Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
27 dicembre 2022.
Rassegna anno III/n. 354
Per informazioni e contatti, manda un messaggio:
Le vignette sono QUI
Per ascoltare l’audio:
Avviso ai naviganti:
Il resoconto della banca ci informa che nel mese di novembre le donazioni dei lettori e ascoltatori sono state di 80 € (- 650 € rispetto al mese precedente, ottobre).
La situazione è grave e anche contraddittoria, perché aumentano i lettori del sito e non mancano gli apprezzamenti sui social, mentre il sostegno economico cala.
Sostenete Anbamed. Tutte le indicazioni si trovano in fondo a questa newsletter e nel sito (ecco il link).
Aderite alla campagna per gli abbonamenti 2023.
I titoli:
Iran: I 100 giorni dalla morte di Mahsa Amini riaccendono le proteste. Il regime vuole bloccare i conti correnti delle donne senza hijab.
Sudan: 12 morti per gli scontri interetnici in Darfur.
Afghanistan: Università chiuse e divieto alle donne di lavorare nelle ONG internazionali.
Palestina Occupata: I coloni assaltano i villaggi palestinesi bruciando auto e rompendo i vetri delle case.
Siria: Bombardamenti turchi contro i villaggi curdi di confine.
Etiopia: Una delegazione di Addis Abeba di alto livello ha visitato il capoluogo del Tigray per la prima volta dall’inizio della tregua.
Algeria: Arrestato il direttore di una radio e chiusa l’emittente.
Pakistan: un ennesimo attentato terroristico con morti e feriti.
Le notizie
Iran
La ricorrenza dei cento giorni dalla morte Mahsa Amini è stata l’occasione per sviluppare ulteriormente la sollevazione dell’intera popolazione contro il potere degli ayatollah. Le condanne a morte sforate dai tribunali non si contano più e le minacce delle esecuzioni sono in agguato. La repressione non ferma le proteste. Ieri per il 40esimo giorno dalla morte del bambino Kian Pirfalak, assassinato nella sua auto da una pallottola, una folla ha scortato la madre fino al cimitero dove ha liberato in cielo una colomba. La gente ha gridato: “Dal Kurdistan all’Izeh, le nostre vite sono solo per l’Iran” (Il video).
Il regime si sente assediato e si chiude come un riccio inasprendo le misure coercitive. Il ministero dell’Interno ha annunciato che l’obbligo del hijab è ancora in corso e che le ragazze che verranno fermate senza il copricapo regolare verranno punite con il blocco dei loro conti correnti. Tra le misure sperimentate nei giorni scorsi c’è stata quella di chiudere i negozi che ammettono l’ingresso alle donne con i capelli scoperti.
Sudan
L’esercito sudanese ha dichiarato lo stato d’emergenza e il coprifuoco notturno nella provincia di Darfur, dopo gli scontri interetnici che hanno portato all’uccisione di 12 persone e lo sfollamento di migliaia di famiglie. Gli scontri sono avvenuti nel distretto di Nyala, capoluogo del sud Darfur, tra pastor nomadi e contadini. Secondo il capo della polizia locale, gli scontri sono stati innescati da futili motivi: il furto di un mezzo di trasporto a tre ruote. Tra le vittime ci sono anche un poliziotto e un soldato.
Afghanistan
Il governo afghano ha ordinato il divieto alle donne di lavorare per le ONG internazionali operanti nel paese. In una lettera indirizzata alle ONG, il ministero preposto alle autorizzazioni di servizio ha ribadito che “a causa del mancato rispetto delle regole per il vestiario femminile è fatto divieto di assumere donne pena il ritiro delle licenze”. Tre organizzazioni di aiuti internazionali “Save the children”, CARE e il “Consiglio norvegese per i profughi” hanno deciso di sospendere le attività se non verranno garantite uguali diritti ai dipendenti e lasceranno l’Afghanistan. Questa decisione restrittiva avviene a 4 giorni dal divieto delle università alle donne. In seguito alle manifestazioni di protesta di tutti gli studenti e le studentesse contro il provvedimento discriminatorio, il ministero dell’istruzione ha sospeso le lezioni universitarie per una settimana.
Palestina Occupata
Nella terra che ha dato i natali a Gesù le feste sono state all’insegna della repressione dell’esercito e delle aggressioni dei coloni. In tutta la Cisgiordania ci sono stati rastrellamenti continui, con decine di arresti. Bande organizzate di coloni hanno devastato auto e rotto i vetri delle case in diversi villaggi attorno a Gerusalemme (Vedi la galleria di immagini).
A Gaza, l’esercito di occupazione, dopo le piogge torrenziali dei giorni scorsi, ha aperto le dighe nelle zone di demarcazione facendo allagare terreni agricoli e campi palestinesi. Migliaia di famiglie hanno passato due notti all’aperto o in tende.
Il 2022 è stato l’anno con il maggior numero di vittime palestinesi: 230 assassinati, 9335 feriti e 6500 arrestati, dei quali 4700 tuttora in carcere. La repressione israeliana non ha risparmiato neanche i bambini di 10-11 anni. 833 case demolite, 13130 alberi divelti. Le aggressioni dei coloni con danni materiali alle cose e feriti tra le persone: 793.
Siria
Il ministro della difesa turco, Akar, ha visitato le truppe di Ankara al confine con la Siria. La Turchia ha pianificato un’azione di terra contro i combattenti curdi, per cancellare l’autonomia amministrativa nel nord della Siria, ma non ha ottenuto la luce verde dai russi e statunitensi che hanno in zona truppe militari. Quella che viene presentata come un’azione preventiva per garantire la sicurezza dei confini non è altro che un’operazione per l’espansionismo turco per controllare le zone dei giacimenti petroliferi della Siria.
Nei giorni passati, l’artiglieria turca non ha cessato gli attacchi contro le linee del fronte nelle tre province settentrionali siriane di Aleppo, Raqqa e Hasaka, costringendo migliaia di civile ad abbandonare le case e sfollare verso zone non raggiungibili dall’artiglieria di Ankara che colpisce di oltre confine.
Etiopia
Una delegazione di Addis Abeba capeggiata dal presidente del Parlamento ha visitato ieri lunedì Makallè capoluogo del Tigray. Il portavoce governativo ha affermato che la commissione ha il compito di constatare gli sviluppi dell’accordo tra il governo e il Fronte popolare (TPLF). Le due parti avevano raggiunto il2 novembre scorso a Pretoria, in Sud Africa, dopo una lunga fase di negoziati indiretti, un accordo per la smilitarizzazione del TPLF e il passaggio degli aiuti umanitari alla popolazione. La visita di questa delegazione è il segno che l’accordo sta funzionando e che le prospettive di pacificazione dipendono dalla capacità del governo Abi di convincere le truppe eritree e le altre milizie governative al ritirarsi dal territorio del Tigray.
Algeria
Le autorità algerine hanno arrestato il giornalista Ihsane El-Kade e chiuso l’emittente “Radio M” e la testata giornalistica online “Maghreb Emregent”, da lui fondate e dirette. Il sito di Radio M e i canali social dell’emittente hanno scritto che El Kade era stato arrestato nella notte tra venerdì e sabato ed è stato condotto ammanettato presso la sede, la mattina di ieri, dove si è svolta la perquisizione e la chiusura della sede. Motivo dell’azione repressiva è un articolo pubblicato sul sito e trasmesso in voce dall’emittente radiofonica, nel quale El.Kade difendeva il diritto del movimento islamista Rashad a partecipare alle elezioni. LO scorso giugno è stato condannato in primo grado a 6 mesi di reclusione, ma si attende la sentenza della cassazione. Di fronte alla sede chiusa si è radunato un gruppo di giornalisti in solidarietà con il direttore perseguitato.
Pakistan
Almeno 5 persone uccise e altre 6 ferite nell’attentato compiuto contro un pullmino che li trasportava nel distretto di Kohlu, nel Belucistan, sud ovest del Pakistan. Nessuna rivendicazione, ma le forze di sicurezza accusano il movimento taliban Pakistan, che aveva compiuto nell’ultimo periodo diversi attacchi e agguati contro le forze di sicurezza. Nel mese di ottobre i taliban pachistani hanno dichiarato conclusa la tregua firmata con le autorità governative.
Notizie dal mondo
Sono passati dieci mesi e 2 giorni di guerra russa in Ucraina.
Appelli:
Sostenete Anbamed
Comincia la campagna per gli ABBONAMENTI 2023.
Questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente continua “puntuale, completa e senza interruzioni”, come l’ha definita un collega e, quindi, merita il vostro sostegno.
L’amico fotografo Marco Costa ha donato 10 foto b/n stampa in camera oscura. Le potete ammirare QUI.
Andranno in regalo ai primi dieci abbonati del 2023.
Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.
Ecco i dati per il versamento:
Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità
Iban: IT33U0891382490000000500793
Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un piccolo contributo per noi significa molto. Torna presto a leggerci ed ascoltarci.
[…] Per ascoltare l’audio: clicca qui […]