Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
25 febbraio 2023.
Rassegna anno IV/n. 055
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I titoli:
Siria: Nella provincia di Idlib, droni usa lanciano missili contro una moto. Due jihadisti uccisi. Terrorismo turco in azione a Qamishli.
Palestina Occupata: Segnali di una nuova Intifada. La popolazione vuole il ritiro militare delle truppe di occupazione. Blocco navale israeliano a Gaza.
Egitto: Scosse di terremoto nel nord est. Molto spavento, ma nessuna vittima o danni.
Tunisia: Il delirio di onnipotenza di un uomo solo al potere. 17 politici indagati in carcere per “tentato colpo di Stato”.
Emirati: Acquisti di armi per miliardi di dollari da produttori locali.
Le notizie
Siria
Un drone USA ha colpito con un missile una moto in corsa nella provincia di Idlib, uccidendo le due persone a bordo. È il primo bombardamento dall’inizio del terremoto. La protezione civile di Idlib è intervenuta per spegnere il fuoco divampato nel veicolo ed ha estratto i due corpi carbonizzati. La zona rurale di Idlib, al confine con la Turchia, è sotto il controllo della milizia qaedista Fronte Tahrir Sham, protetta dall’esercito turco. Nei giorni scorsi, secondo l’Osservatorio siriano, miliziani del Fronte hanno arrestato 7 armati stranieri, per ordine di Ankara.
Secondo il quotidiano turco “Sabah”, forze speciali turche hanno compiuto un assassinio a Qamishli, capoluogo di Hasaka, nella zona autonoma curda nel nord est della Siria. L’obiettivo era Khalil Mounji, l’uomo accusato dai servizi turche di essere l’organizzatore dell’attentato di Istanbul.
Palestina Occupata
La sanguinaria repressione israeliana sta sviluppando una forte resistenza, sia popolare nonviolenta, sia armata. I generali di Tel Aviv volevano imporre rassegnazione con la soverchiante superiorità di fuoco, ma la reazione della popolazione sotto occupazione è di segno opposto. Oltre al grande sciopero per il lutto in seguito all’eccidio di Nablus, nella scorsa notte, tra giovedì e venerdì, si sono svolti attacchi simultanei, con bottiglie incendiarie, contro i posti di blocco militari nella zona di Nablus e Jenin. Non ci sono state vittime tra i soldati, ma il segnale di pericolo è stato trasmesso e sulla stampa di Tel Aviv ci sono echi di una preoccupazione sul perdurante stato di emergenza sfiancante. Un titolo significativo del canale televisivi israeliano “13” è stato: “Urge spegnere il fuoco”.
La vendetta collettiva contro Gaza è stata anche quella di inasprire il blocco navale. Le barche dei pescatori palestinesi sono state oggetto ieri degli spari delle motovedette israeliane. I pescatori sono stati costretti a far ritorno in porto a mani vuote e con qualche barca bucherellata dalle pallottole.
Egitto
Il nord est dell’Egitto è stato colpito dopo la mezzanotte di ieri da una scossa di terremoto di grado 4,1 sulla scala Richter, senza causare danni o vittime. Il baricentro era a 27 km a nord della città di Suez. Secondo la stampa locale, le scosse hanno provocato panico tra la popolazione che si è riversata nelle strade, per diverse ore durante la notte. Le previsioni dell’ente egiziano per gli studi sismici avevano messo in guardia da scosse nel sud del Mediterraneo in seguito al terremoto devastante che ha colpito la Siria e la Turchia.
Tunisia
Si allarga la campagna repressiva in Tunisia contro i politici dell’opposizione rei di esprimere critiche all’operato del presidente Saied. Tra gli ultimi due arrestati c’è Jawhar Bin Mubarak, leader del Fronte di Salvezza, la coalizione di partiti e movimenti che si oppone alle misure intraprese dal presidente della repubblica il 25 luglio 2021. L’altro finito in cella è l’ex segretario del Partito Democratico tunisino, Gazi Shawashi. La corte anti terrorismo ha aperto un’inchiesta contro 17 politici in manette, con l’accusa di “complotto per un colpo di Stato atto a spodestare il presidente eletto Saied”. La prova del complotto è una riunione che li ha visti insieme nel retrobottega di un locale pubblico. Un delirio di onnipotenza di un uomo solo al vertice del potere. Domenica 5 marzo è stata indetta una manifestazione di piazza nella capitale Tunisi, per chiedere la liberazione degli arrestati e le dimissioni di Saied.
Emirati
Le forze armate di Abu Dhabi hanno acquisito commesse di armamenti da produttori locali per circa 6 miliardi di dollari. Gli Emirati dal 2019 hanno creato una filiale locale del consorzio internazionale Edge per la produzione e la commercializzazione di strumenti di morte. Gli Emirati hanno intrapreso una politica aggressiva nella regione mediorientale con interventi militari diretti in Yemen, Somalia e Libia e di sostegno agli eserciti in Egitto, Etiopia e Sudan. Attualmente gli Emirati sono all’ottavo posto tra i paesi esportatori di armi e il terzo in Medio Oriente dopo Turchia e Israele.
Notizie dal mondo
Sono passati dodici mesi e un giorno, un lungo anno di lutti e distruzioni. Il conflitto russo-ucraino non accenna ad avviarsi verso una soluzione negoziale. La proposta di mediazione cinese è stata accolta da scetticismo dalle capitali occidentali.
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