Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
30 novembre 2022.
Rassegna anno III/n. 329
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I titoli:
Palestina Occupata: 5 palestinesi assassinati dall’esercito israeliano in un solo giorno.
Turchia-Siria: Imminente l’invasione turca nel nord est della Siria. Manca soltanto l’ordine di Erdogan.
Iran: Prima ammissione del regime dell’alto numero di vittime della repressione.
Israele-Stati Uniti: Manovre militari aeree per simulare attacchi contro l’Iran.
Egitto: inviato al 28 febbraio il processo contro Patrick Zaki.
Egitto-Arabia Saudita: Riad rinnova il deposito di 5 miliardi di dollari nella banca centrale del Cairo.
Yemen: è morto a Sanaa il poeta Abdel-Aziz Maqalheh, uno tra i più grandi poeti arabi contemporanei.
Le notizie
Palestina Occupata
Cinque giovani palestinesi uccisi dai soldati israeliani nella sola giornata di ieri. Quattro nei pressi di Ramallah ed uno vicino ad Al-Khalil. Licenza di uccidere garantita dai provvedimenti del precedente governo e ampliata dalle promesse di inasprimento di quello in formazione.
L’esercito di Tel Aviv ha ammesso l’uso di pallottole di guerra contro “disordini gravi”, cioè il lancio di pietre in quattro dei 5 casi di assassinio. In uno solo dei casi si è trattato di un tentativo di investimento con un’auto lanciata a forte velocità contro un posto di blocco. Una soldatessa israeliana è rimasta ferita.
Il premier dimissionario Lapid ha inviato una lettera a 50 governi amici per chiedere il loro voto contrario nell’Assemblea generale dell’ONU sulla risoluzione, approvata all’inizio di novembre dalla quarta commissione. La risoluzione ha raccomandato il trasferimento alla CPI del quesito, avanzato dall’ANP, sul prolungarsi dell’occupazione coloniale israeliana dei territori palestinesi.
All’inizio di novembre, la risoluzione è stata approvata nella commissione con 98 favorevoli, 17 contrari e 52 astenuti. All’Assemblea generale non esiste il veto, che normalmente gli Stati Uniti hanno sempre espresso nel Consiglio di Sicurezza per salvare Israele dalle condanne internazionali.
Turchia-Siria
11 giorni di attacchi turchi contro i curdi nel nord est della Siria. L’ammassamento di truppe sul confine è pronto, secondo quanto scrive la stampa di Ankara. I comandanti delle milizie dell’opposizione siriana hanno svolto una riunione con i comandanti delle truppe d’occupazione turche e sostengono che l’ennesima “offensiva di terra sarà condotta tra qualche giorno, sarà limitata nel tempo ma durissima”, come ha affermato il capo dell’esercito libero siriano.
I comandanti statunitensi in Siria continuano ad escludere che Ankara decida un’operazione militare in questa fase, ma non si sa su quale base siano arrivati a questo convincimento. I militari russi negli incontri bilaterali con i comandanti curdi hanno avanzato la proposta del ritiro dei combattenti curdi a 30 km dal confine turco e l’entrata in quel territorio delle truppe di Damasco, con il mantenimento dell’amministrazione autonoma dei consigli locali.
Le Forze democratiche siriana (SDF) hanno rivolto un appello all’esercito di Damasco di difendere i confini della Siria dall’invasione turca, ma i generali di Assad hanno risposto con la solita retorica parolaia di “opporsi ad ogni invasione illegale e violazione della sovranità”, ma hanno declinato la richiesta di schierare i loro carri armati in difesa dei confini e chiesto, invece, lo scioglimento delle SDF e l’arruolamento dei combattenti curdi nell’esercito come soldati, e non come unità combattenti organizzate.
Di fronte ai comandanti ed ai capi politici curdi siriani ci sono scelte difficili da compiere, una più amara dell’altra: combattere contro il secondo esercito della NATO, con il rischio di migliaia di morti e centinaia di migliaia di sfollati, oppure consegnarsi nelle mani del regime dopo 10 anni di autonomia, democrazia dal basso e libertà.
Iran
Per la prima volta il regime ammette l’uccisione di oltre 300 manifestanti in questi primi 75 giorni di rivolta pacifica. Lo ha affermato il capo delle forze aereospaziali, generale Ami Ali Hajjizadeh, durante un incontro televisivo. “Tra questi martiri vi sono anche dei bambini”, ha ammesso. Un’espressione che denota i malumori anche all’interno del sistema degli ayatollah. La cifra citata si avvicina a quella fornita dalle organizzazioni iraniane per i diritti umani, che sostengono la caduta di 442 vittime, tra i quali oltre 60 bambini e minori.
Questi sono alcuni degli avvenimenti di ieri: Siavash Mahmoudi, 16 anni è stato colpito alla testa dalle milizie delle guardie rivoluzionarie.
Hasan Nasseri, campione di boxe del Khorasan, aveva sostenuto le manifestazioni antiregime in Iran. È stato arrestato davanti a sua moglie e ai suoi figli ed è stato torturato a morte la stessa notte.
Ieri, il regime ha impiccato in gran segreto sette prigionieri e ha minacciato le loro famiglie di tacere. Lo rivelano gli avvocati delle famiglie dei condannati a morte.
Due giorni fa, dopo la vittoria della squadra iraniana nei mondiali di calcio, sono stati liberati oltre 1100 prigionieri tra i quali molti manifestanti. Amnesty International è preoccupata per i processi in corso nei quali centinaia di persone rischiamo la condanna a morte e tra queste vi sono molti minori. AI invita i paesi che hanno ambasciate a Teheran di inviare osservatori alle udienze per monitorare le violazioni alle norme internazionali. (sito AI in inglese)
Il regime trema, ma ha ancora risorse repressive. Lo rivela una registrazione carpita da hackers informatici che si sono introdotti nel sito dell’agenzia stampa ufficiale IRNA. Nell’audio, il vice comandante dei basiji, gen. Qassem Qureishi stava impartendo, ai direttori e capi redattori dei media ufficiali, le linee di condotta nella comunicazione al pubblico. Il generale ha ammesso nella sua esposizione, che risale a metà novembre, che lo sciopero generale è stato osservato nel 70% degli impianti produttivi in tutte le province del paese. “Non dobbiamo avere tentennamenti, questa sollevazione è più pericolosa di quella del 2019, perché mina i nostri principi morali… Questa gente va presentata al popolo come agenti di forze straniere”.
Israele-USA
Israele e Stati Uniti hanno iniziato manovre militari nel Mediterraneo orientale. Obiettivo dell’addestramento è quello di simulare un attacco contro i siti nucleari iraniani. Lo scrive il Jerusalem Post (QUI). Le manovre dureranno fino a domani giovedì durante i quali i piloti israeliani si addestreranno a voli di lunghe distanze, con rifornimenti di carburante in cielo.
Egitto
Al tribunale di Mansoura, il processo nei confronti di Patrick Zaki è stato rinviato al 28 febbraio 2023. Il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ha affermato: “È un rinvio abnorme quello del processo a Patrick. La nona udienza del processo si terrà quando saranno stati superati abbondantemente i 3 anni di questa persecuzione giudiziaria -. Ricordiamo che Patrick è sotto processo per aver difeso la sua comunità, la minoranza cristiano-copta parlando della discriminazione che subisce. Forse neanche questo argomento può interessare il nostro Governo? Ci sono questioni riguardanti i diritti umani che tra Italia ed Egitto non si riescono a superare”.
Egitto-Arabia Saudita
L’agenzia stampa saudita ha pubblicato con una certa evidenza la decisione del fondo sovrano saudita di rinnovare un deposito di 5 miliardi di dollari nella Banca centrale egiziana. Il deposito semestrale era stato concesso lo scorso maggio ed è stato rinnovato – scrive l’agenzia – “per sostenere gli sforzi del Cairo nel proseguire lo sviluppo di un’economia di mercato, per attirare maggiori investimenti esteri”.
Le finanze del Cairo hanno visto il prosciugarsi delle riserve di valuta estera, a causa dell’indebitamento pubblico, il debito estero e gli effetti della crisi in Ucraina. Il rallentamento delle riforme strutturali chieste dal Fondo Monetario Internazionale ha ritardato le negoziazioni per la concessione di un prestito di 4 miliardi di dollari. Le monarchie del Golfo sono arrivate in soccorso, per evitare il precipitare di una crisi economica nel paese arabo più popoloso.
Yemen
È morto a Sanaa, all’età di 85 anni, il poeta yemenita, Abdel-Aziz Maqalheh. È considerato tra i più grandi poeti arabi contemporanei. Ha svolto diversi incarichi accademici e ricoperto ruoli di primo piano nel panorama culturale del paese. È stato rettore dell’università di Sanaa e presidente dell’Istituto di studi e ricerche yemenite.
Ha rinnovato la poesia araba in lingua colta, liberandola dalla metrica fissa, ma mantenendo la rima. Nell’ultima sua produzione prevale una visione pessimistica della vita, ma esprime con coraggio il suo rifiuto della guerra e la sua vicinanza agli ultimi, “che sono il motore della storia e la carne da macello per i signori della guerra, ladri di futuro”.
Notizie dal mondo
Sono passati nove mesi e 5 giorni di guerra russa in Ucraina.
Apprendiamo dai colleghi della testata internazionale Pressenza che il presidente eletto del Brasile, Lula, ha chiesto la liberazione di Assanje.
Appelli:
Anbamed chiama la vostra sensibilità per salvare la 20enne sudanese, Amal, dalla lapidazione. Vi chiediamo di scrivere una lettera all’ambasciata sudanese a Roma: https://www.anbamed.it/2022/10/25/appellp-salvate-amal-dalla-lapidazione/
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