di Silvana Barbieri
Le notizie che arrivano dal Rojava (regione curda autonoma della Siria) sono sempre più drammatiche. Nei bombardamenti sulle infrastrutture civili si legge la volontà di distruggere l’amministrazione della regione. L’obiettivo è di far fuggire la popolazione per rendere più facile l’invasione a terra e occupare case e territori lasciati vuoti. Erdogan ha confermato che le incursioni aeree sono il preludio a un attacco su vasta scala. Le Forze Democratiche Siriane hanno annunciato la momentanea sospensione nella guerra all’ISIS, per concentrare le loro forze nel conflitto con la Turchia. Erdogan, l’uomo a cui viene affidata una mediazione di pace tra Russia e Ucraina, è il peggior macellaio del massacro dei curdi dentro e fuori la Turchia.
Tutte le notizie sotto riportate sono state riprese dall’agenzia stampa ANBAMED , notizie del Sud Est del Mediterraneo ( http://(www.anbamed.it )
L’artiglieria pesante turca ha bombardato le zone rurali di Kobane e Tall Abyed, a nord di Raqqa. È dal 20 novembre che il nord della Siria è oggetto di attacchi quotidiani incessanti con artiglieria, raid aerei e droni turchi, in presenza della rinnovata minaccia di invasione di truppe di terra. A frenare le mire espansionistiche di Ankara la diplomazia russa e la presenza militare statunitense.
La Turchia continua a colpire infrastrutture civili nel nord est della Siria, tra cui ospedali, riserve di grano, centrali elettriche, riserve di carburante e infrastrutture idriche. Ieri, è stata colpita la torre di comunicazione vicino a Kobane e sono state tagliate internet e linea telefonica. I bombardamenti turchi di ieri nella provincia di Hasaka hanno costretto migliaia di persone ad abbandonare le loro case, per cercare rifugio in zone lontane dal tiro dell’artiglieria di Erdogan. Oltre agli attacchi turchi, i curdi sono presi di mira dagli attentati terroristici di Daiesh (Isis), che sta alzando la testa, non casualmente, in questa fase.
Con l’arrivo dell’inverno, la situazione del milione e mezzo di sfollati in Siria è drammatica. La maggior parte non ha da che scaldarsi e, con le piogge, molte famiglie hanno perso anche le tende dove alloggiavano.
Nei giorni scorsi, si è tenuto un incontro tra comandanti militari russi e statunitensi nel nord della Siria. Secondo fonti curde, sono state date loro assicurazioni che non sarà ammessa l’invasione di terra da parte turca contro le città dell’amministrazione autonoma. Il nuovo comandante delle truppe russe in Siria ha compiuto una visita al gruppo dirigente delle Forze Democratiche siriane. L’ultima proposta di Mosca è il ritiro dei combattenti curdi dalle città interessate (Kobame, Manbij e Tal Rifaat), lasciando soltanto la polizia curda a garantire la sicurezza e l’amministrazione autonoma. Nelle zone rurali interverranno i soldati siriani governativi e gli osservatori militari russi. Non ci sono dichiarazioni dirette di accettazione di questa proposta da parte dei consigli dell’autonomia curda, ma ad Ankara il governo turco sostiene di aver ricevuto dalla delegazione russa una proposta in tal senso.
Mosca sta tentando di avvicinare le posizioni dei combattenti curdi con il governo di Damasco, per inserire il processo di autonomia curda nella sua nuova costituzione. In passato i curdi sono stati esclusi dal processo negoziale a Ginevra, per il veto incrociato di Ankara e Damasco.
Notizie dalla Turchia
Il mondo alla rovescia. Il partito di Erdogan ha presentato una proposta di modifica costituzionale che “conceda alle donne il diritto di indossare il velo, difendere l’unità della famiglia e combattere le devianze sessuali”. Risibile. Non sfugge l’intento propagandistico a 6 mesi dalle elezioni. La Turchia laica di Kemal Ataturk aveva vietato nella sua Costituzione di indossare il velo in uffici pubblici, università, scuole e strutture militari. Poi nel 2013 il governo Erdogan aveva tolto la maggior parte di questi divieti.
Il Consiglio d’Europa chiede nuovamente il rilascio di Salahaddin Demirtas, in carcere da sei anni senza processo. Ma Erdogan se ne fotte delle richieste del Consiglio d’Europa, della violazione dei diritti umani, dei diritti politici, del diritto d’informazione. Per Erdogan tutti i curdi sono potenzialmente terroristi, migliaia sono finiti in carcere con pene pesantissime anche solo per aver cantato una canzone in curdo.
E’ notizia di oggi che lo Stato turco vuole togliere l’immunità parlamentare alla deputata kurda FELEKNAS UCA, del partito curdo HDP. Ciò prelude all’arresto. L’atto è stato preparato dal procuratore generale di Ankara, l’accusa sarebbe “incitazione all’odio verso lo stato” e si riferisce alle critiche che Feleknas avrebbe rilasciato alla stampa sui bombardamenti che la Turchia effettua in Rojava e in Shengal (curdi yazidi in Iraq). Feleknas Uca è nata in Germania, è stata eletta al Parlamento europeo dal partito Die Linke per due legislature, dal 1999 al 2009. La prima legislatura (1999-2004) la fece con mio marito Luigi Vinci, insieme si occuparono del processo a quattro deputati curdi in carcere da 10 anni, Leyla Zana, Hatip Dicle, Selim Sadat e Orhan Dogan, accusati di terrorismo e di far parte del PKK, tutti saranno scarcerati nel giugno 2004. Poi Feleknas andrà, dopo il 2009, in Turchia, dove dal 2015 verrà eletta deputata al Parlamento della Turchia. Da notare che i capi di accusa che vengono usati oggi per gli arresti sono assolutamente quelli di 20 anni fa.
I CURDI HANNO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO, LA CLINICA MOBILE E’ LA STRUTTURA SANITARIA CHE PERMETTE DI RAGGIUNGERE I LUOGHI PIU’ COLPITI DAI BOMBARDAMENTI. A NATALE NON DIMENTICATE DI AIUTARE DONNE E BAMBINI COSI’ DURAMENTE COLPITI DAI BOMBARDAMENTI TURCHI, NELL’INDIFFERENZA DELL’UNIONE EUROPEA. IL TUO AIUTO PUO’ FARE LA DIFFERENZA
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