Sparatoria nel centro di Parigi, in rue d’Enghien, nel decimo Arrondissement, contro il centro culturale curdo. Un uomo ha aperto il fuoco uccidendo tre persone e ferendone altre tre. Nel successivo scontro con la polizia anche l’aggressore è rimasto ferito e si trova ora in ospedale piantonato dagli agenti.
L’uomo, secondo il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha “deliberatamente preso di mira degli stranieri”.
La Procura ha precisato che contro l’uomo fermato, un 69enne francese, “è stata aperta un’inchiesta per omicidio, omicidio volontario e violenza aggravata”. Secondo quanto scrive Le Parisien, si tratta di un “pensionato della Sncf”, la compagnia ferroviaria della Francia, dove lavorava come “conducente”.
Il killer attaccò un campo migranti con una sciabola, era uscito dal carcere il 12 dicembre. La polizia francese esclude al momento il movente terrorismo. Il Consiglio Nazionale del Kurdistan non la pensa così e attacca frontalmente i servizi segreti di Ankara di essere dietro questa operazione architettata contro la comunità curda per colpire il lavoro di organizzazione e informazione svolto contro le politiche discriminatorie e repressive del regime di Erdogan. In un comunicato (QUI, ininglese, francese e spagnolo), il KNK denuncia che questo attacco è orchestato dal regime di Ankara contro l’attività del KNK. Non possiamo considerare questo attacco come un fatto ordinario. Per noi è un’altra versione degli assassinii di 10 anni, quando nel 2013 sono state assassinate tre donne rivoluzionarie e degli altri attacchi contro i leaders curdi in Belgio. Durante questi 10 anni – prosegue il comunicato del KNK – noi, gli avvocati e gli investigatori abbiamo constatato che il centro europeo del team di killers della Turchia si trova in Francia. L’organizzazione curda non crede alla versione della polizia francese che segue la pista dell’attacco razzista. ( Qui la versione integrale della traduzione in Italiano )
A un centinaio di metri dalla rue d’Enghien, dove c’è stata la sparatoria, i membri della comunità curda si sono riuniti nella zona per urlare la loro rabbia. Alla manifestazione, che era sorta in modo spontaneo, la polizia francese ha risposto con le manganellate e lacrimogeni, senza rispetto per il dolore patito.
Il 69enne ha precedenti giudiziari. Secondo informazioni raccolte da BFMTV, l’uomo era già stato indagato lo scorso anno per tentato omicidio dopo aver attaccato un campo migranti di Parigi armato di una sciabola. Incarcerato, era stato liberato il 12 dicembre e da allora era stato messo sotto controllo giudiziario, dunque non aveva il diritto di lasciare il territorio francese e soprattutto di portare con sé un’arma.
Ecco il testo del comunicato del Movimento delle donne curde in Europa:
È chiaro che i sostenitori e promotori europei delle politiche di genocidio e delle operazioni militari di Erdogan hanno permesso ancora una volta all’Europa di essere un’estensione degli attacchi dello Stato turco contro il popolo curdo.
L’atroce attacco contro il Centro Culturale Ahmet Kaya di Parigi, in cui 3 persone hanno perso la vita e 3 sono rimaste ferite, è il risultato di queste politiche. Quasi esattamente 10 anni fa a Parigi, Sakine Cansiz, Fidan Dogan e Leyla Saylemez sono state assassinati dall’intelligence turca. 10 anni dopo questo massacro politico possiamo vedere chiaramente che l’organizzazione di intelligence turca, il MIT, sta continuando le sue operazioni.
Proprio come nel caso dell’utilizzo di armi chimiche da parte dello Stato turco, la Germania e la Francia stanno palesemente ignorando le norme sui diritti umani e il diritto internazionale e ancora una volta chiudono un occhio sugli attacchi contro il popolo curdo.
Come risultato di queste politiche, lo Stato tedesco ha condotto irruzioni contro le istituzioni curde, la comunità curda e i politici curdi. Allo stesso modo la Francia è diventata una terra in cui gli omicidi politici contro i curdi sono diventati un evento regolare.
Così come il popolo curdo chiede giustizia da dieci anni, continuerà a resistere contro gli sporchi giochi e gli interessi geo strategici di tutti gli stati coinvolti.
Cercheremo giustizia e principalmente chiederemo conto dei due stati coinvolti in questi brutali attacchi; vale a dire la Turchia e la Francia. Nessun attacco ci allontanerà dalla nostra legittima lotta per la nostra identità e libertà.
Movimento delle donne curde in Europa– TJK-E 23.12.2022