Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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02 aprile 2023.

Rassegna anno IV/n. 091

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I titoli

Palestina Occupata: Un medico palestinese-israeliano ucciso a Gerusalemme dalle forze di occupazione. Un altro giovane ucciso ad Al-Khalil.

Israele: Manifestazioni di protesta contro il piano di Netanyahu per affossare la giustizia.

Sudan: Rinvio di 5 giorni della firma dell’accordo per il passaggio dei poteri ai civili.

Egitto: Un protagonista di piazza Tahrir a processo dopo 5 anni di arresto amministrativo.

Iran: Il capo della magistratura riafferma il divieto alle donne di togliersi l’hijab.

Grecia: La polizia ha arrestato una banda di trafficati di esseri umani.

Etiopia: Addis Abeba invita al ritorno alle trattative con Egitto e Sudan sulla spartizione delle acque del Nilo.

Le notizie

Palestina Occupata

Un medico israeliano-palestinese di 26 anni è stato ucciso dai soldati israeliani ad una delle porte di ingresso nella moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme est occupata. La versione dell’esercito parla di tentativo di strappare l’arma ad un milite, ma testimoni oculari smentiscono e sostengono che Mohammed Al-Assibi, questo il nome della vittima, stava protestando contro le molestie dei soldati nei confronti di una ragazza palestinese e l’assassinio è stato un’esecuzione di piazza. La polizia rifiuta di usare le immagini delle video camere di sorveglianza, sostenendo che non hanno registrato il momento dell’assassinio di Al-Assibi. In tutte le città a maggioranza palestinese in Israele è stato dichiarato per oggi lo sciopero generale e si chiede un’inchiesta indipendente per punire gli assassini.

Subito dopo l’assassinio è stata imposta la chiusura di tutte le porte di accesso alla zona delle moschee. Le misure repressive delle truppe di occupazione sono la preparazione dei luoghi per consentire l’accesso alla spianata delle moschee da parte degli estremisti coloni ebrei, che inizieranno i loro riti per la Pasqua con l’irruzione nella zona delle moschee, che loro proclamano come il monte del tempio.

Vicino ad Al-Khalil, città palestinese occupata a sud della Cisgiordania, un giovane è stato ucciso dai soldati nella sua auto con una raffica di mitra. Un comunicato dell’esercito lo accusa di aver tentato di investire i soldati di un posto di blocco. I soldati avrebbero riportato leggere ferite. Come al solito, l’esercito israeliano non cita il nome delle sue vittime palestinesi.

Israele

Proseguono a Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa le manifestazioni di protesta contro il governo Netanyahu, malgrado la marcia indietro sul piano di riforma della giustizia. I manifestanti chiedono il ritiro definitivo del piano e non soltanto la sua sospensione. È la tredicesima settimana di proteste contro il tentativo di Netanyahu di salvarsi dai processi per corruzione e frode, cambiando le regole della giustizia e concentrando tutti i tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, nelle mani della maggioranza, cancellando di fatto l’indipendenza della magistratura.

La polizia ha represso le manifestazioni, attaccando i manifestanti con lacrimogeni e idranti di acque reflue. Secondo i media, il numero totale dei manifestanti scesi in tutte le città israeliane supera le 175 mila persone. Per la prima volta a fianco delle bandiere israeliane sono comparse anche bandiere statunitensi, in riferimento alla polemica tra il governo e l’amministrazione Biden. A Gerusalemme è stata tenuta una manifestazione pro governativa e la polizia ha formato un cordone per separare i due cortei.

Sudan

Nell’incontro di ieri a Khartoum tra le forze politiche e dopo contatti con la componente militare è stata rinviata di 5 giorni la firma dell’accordo per la consegna dei poteri dai militari ai civili. La causa del ritardo è il disaccordo tra i due generali Burhan e Hamidati per l’inclusione delle milizie del pronto intervento sotto il comando dell’esercito. I due generali si sono impegnati di trovare una visione unitaria a questo problema. Il giorno 11 aprile si dovrebbe annunciare al nascita di un governo civile e per il prossimo anno le elezioni legislative e presidenziali.   

Egitto

L’attivista politico Mohammed Adel, membro del “Movimento 6 aprile”, che aveva promosso le manifestazioni contro il regime di Mubarak nel 2011, è comparso in tribunale per il processo, dopo 5 anni di reclusione arbitraria in attesa di giudizio. La seduta è stata rinviata al giorno 6 maggio. Adel è accusato di diffusione di notizie false per aver scritto post sui social nei quali criticava il ricorso del governo egiziano ai prestiti della Banca Mondiale. I suoi avvocati hanno denunciato che non hanno avuto visione delle carte del processo e sono nell’impossibilità di definire una linea di difesa.

Iran

Il capo della magistratura iraniana, Gholam-Hossein Mohseni-Eje’i, ha affermato che, per una donna, lasciare i capelli scoperti è un reato contro la fede e le tradizioni sociali e non sarà tollerato. “Le procure non perdoneranno coloro che incoraggiano o incitano a togliere l’hijab”. Questa dichiarazione arriva per rafforzare quella del ministero dell’Interno del giorno prima che ribadiva di nuovo il rischio che incorrerebbero le donne in caso non rispettassero la legge.

Nelle strade e nei mercati nelle maggiori città iraniane si osserva sempre di più il rifiuto delle donne di portare il foulard copricapo. Il ministero ha invitato la gente a vigilare sul rispetto dell’hijab e di contrastare le violazioni. Ieri due donne che giravano nel bazar di Teheran per acquisti con i capelli scoperti sono state aggredite da due guardiani e il negozio dove stavano acquistando dei vestiti è stato chiuso.
Grecia

La polizia greca ha arrestato oltre 40 persone implicate nell’introduzione nel territorio greco di circa 2300 migranti, fornendo loro documenti di soggiorno falsi. Sono state sequestrate anche abitazioni dove venivano nascoste le persone prima di consegnare loro i documenti contraffatti. La polizia è alla ricerca di altre 55 persone che fanno parte della stessa rete criminale. 80 sono i migranti rimpatriati. Dall’estate 2022, l’organizzazione ha raccolto secondo le stime della polizia di Atene non meno di 9 milioni di euro. Ad ogni migrante chiedono 9 mila euro, metà prima di iniziare il viaggio e metà alla consegna dei documenti in territorio greco. Nella rete dei trafficanti di esseri umani ci sono membri di diverse nazionalità, sia europee che asiatiche e africane.

Etiopia

Il ministro degli esteri etiopico ha affermato che il suo paese è pronto a riprendere il negoziato sulla diga Rinascita, in ambito dell’Unione Africana e rifiuta l’internazionalizzazione del dossier. Il riferimento è al discorso del ministro dell’irrigazione egiziano che è intervenuto in una conferenza ONU sulla siccità ed ha accusato l’Etiopia di un’azione unilaterale, che “mette in pericolo la vita di 150 milioni di persone in caso di siccità”. Addis Abeba si sta accingendo al quarto riempimento dell’invaso a monte della diga e le opere sarebbero state completate al 90%.

Notizie dal mondo Sono passati 13 mesi e 8 giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La Polonia fornirà all’Ucraina 100 carri armati.

Approfondimenti

  • In ricordo del grande Gianni Minà

di Amerigo Kashbur vai all’articolo

  • “Eurocentrismo” di Samir Amin

di Giorgio Riolo QUI

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Alla scoperta del romanzo kuwaitiano

di Federica Pistono qui

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Qui le vignette dell’ottimo Mimmo Lombezzi).

Pubblicato il numero 1/2023 della Rivista “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza” promossa da ASGI e Magistratura Democratica dal 1999.
Dal 2017 la Rivista è passata dal formato cartaceo al sito internet dove pubblica i suoi contenuti gratuitamente online.

Si è tenuta il 30 marzo, presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso ONLUS, la presentazione volume “Disinformazione democrazia. Populismo, rete e regolazione”. Per seguire la registrazione video, clicca qui.

Il premio Inge Feltrinelli menzione speciale diritti violati al miglior progetto editoriale è stato assegnato al sito egiziano Mada Misr. La direttrice e cofondatrice Lina Atallah “ha spiegato le ragioni della nascita e della vita di Mada. Una lezione per tutte e per tutti, qui, da noi”, ha scritto la collega Paola Caridi, presentatrice della cerimonia.

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1 commento

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