Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
09 gennaio 2023.
Rassegna anno IV/n. 008
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I titoli:
Iraq: I caccia turchi tornano a bombardare nel Kurdistan iracheno.
Siria: I combattenti curdi nella morsa di Ankara e Daiesh.
Palestina Occupata: Restrizioni contro gli alti funzionari dell’ANP e demolizioni di case dei contadini.
Iran: Condannata a 5 anni Fayiza Rafsanjani, figlia dell’ex presidente.
Sudan: Conferenza per la fase finale dell’accordo politico tra i militari e i partiti, per un governo civile.
Tunisia: Vietata una protesta dei militanti dell’opposizione davanti alla casa del presidente Saied.
Israele: Nasce un partito egualitario arabo-ebraico “Per un paese di tutti i suoi cittadini”.
Le notizie
Iraq
La Turchia è tornata a bombardare nel nord del Kurdistan iracheno. Secondo fonti del governo autonomo di Erbil, le truppe turche che occupano una base a Dahuk, a nord di Mosul, hanno bombardato i villaggi del monte Mateen dove sono presenti combattenti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK). I caccia di Ankara hanno colpito almeno tre villaggi della zona secondo il governatore locale, che però non ha dato informazioni sulle vittime. Un comandante dei peshmerga ha sostenuto che l’attacco ha provocato la fuga degli abitanti dai villaggi. Un partito di sinistra dei curdi della Turchia, il MLKP ha comunicato di aver perso due militanti durante i bombardamenti turchi.
Siria
Le truppe turche e le milizie siriane affiliate hanno bombardato con l’artiglieria sia a Manbij, ad ovest del fiume Eufrate, sia a Ain Issa, in provincia di Raqqa ad est del fiume e Tall Tamer, nella provincia di Hasaka e sempre sulla principale arteria stradale M4. I bombardamenti non hanno causato vittime, ma soltanto distruzioni nelle strutture. Una guerra di logoramento quotidiana che mira a svuotare il territorio e far fallire l’esperienza di autonomia amministrativa democratica dei curdi.
Parallelamente a queste aggressioni militari turche, le cellule dormienti di Daiesh hanno affermato in un comunicato sugli account social fiancheggiatori, di aver colpito, in diverse zone del nord est, miliziani delle Forze democratiche siriane. La notizia ha ottenuto un vistoso risalto sulla stampa locale delle zone sotto il controllo militare turco. Un comportamento che la dice lunga sul connubio tra militari turchi e Daiesh, un’alleanza non dichiarata in funzione anti curda.
Palestina Occupata
Il governo israeliano ha imposto nuove misure restrittive contro dirigenti dell’ANP. Sono stati annullati i permessi per tre dirigenti di Fatah e quello di libero transito del ministro degli esteri palestinese Riad Maliki. Praticamente non potrà più lasciare Ramallah, dove ha sede l’Autorità nazionale palestinese.
Il ministro israeliano della sicurezza interna, Bin Gvir, ha informato la presidenza del parlamento che sono annullate le visite dei deputati ai detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Il ministro di estrema destra ha visitato una prigione nel Negev per accertarsi – secondo quanto ha scritto lui stesso sui social – “che non vi siano miglioramenti nelle condizioni di prigionia dei palestinesi”. Bin Gvir intende presentare una proposta di legge per introdurre la pena di morte per chi attenta alla vita di cittadini ebrei israeliani.
Continuano le demolizioni ordinate dall’esercito di occupazione nella zona a sud di Al-Khalil e le distruzioni dei campi agricoli ed in particolare gli ulivi da parte dei coloni, protetti dall’esercito. Le demolizioni annunciate riguardano 5 case e 3 pozzi per la raccolta dell’acqua piovana. Un contadino di Yatta Masafra ha trovato 53 ulivi tagliati alla base, opera di coloni che mirano ad occupare il terreno, dopo che l’esercito avrà cacciato i contadini palestinesi con il pretesto della zona militare chiusa.
Iran
Dopo le esecuzioni capitali, si sono svolte manifestazioni di proteste in tutte le città iraniane, particolarmente nelle zone a maggioranza curda. In diversi casi si è assistito all’uso di armi da guerra contro i manifestanti disarmati. Non ci sono al momento notizie certe su eventuali vittime. I video giunti ai media dell’opposizione iraniana all’estero sono eloquenti sulla determinazione della popolazione contro la repressione del regime. La massiccia partecipazione e gli slogan scanditi sono un segno di un’opposizione alla dittatura: “Basiji e pasdaran siete come Daiesh (Isis)”.
Un tribunale di Teheran ha condannato Fayeza Rafsanjani, figlia dell’ex presidente della repubblica, a 5 anni di reclusione. Era stata arrestata lo scorso settembre in seguito alle dichiarazioni di condanna dell’assassinio di Mahsa Amini.
A Hormozgan, nel sud ovest, un tribunale ha condannato 4 persone a pesanti pene detentive, fino a 9 anni. La loro accusa è quella di aver incitato i camionisti allo sciopero nello scorso mese di dicembre. La notizia è stata pubblicata sulle pagine dell’organo ufficiale della procura, Mizane. Non sono stati forniti i nominativi degli attivisti condannati.
Sudan
Si è tenuta ieri a Khartoum la riunione per la fase finale dell’accordo quadro tra le forze politiche e i militari. Per la prima volta, dall’inizio della mediazione ONU-UA-IGAD, le due parti si incontrano faccia a faccia. La riunione, che durerà 4 giorni, serve a delineare l’ultima fase per l’entrata in vigore della pianificata consegna dei poteri dai militari ai civili. L’accordo prevede una fase transitoria di due anni con la formazione di un governo civile tecnico e la ripresa dei lavori della commissione per la dissoluzione dei centri di potere del vecchio regime dittatoriale. Se i lavori saranno coronati di successo, il Sudan chiude la triste pagina del colpo di Stato dei generali Burhan e Hamdati, anche se i due otterranno di fatto un’amnistia camuffata con il motto di non interferenza dei politici negli affari delle forze armate.
Tunisia
Una folla di sostenitori del presidente Saied ha impedito ai seguaci del Fronte di Salvezza di manifestare nella cittadina di Mnaihle, un sobborgo a nord della capitale, dove risiede Saied. L’intervento delle forze di polizia ha impedito il contatto fisico tra le due parti. I dirigenti della coalizione dell’opposizione sono stati inseguiti e costretti a fuggire dalla piazza dove era previsto il raduno. Un precedente grave che non promette bene per l’esperienza tunisina.
Il 14 gennaio è l’anniversario della caduta di Bin Alì e l’opposizione ha indetto una manifestazione nel centro di Tunisi, per chiedere le dimissioni di Saied e indire nuove elezioni presidenziali e politiche dopo il fallimento delle elezioni del 17 dicembre che hanno visto un’astensione senza precedenti.
Israele
È nato un partito ebreo arabo egualitario “Per tutti i suoi abitanti”. I suoi dirigenti sono Avraham Burg, ex speaker laburista della Knesset che anni fa ha annunciato di non essere più sionista, e il palestinese Faisal Azaiza, preside della facoltà di previdenza sociale dell’università di Haifa.
Nei giorni scorsi il partito ha organizzato un meeting aperto, presso una struttura alberghiera di Tel Aviv, con una folta partecipazione di esponenti politici di sinistra, nel tentativo di valutare le possibili vie per contrastare la politica discriminatoria del governo di estrema destra guidato da Netanyahu. All’incontro hanno partecipato esponenti del Meretz e della lista Balad/Tagammu, che alle ultime elezioni del 1° novembre non hanno superato lo sbarramento. Un progetto promettente che però si scontra con la legge approvata nel 2018 che sancisce Israele (compresa le Cisgiordania) come Stato della nazione ebraica; una legge discriminatoria e colonialista.
Notizie dal mondo
Sono passati dieci mesi e 15 giorni di guerra russa in Ucraina.
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