Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
14 novembre 2022.
Rassegna anno III/n. 313
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I titoli:
Turchia: Attacco terroristico nel cuore di Istanbul. 6 morti e 81 feriti. Erdogan accusa il PKK senza prove.
Egitto: Ancora nessuna notizia sulla salute di Alaa Abdel Fattah, da 7 mesi e 12 giorni in sciopero della fame nelle carceri di Al-Sissi.
Siria: L’esercito turco continua l’offensiva strisciante nel nord est. Migliaia di sfollati.
Iran: Un manifestante condannato a morte da un tribunale di Teheran.
Israele: Incarico a Netanyahu per formare il governo.
Iran 2: Morto a Parigi l’esule iraniano che ha vissuto 18 anni nell’aeroporto Charles De Gaulle.
Le notizie:
Turchia
Una forte esplosione ha scosso il centro turistico e commerciale di Istanbul, di via Indipendenza vicino a piazza Taqsim. 6 morti e 81 feriti, alcuni dei quali in modo molto grave. Lo scoppio è avvenuto alle 4 del pomeriggio ora locale, l’ora di punta per gli acquisti. Le immagini diffuse dai social mostrano il momento dell’esplosione e il panico creato fra la gente che si è messa a correre per scappare, l’arrivo delle prime ambulanze e i soccorsi ai feriti. La polizia ha chiuso la strada al passaggio ed ha chiesto agli abitanti di non lasciare le loro case. Il ministero dell’Interno ha diffuso le immagini di una donna sospettata di essere l’attentatrice suicida che ha fatto esplodere la bomba tenuta in uno zaino sulle spalle.
Per il momento nessuna rivendicazione, ma nel suo discorso di ieri sera, Erdogan ha accennato con una frase a “sospetti su chi attenta contro l’unità della Turchia”, un’accusa velata contro i curdi. Stamattina, il ministro dell’Interno, Soyilu, ha cambiato versione ed ha affermato che è stata arrestata la donna che ha depositato la bomba ed ha accusato il PKK. Una versione di comodo nella propaganda del governo, per sostenere ulteriormente la linea di Ankara di repressione brutale contro i curdi all’interno della Turchia e in Siria e Iraq.
Egitto
Anche ieri davanti al carcere di Wadi Natroun, l’attesa dell’avvocato Khaled Alì, legale difensore di Alaa Abdel Fattah, è stata inutile. L’agente alla guardia gli ha risposto che il carcere era chiuso alle visite. L’autorizzazione del procuratore non è stata presa in considerazione per la seconda volta. Nessun funzionario di alto grado l’ha valutata. La famiglia rimane all’oscuro della reale condizione di salute di Alaa. Si teme seriamente per la sua vita. Il regime dittatoriale di Al-Sissi sta giocando con la stabilità mentale della famiglia, ricorrendo ad una brutale forma di tortura psicologica.
In Italia, Amnesty e la coordinatrice della campagna di digiuno a staffetta in solidarietà con Alaa, la collega Paola Caridi, hanno deciso di concludere l’azione. Si attende di sapere le condizioni di salute di Alaa per decidere come proseguire la solidarietà con i prigionieri politici egiziani.
La macchina repressiva del regime continua a infornare prigionieri: il giornalista Ahmed Faez che ha parlato delle condizioni di salute di Alaa, senza far il suo nome, sostenendo che è stato alimentato con la flebo, è stato arrestato e per una settimana non si è saputo dov’era finito. Ieri è comparso davanti al tribunale per la sicurezza dello Stato con una sfilza di accuse che vanno dall’appartenenza ad un’organizzazione terroristica, a diffusione di notizie false, complotto contro lo Stato e altre ancora. La stessa sorte è toccata all’avvocato Ahmed Hamza, arrestato a casa sua all’alba di una settimana fa e poi sparito nel nulla. Ieri anche lui è comparso in Tribunale con le solite accuse fotocopia.
Siria
Da una settimana sono incessanti i bombardamenti dell’artiglieria e il lancio di missili dai droni turchi sulla provincia di Hasaka. Sei villaggi sono stati presi di mira, prima con il volo di droni che hanno colpito con i missili aria-terra diverse auto che transitavano sulle strade e poi è entrata in azione l’artiglieria. La popolazione civile sta fuggendo dalla zona per cercare riparo in altre località. Il disegno di Ankara è quello di svuotare la zona dalla popolazione curda, per insediare i profughi siriani presenti in Turchia.
L’agenzia ufficiale SANA ha pubblicato stamattina il comunicato dell’esercito su un attacco israeliano su Homs. Sono stati uccisi due soldati e feriti una decina di civili.
Iran
A Teheran è stata comminata ieri una condanna a morte per un manifestante, che aveva partecipato alle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini. Altri 5 sono stati condannati, nello stesso processo, a pene detentive da 5 a 10 anni. Lo scrive la rivista Mizan (Bilancia) organo ufficiale della procura, senza citare i nomi dei condannati.
Altri processi sono stati annunciati contro 800 manifestanti in tre province, che portano il totale degli accusati in tutto il Paese – secondo le fonti ufficiali di Teheran – a 2200 persone. I numeri sono quelli forniti dalle procure e pubblicati su media ufficiali o semiufficiali. Le organizzazioni iraniane all’estero valutano, invece, il numero degli arrestati in almeno 15 mila persone.
Israele
Ieri il presidente Herzog ha assegnato l’incarico ufficiale a Netanyahu per formare il governo. Nelle ultime elezioni del 25 settembre, il Likud ed i suoi alleati di estrema destra hanno vinto le elezioni con una maggioranza di 64 deputati, su 120. Nella cerimonia pubblica di incarico, il presidente Herzog ha ricordato che è a conoscenza delle procedure legali contro Netanyahu con accuse di corruzione e frodi, “Ma questo non impedisce di assegnare a lui l’incarico”, ha affermato.
Iran 2
È morto a Parigi l’esule politico iraniano, Mehran Karimi Nasseri, che ha vissuto per 18 anni nell’aeroporto Charles De Gaulle (dal 1988 al 2006). La sua storia ha ispirato il film USA “The Terminal”, di Steven Spielberg.
Nel 2006 è stato ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico e poi ha vissuto dai diritti del film che ha narrato la sua vita.
Nato nel 1945 a Masjed Souleiman, nella provincia iraniana del Khouzistan, noto con l’appellativo di Sir Alfred, era finito a Parigi dopo un lungo vagare per le capitali europee alla ricerca della madre. Senza documenti validi, perché scaduti, la sua vita è rimasta sospesa nello spazio dell’aeroporto, come un senzatetto e senza fissa dimora. Ha ottenuto lo status di rifugiato politico soltanto nel 1999, 11 anni dopo il suo arrivo sul suolo francese.
Mondo
Sono passati otto mesi e 19 giorni di guerra russa in Ucraina.
Appelli:
campagna a sostegno del blogger e attivista iraniano Hossein Ronaghi-Maleki. Hossein è stato arrestato il 24 settembre, picchiato e minacciato dalle guardie carcerarie. È in sciopero della fame da 48 giorni. La sua vita è in pericolo. Sono state attivate due petizioni per chiedere la sua immediata scarcerazione.
Go Petition
e Change
Anbamed chiama la vostra sensibilità per salvare la 20enne sudanese, Amal, dalla lapidazione. Vi chiediamo di scrivere una lettera all’ambasciata sudanese a Roma: https://www.anbamed.it/2022/10/25/appellp-salvate-amal-dalla-lapidazione/
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Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
Il rapporto delle donazioni dal 1° al 31 ottobre 2022 ci dice che sono state raccolte 730 € (+ 165 € rispetto al mese precedente).
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Approfondimenti:
La forza delle donne curde
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