Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
19 gennaio 2023.
Rassegna anno IV/n. 018
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I titoli:
Palestina Occupata: B’tselem svela le bugie dei generali israeliani sugli assassinii dei palestinesi.
Vertice Abu Dhabi: Il secondo vertice in 48 ore rivela la decadenza del “sistema arabo”.
Algeria: La procura svela il coinvolgimento del fratello dell’ex presidente nella corruzione.
Turchia: Erdogan ha annunciato l’anticipo delle elezioni per vincere facile.
Egitto-Turchia: Un giornalista egiziano è agli arresti domiciliari in attesa di estradizione.
Israele: La Corte Suprema boccia il ministro dell’Interno Dreri, per reati fiscali.
Migranti: Consegnati al regime siriano i migranti salvati in mare la notte di capodanno al largo delle coste libanesi.
Le notizie
Palestina Occupata
B’tselem ha pubbicato un video sul caso Raed Na’saan, 21 anni, ucciso dai soldati israeliani mentre scappava dal teatro degli scontri impari, pietre contro pallottole. I fatti risalgono al 29 novembre 2022 durante l’irruzione dell’esercito nel villaggio di Moughir, ad est di Ramallah. L’esercito come al solito ha motivato l’uccisione sostenendo che il ragazzo aveva lanciato una bomba molotov contro i soldati. Hanno mentito sapendo di mentire. L’inchiesta dell’organizzazione israeliana B’tselem ha raccolto video e testimonianze che smentiscono la versione dei militari bugiardi.
Vertice Abu Dhabi
Le divisioni tra le élite al potere nei paesi arabi si è palesata surrettiziamente nel vertice di Abu Dhabi, che segue 48 ore dopo quello del Cairo. I capi di Stato dei pasi del Golfo, senza l’Arabia Saudita, si sono incontrati nella capitale degli Emirati con re Abdalla di Giordania e il presidente Al-Sissi. I comunicati ufficiali non dicono nulla di esplicito, ma denotano la marginalità del “sistema arabo” a gestire le proprie contraddizioni in una fase di grave crisi internazionale e grandi difficoltà in Medio Oriente. In Israele è arrivato un governo di fascisti e razzisti, l’Iran malgrado la rivolta popolare ha un forte ruolo di penetrazione nella regione, la Turchia sta gestendo la situazione siriana a proprio piacimento, la guerra in Ucraina non accenna a concludersi ed i suoi effetti disastrosi sui paesi arabi sono stati devastanti, per la dipendenza dalle forniture alimentari. Non solo, ma la solidarietà araba, intesa come sostegno finanziario delle monarchie del Golfo ai paesi del cosiddetto “fronte” contro Israele (Egitto, Giordania, Siria, Libano e Palestina), è venuta meno. Il vertice del Cairo di tre giorni fa è stato un segnale di allarme per le monarchie del Golfo, che le cose non vanno bene. Per salvare le apparenze gli Emirati hanno organizzato in fretta e furia un vertice improvvisato, invitando Al-Sissi e Abdalla II, per tamponare la frattura araba. Riad non ha partecipato e i media legati al sistema informativo di Bin Salman hanno declassato la notizia. Il regno saudita si accinge a stabilire rapporti diplomatici con Israele e vuole liberarsi dal peso economico della “solidarietà araba”, per costruire una propria visione di equilibrio regionale (con Iran, Israele e Turchia) che non ammette concessioni agli altri rivali arabi. I piccoli sultanati del Golfo si sono spaventati, ma il principale perdente è il popolo palestinese. Abbas infatti non è stato invitato ad Abu Dhabi.
Algeria
La procura algerina ha rivelato il ruolo di Said Boutefliqa, fratello dell’ex presidente, nel sistema corruttivo che ha retto il vecchio regime. La stampa algerina ha pubblicato i contenuti di 4352 contatti telefonici e sms tra Said e gli uomini d’affari che gestivano a loro piacimento il denaro pubblico. Boutefliqa è stato assolto nel processo militare per le accuse di azioni contro la sicurezza dello Stato, ma è ancora detenuto per i reati penali civili riguardanti il suo ruolo come consigliere speciale del fratello presidente. Lui ha sempre negato un ruolo operativo nel “sistema del cartello”, ma le indagini hanno confermato il suo pesante coinvolgimento. Il danno erariale è valutato in centinaia di miliardi di dollari, dei quali la procura ha recuperato soltanto 10 miliardi. La fuga di notizie sull’inchiesta probabilmente serve ad arginare complotti all’interno del potere per salvare Said.
Turchia
Il presidente Erdogan ha annunciato che le elezioni si terranno il 14 maggio, anticipandole di un mese, rispetto alla data precedentemente decisa (18 giugno). Vengono confermate così le notizie trapelate nei giorni scorsi su una manovra del partito islamista e del suo alleato di governo di voler sfruttare il momento politico. L’opposizione non ha ancora scelto il candidato dei sei partiti, il sindaco di Istanbul, un candidato credibile, è stato condannato per una frase contro i giudici e la terza forza in Parlamento, l’HDP, è perseguitata dalla procura, che aveva sequestrato i conti del partito e potrebbe arrivare a breve una sentenza di scioglimento. Anticipare la fine della legislatura mette al riparo la candidatura di Erdogan da eventuale ricorso costituzionale contro il suo terzo mandato, perché annullerebbe dal conteggio il secondo, quello attuale.
Egitto-Turchia
Il giornalista televisivo egiziano, Hossam Al-Qamri, residente in Turchia è stato messo agli arresti domiciliari in attesa di estradizione. La notizia è trapelata da fonti della Fratellanza Musulmana, ma è stata confermata anche da fonti dei servizi di sicurezza turche, in forma di anonimato. Al-Qamri era stato incarcerato lo scorso novembre per aver pubblicato sui social attacchi contro la politica del regime di Al-Sissi. Il governo di Ankara da due anni tenta di migliorare i rapporti con Il Cairo e per ottenere questo passo ha messo in atto un giro di vite contro l’opposizione egiziana, che era ospitata in Turchia dal 2013. Le misure intraprese da Ankara riguardavano la chiusura di tutte le trasmissioni politiche delle emittenti egiziane che trasmettevano dalla Turchia e il divieto agli egiziani residenti di usare i social per attaccare le politiche del loro governo. Al-Qamri non si è adeguato e adesso si aspetta che ottenga un visto per un paese europeo per mandarlo via. Erdogan ed Al-Sissi, tra dittatori, si sostengono a vicenda.
Israele
La Corte suprema israeliana ha emesso una sentenza che rende illegittima la designazione alla carica di ministro dell’Interno e della Salute del leader del Shas, Aryeh Deri. Dieci giudici su 11 hanno appoggiato la decisione che mette in difficoltà Netanyahu. Deri risulta infatti condannati per reati fiscali. Il pronunciamento della Suprema Corte non è definitivo, ma molti analisti considerano la nomina di Deri alla carica di ministro è irragionevole. Ma se Netanyahu decidesse di rimuoverlo, perderebbe il sostegno del partito di estrema destra Shas e la maggioranza traballerebbe. Mantenerlo acuirebbe lo scontro con la magistratura, che non aveva reagito bene nei giorni scorsi ai tentativi del governo di depotenziare, con una proposta di legge, il ruolo dei giudici nell’equilibrio tra i poteri.
Migranti
I migranti siriani salvati la notte di capodanno al largo delle coste libanesi sono stati accompagnati dall’esercito in territorio siriano seguendo un passaggio secondario predisposto dai trafficanti. L’operazione probabilmente è stata organizzata in accordo con l’esercito di Damasco, perché poco dopo l’entrata in territorio siriano i 200 migranti sono stati arrestati e per la loro liberazione le famiglie hanno dovuto pagare un “riscatto”. Una doppia beffa, perché i giovani in età di leva militare sono stati arruolati.
Notizie dal mondo
Sono passati dieci mesi e 25 giorni di guerra russa in Ucraina.
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