Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
18 febbraio 2023.
Rassegna anno IV/n. 048
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I titoli:
Turchia: Pochi salvataggi nel 13esimo giorno dal sisma. I costi della ricostruzione supereranno i 100 miliardi di dollari.
Siria/terremoto e combattimenti: Sfollati all’aperto e senza tende e coperte. Polemiche per i ritardi degli aiuti internazionali nelle zone sotto il controllo delle milizie. Scontri con i governativi a sudest di Idlib.
Siria/terrorismo: Un eccidio di lavoratori agricoli nella Badia siriana. 53 raccoglitori di tartufo sono stati uccisi con un colpo alla nuca dai criminali jihadisti dell’Isis.
Pakistan: 7 morti nell’attacco terroristico taliban contro il commissariato di polizia di Karachi.
Palestina Occupata: La Cisgiordania è un gande ghetto. Città chiuse e continui rastrellamenti. Decine di feriti e arrestati tra la popolazione palestinese.
Tunisia: 14 avvocati in stato di fermo. Avevano “preteso” nel commissariato di Biserta di sapere che fine aveva fatto un loro assistito, l’uomo politico di opposizione, Al-Buhairi.
Migranti/Tunisia: 20 organizzazioni della società civile tunisina denunciano i discorsi dell’odio e le persecuzioni contro i migranti subsahariani.
Migrati/Libia: Liberati sei lavoratori egiziani rapiti da milizie criminali per fini di riscatto.
Sudan/cultura: Cerimonia di premiazione dei vincitori del concorso letterario dedicato alla memoria dello scrittore Tayeb Salih.
Le notizie
Turchia
L’ultimo rapporto del ministero dell’interno parla di aumento del numero delle vittime estratte da sotto le macerie a oltre 40 mila. Ma ci sono anche salvataggi di alcune decine nelle sei province dove si continua la ricerca di superstiti.
I costi della ricostruzione – secondo le stime degli istituti e le università turche – supereranno i 100 miliardi di dollari. Oltre agli edifici rasi al suolo, ci sono anche le strutture danneggiate e non più abitabili e di conseguenza da demolire. A questi costi si devono aggiungere quelli per le infrastrutture di urbanizzazione. Il costo totale si aggirerà sul 5,5% del PIL turco.
Siria/Terremoto e scontri militari
La situazione dei terremotati nelle zone sotto il controllo delle milizie nel nord ovest della Siria si sta aggravando, a causa degli scarsi aiuti arrivati e per le polemiche nate dalla concorrenza tra le varie organizzazioni locali di assistenza. Gli sfollati che dormono all’aperto senza tende e senza coperte sono – secondo stime delle organizzazioni – almeno 100 mila. Le basse temperature e le piogge hanno aggravato le loro condizioni, in mancanza di cibo, acqua potabile e medicine. Tensione anche fra i rappresentanti dell’ONU e i capi delle organizzazioni locali di assistenza, in seguito alle dichiarazioni stampa, di questi ultimi, di critica all’operato dell’ONU, per i contatti con il governo di Damasco.
Ad aggravare la situazione a sudest di Idlib, lo scambio di colpi di artiglieria tra le milizie islamiste attestate a Saraqib e le truppe governative.
Siria/terrorismo
La Tv di Damasco ha annunciato che i miliziani di Daiesh hanno ucciso 53 lavoratori agricoli e agenti di guardia presi in ostaggio dopo un attacco dei giorni scorsi nella Badia, la zona desertica nel centro del paese, ad est di Homs. I lavoratori sono stati sorpresi mentre raccoglievano i tartufi da un gruppo di terroristi che hanno sparato raffiche di mitra, uccidendo all’istante 11 persone e prendendo in ostaggio gli altri. Secondo i medici dell’ospedale dove sono state portate le vittime dell’eccidio, la causa della morte è stata uno sparo alla nuca: un’esecuzione a sangue freddo di innocenti da parte di schegge impazzite.
Le forze USA in Siria hanno annunciato l’uccisione, in collaborazione con le Forze democratiche siriane, di un dirigente di Isis. Nell’incursione, con truppe speciali elitrasportate nella zona nordorientale della Siria, sono stati feriti 4 soldati USA ed un cane addestrato, trasportati per le cure in una base in Iraq. Il jihadista ucciso – secondo l’U.S. Central Command (QUI) – si chiamava Hamza El-Homsi. Secondo fonti curde e a quanto riferito dall’Osservatorio Siriano, il suo vero nome è Mohannad Al-Saray, ex ufficiale dell’esercito siriano che ha disertato nel 2013 passando alle milizie qaedisti e poi all’Isis. Nel 2019, dopo la sconfitta del fu falso califfato, era stato catturato dalle Forze democratiche siriane a guida curda, mentre tentava di fuggire in Turchia, e condannato a 5 anni, ma rilasciato prima della conclusione della pena. È stata diffusa la voce che Al-Saray fosse fuggito in Turchia, ma i servizi di sicurezza curdi sono riusciti a raccogliere informazioni sulla sua presenza nella cittadina rurale di Sabha, situata ad est di Deir Azzour, sua città natale. In quella cittadina ha guidato una cellula terroristica clandestina con la carica di emiro ed ha svolto pubblicamente lezioni di fede in una moschea, incitando gli uomini delle Forze democratiche siriane a pentirsi. Negli agguati compiuti nella zona, lo scorso anno e rivendicati dell’Isis, sono morti diversi militari curdi.
La casa dove si nascondeva è stata assediata, la notte tra giovedì e venerdì; gli è stato intimato con i megafoni di arrendersi, ma lui ha risposto al fuoco ed ha lanciato bombe a mano contro gli assalitori.
Pakistan
Un gruppo di assalitori tra gli 8 e i 10 elementi armati ha attaccato l’ufficio del capo della polizia di Karachi, la capitale economica del paese. Almeno sei di loro sono riusciti ad entrare all’interno della struttura. La sparatoria è durata diverse ore ed è stato necessario far arrivare rinforzi per soccorrere le forze di sicurezza all’interno dell’ufficio. La stampa locale cita le testimonianze di persone che hanno assistito all’assalto, riferendo che nella zona sono arrivate diverse ambulanze. Dopo una notte di sparatorie ed esplosioni, la polizia ha ripreso possesso dell’edificio. Sette morti, tra i quali 3 terroristi, 3 agenti e un lavoratore. Taliban-Pakistan ha rivendicato l’attacco.
Palestina Occupata
La Cisgiordania è un grande ghetto per la popolazione palestinese. Le forze di occupazione israeliane dispongono a loro piacimento della mobilità delle persone, con posti di blocco e con cancelli di ferro agli ingressi stradali di molte città. Ieri ad Al-Khalil, un corteo in solidarietà con i detenuti politici è stato aggredito dai soldati con la blindatura del centro città e con spari di pallottole di guerra. Un giovane di 20 anni è stato ferito gravemente.
A Kafr Qaddum, ad ovest di Nablus, i soldati hanno disperso, con spari di pallottole di guerra, il presidio pacifico settimanale che si organizza tutti i venerdì da 19 anni, per protesta contro la chiusura permanente dell’ingresso principale della città. Due attivisti palestinesi e un sostenitore internazionale sono rimasti feriti.
Rastrellamenti si sono avuti a Jenin e Nablus, con ferimento e arresto di ragazzi che avevano affrontato i soldati con il lancio di pietre.
A Gaza, i soldati israeliani hanno sparato da oltre la barriera di demarcazione contro contadini palestinesi che lavoravano negli orti nel limbo di terre adiacenti alla rete, in diverse località all’interno della Striscia di Gaza. Una decina di feriti, tra i quali alcuni gravi, che hanno avuto bisogno di ricovero negli ospedali.
Tunisia
Il sindacato degli avvocati ha denunciato che 14 colleghi, difensori di politici e imprenditori arrestati nei giorni scorsi, sono in stato di fermo per essere interrogati. L’ondata di arresti sta preoccupando molti strati della popolazione, che si interrogano fin dove il presidente Saied intende usare le procure per zittire gli oppositori e tutti coloro che la pensano diversamente da lui. Non solo politici e imprenditori in odore di corruzione, ma anche giornalisti, sindacalisti e avvocati sono stati incarcerati per aver svolto il loro lavoro. Il gruppo di 14 avvocati fermati è “colpevole” di aver rifiutato di uscire dal commissariato di polizia di Biserta, prima di conoscere che fine abbia fatto il loro assistito, l’ex deputato e dirigente del partito islamista Ennahda, Al Buhairy, portato via dall’ospedale dopo un suo ricovero d’urgenza in seguito al suo arresto.
Migranti/Tunisia/
Una ventina di associazioni della società civile tunisina hanno condannato la diffusione del discorso dell’odio nei confronti dei migranti dei paesi africani subsahariani. Il “Forum tunisino per i diritti sociali ed economici”, la “Lega tunisina per i diritti umani” e le altre organizzazioni hanno fatto appello alle autorità governative, per mettere fine agli arresti dei migranti ed alle espulsioni. La Tunisia è uno dei punti di passaggi dei migranti verso le coste europee ed in particolare verso l’Italia. Il governo di Najlaa Buden ha emesso, nello scorso dicembre, un piano per il rimpatrio di tutti i migranti senza permesso di soggiorno. Vengono arrestati e portati in centri di detenzione in mezzo al deserto meridionale.
Migrati/Libia
Sei lavoratori egiziani sono stati rapiti nella zona di Tripoli da uomini armati all’inizio di febbraio. I sei lavoratori erano entrati regolarmente in Libia con visti d’ingresso limitati alla regione orientale della Libia, sotto la giurisdizione del governo Basha-Agha e dell’esercito nazionale del generale Haftar. Le famiglie dei sequestrati hanno ricevuto telefonate, dai cellulari degli stessi lavoratori, nelle quali i rapitori chiedevano delle somme per il riscatto. Il ministero degli esteri del Cairo ha dato nella serata di ieri la buona notizia della loro liberazione senza nessun pagamento di riscatto, ma grazie alla collaborazione della polizia libica, che ha localizzato, con il sistema GPS, l’appartamento dove erano tenuti prigionieri.
Sudan/cultura
Il Forum culturale di Khartoum ha festeggiato il premio dedicato alla memoria dello scrittore Tayeb Salih, arrivato alla sua 13esima sessione.
Ogni anno, dal 2010, a metà febbraio, viene annunciato il responso del premio per le opere inedito scritte in lingua araba. Romanzi, racconti brevi e saggi di critica sono le tre sezioni, che hanno visto la partecipazione quest’anno di 700 testi.
Tayeb Salih (Karmakol 12 luglio 1928- Londra 18 febbraio 2009) è stato tra i più importanti narratori arabi, nato in un piccolo paese nel nord del Sudan, in una famiglia di agricoltori. Ha studiato all’Università di Khartoum e poi a Londra, dove ha lavorato alla radio BBC in arabo. Il suo romanzo “La stagione della migrazione a Nord” (1966, edito a Beirut da Hiwar), tradotto in oltre 30 lingue, è considerato il miglior romanzo arabo e tra i primi 100 a livello mondiale (QUI).
Notizie dal mondo
Sono passati undici mesi e 24 giorni di guerra russa in Ucraina.
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Ad un anno dall’invasione russa in Ucraina, si terranno in tutta Italia e Europa mobilitazioni il 24 febbraio per chiedere la fine della guerra e negoziati di pace.
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