parlamentare impone la presenza di due terzi dei deputati.
Algeria
La visita del presidente Macron si è conclusa con un evento che avviene per la prima volta nella storia delle relazioni tra Algeria e Francia dalla liberazione: i due presidenti hanno diretto una riunione di una commissione di sicurezza, che ha coinvolto militari di alto grado dei due paesi. I commentatori algerini notano che questo passo significa che l’accordo di partenariato economico siglato è serio e strategico e non un’azione opportunistica per superare crisi momentanee, in riferimento alla crisi del gas seguita alla guerra in Ucraina.
Palestina Occupata
Da una settimana i detenuti politici palestinesi sono in sciopero della fame. Oggi hanno annunciato che non obbediranno all’ordine di fila per la conta nei diversi rami delle carceri. La protesta è stata avviata contro le procedure vendicative introdotte dalle amministrazioni carcerarie volte a ridurre gli spazi di azione comunitaria, tra le quali l’isolamento e i trasferimenti da un carcere all’altro ogni sei mesi. L’ufficio del presidente palestinese, Abbas, ha affermato che “questi eroi nazionali non saranno lasciati soli di fronte ai comportamenti disumani delle forze di occupazione”.
Tunisia
Si tiene in Tunisia la Conferenza TICAD promossa dal Giappone e diretta a studiare progetti per lo sviluppo economico in Africa. Il premier giapponese Fimio Kishida, in video conferenza, ha promesso investimenti per 30 miliardi di dollari in tre anni nei paesi africani, in collaborazione con la Banca africana per lo Sviluppo. Con questo impegno economico in Africa, il Giappone si pone come un terzo polo in sfida ai piani europei e statunitensi e in concorrenza con quello cinese.
Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un piccolo contributo per noi significa molto. Torna presto a leggerci ed ascoltarci.
[…] Per ascoltare l’audio: clicca qui […]