Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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25 aprile 2023.

Rassegna anno IV/n. 114

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I titoli:

Sudan: Una nuova tregua dalla mezzanotte. Una calma apparente a Khartoum. Ucciso un diplomatico egiziano. Le forze politiche sudanesi si stanno riorganizzando per un’iniziativa interna di trattative tra i due capi militari. Abortita l’iniziativa africana a causa di pressioni esterne, soprattutto di Arabia Saudita e Emirati.

Palestina/Israele: 5 israeliani feriti in un investimento intenzionale. Un passante armato ha ucciso l’autore “affetto da problemi psichiatrici”.

Migranti: Due stragi nel Mediterraneo al largo delle coste libiche e tunisine.

Etiopia: Trattative oggi in Tanzania tra governo e esercito di liberazione dell’Oromo.

Siria: Incontro oggi a Mosca tra ministri della difesa di Damasco e Ankara.

Egitto: Aumentano le sovvenzioni statali alle derrate alimentari di prima necessità, ma l’inflazione al 33,9% divora i risparmi degli egiziani.

Iran: Vietati i musei alle donne senza hijab.

Le notizie

Sudan

Una nuova tregua di tre giorni è entrata in vigore a mezzanotte. L’esercito ha affermato che l’accettazione della tregua è arrivata dopo contatti con Arabia Saudita e Stati Uniti. Le forze di pronto intervento hanno affermato che la tregua servirà ad aprire corridoi umanitari per evacuare gli stranieri e permettere alla popolazione di rifornirsi.

Durante tutta la notte la capitale Khartoum ha vissuto una calma relativa tranne qualche sparatoria limitata.  

Un diplomatico egiziano è stato ucciso ieri da una pallottola che lo ha colpito al collo mentre stava raggiungendo l’ambasciata, per l’assistenza ai cittadini in partenza verso Port Sudan.      

Risulta molto più grave di quanto appariva la vicenda della fuga dei detenuti dalle carceri di Khartoum. Dopo la caduta di una bomba su un braccio del carcere centrale, Kuber prison, dove sono detenuti i politici del vecchio regime, causando la morte di 5 persone, le guardie hanno deciso di aprire i cancelli a causa della mancanza di cibo e per il timore di una rivolta. Lo ha raccontato ad Anbamed, via web, un attivista sudanese di sinistra amico di un detenuto accusato di aver ucciso un agente durante le manifestazioni di protesta dello scorso anno. “Musaab non è un fuggiasco. Si mette a disposizione della giustizia, quando le condizioni lo permetteranno”, ci ha raccontato. “Sono state le stesse guardie ad apire i cancelli, perché mancavano acqua e cibo e la situazione stava diventando insopportabile. Un clima di rabbia esplosiva tra i detenuti. Sono stati liberati tutti i detenuti, anche quelli politici del vecchio regime”.

Non c’è stato quindi un assalto militare a liberare i detenuti, ma una decisione a tavolino presa da istanze alte nel potere sudanese. Sia le milizie di pronto intervento, che controllano la zona, sia l’esercito si accusano a vicenda per aver liberato criminali e gerarchi del vecchio regime. Secondo fonti ben informate, Al-Bashir non era in carcere, ma in ospedale militare ad Omdurman, la città gemella della capitale sulla riva ovest del Nilo. L’ultima volta nella quale è comparso pubblicamente Al-Bashir è stata a metà marzo, per partecipare ai funerali di un fratello a Bahri, la zona nord della capitale. Quindi l’ex dittatore di fatto era libero anche durante il periodo di dominio dei due generali golpisti che hanno rifiutato la sua consegna alla Corte Penale Internazionale.  

Continuano nel frattempo le evacuazioni di cittadini stranieri e la fuga della popolazione da Kartoum verso i paesi vicini, prevalentemente per terra al confine con l’Egitto, Ciad, Sud Sudan e l’Etiopia.

L’ONU ha evacuato tutto il suo personale in Sudan ed è rimasto soltanto il capo missione. Le organizzazioni internazionali hanno denunciato che i loro depositi sono stati depredati da elementi armati.

La nuova tregua ha dato slancio alle forze democratiche sudanesi per un’iniziativa interna di soluzione al conflitto tra poteri dei generali, per tentare di limitare le influenze esterne nell’infiammare le contraddizioni tra i belligeranti. Secondo analisti sudanesi, la missione africana è stata contrastata dalle stesse forze occidentali, che si prodigano a proporre tregue e parlano di pacificazione, ma il loro interesse è soltanto quello di limitare l’influenza russa e cinese in Sudan. Un ruolo nefasto sarebbe stato svolto da Arabia Saudita ed Emirati, schierate su due fronti contrapposti.  

Palestina/Israele

In un mercato popolare di Gerusalemme ovest, 5 israeliani feriti durante un investimento intenzionale. Uno dei feriti è in gravi condizioni. L’auto è salita sul marciapiedi a grande velocità e poi si è schiantata contro un muro. L’autore è stato ucciso di un passante armato. Secondo la radio dell’esercito l’autore dell’attacco si chiamava Hatem Najma di Beit Safafa. Non era sospettato di attività politiche ma soffriva di sintomi di disfunzioni psichiatriche.

Migranti

La mezzaluna rossa libica ha recuperato i corpi di 17 migranti nelle acque di Sabratha, ad ovest di Tripoli. In un secondo intervento sono stati recuperati altri 11 uomini, due donne e 4 bambini, portando il numero totale dei migranti morti a 34. Tutti i corpi sono di migranti originari di paesi subsahariani. Sono stati trasferiti nell’obitorio dell’ospedale cittadino per le procedure di identificazione con il DNA.

Stragi di migranti anche in Tunisia. Nel fine settimana e ieri sono stati raccolti 70 corpi senza vita nelle acque di Sfax. La situazione negli obitori della città è al limite e non ci sarebbero altri posti nei frigoriferi per accogliere altri morti. Secondo la polizia tunisina, sono stati bloccati in mare 14 mila migranti e riportati in Tunisia, nei primi mesi del 2023.  

Etiopia

Iniziano oggi in Tanzania i negoziati tra il governo di Addis Abeba e l’esercito di liberazione dell’Oromo, un movimento di opposizione armata che dal 2018 conduce una guerriglia contro le forze armate federali. Lo ha annunciato lo stesso premier Abi Ahmad durante un incontro con le delegazioni partecipati alle trattative per la pace in Tigray, alla presenza dei paesi garanti. La popolazione Oromo è l’etnia maggioritaria in Etiopia e ha con quella dell’Amhara contenziosi territoriali, che sono sfociati in scontri e massacri.  

Siria

Il ministro degli esteri turco, Hulussi Akar, ha confermato che si terrà oggi martedì a Mosca l’incontro tra i ministri della difesa di Siria, Iran e Russia. Alla riunione saranno presenti anche i capi delle intelligence. La scorsa settimana c’è stata, sempre a Mosca, la riunione dei vice ministri degli esteri. La Turchia vuole arrivare ad una normalizzazione dei rapporti diplomatici per garantire il ritorno dei rifugiati siriani presenti in Turchia, ma senza ritirare le proprie truppe dal nord ovest del paese vicino. Il neo sultano ha fretta per poter sfruttare un risultato simile nella campagna elettorale presidenziale in corso. Damasco invece condiziona la ripresa dei rapporti diplomatici al ritiro totale delle truppe di Ankara e il blocco dell’armamento delle milizie jihadiste e di quelle affiliate.    

Egitto

Il governo del Cairo ha deciso di aumentare i fondi per le sovvenzioni sociali del 48% per raggiugere nel bilancio la cifra di 529,7 miliardi di lire egiziane (17 miliardi di dollari). Le sovvenzioni per le derrate alimentari di prima necessità saranno di 127,7 miliardi di lire (oltre 4 miliardi di dollari). Le misure decise colmano in parte l’aumento dei prezzi avvenuto negli ultimi anni a causa del Covid prima e della guerra in Ucraina poi. L’inflazione ha registrato a marzo il 33,9 su base annua.

Iran

Le autorità iraniane non sanno come contrastare il movimento delle donne che si rifiutano di indossare l’hijab obbligatorio. L’ultima trovata è il divieto degli ingressi nei musei alle donne con i capelli scoperti. La polizia religiosa ha cambiato nome. Adesso questi agenti si chiamano “Comandanti della virtù” e girano armati di manganelli, per le strade e i giardini pubblici, a redarguire le donne senza hijab o con abiti non consoni ai canoni dei fondamentalisti.  

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Approfondimenti

  • In ricordo del grande Gianni Minà

di Amerigo Kashbur vai all’articolo

  • “Eurocentrismo” di Samir Amin

di Giorgio Riolo QUI

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Alla scoperta del romanzo kuwaitiano

di Federica Pistono qui

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Qui le vignette dell’ottimo Mimmo Lombezzi).

Il 30 aprile si terrà, in presenza ed online, l’assemblea dei soci di Anbamed. Più avanti vi forniremo l’odg e il link per partecipare. All’assemblea saranno invitati/e anche abbonati/e e amici/amiche di Anbamed, senza diritto di voto.

Si è tenuta 11 aprile la giornata di iniziative a sostegno della liberazione di Julian Assange in diverse città d’Italia e d’Europa, a quattro anni dal suo arresto. Il movimento “Free Assange” ritiene importante che anche nelle nostre città si ricordi la vicenda umana e giudiziaria del fondatore di WikiLeaks, poiché questa vicenda va ben oltre la figura di Assange e mette in discussione diritti e libertà fondamentali di noi tutte/i. (Per approfondire).

Il 22 aprile 2023 è partita la raccolta firme per la campagna referendaria denominata “L’Italia per la pace” promosso dalla Cooperativa di mutuo soccorso ecologica Generazioni Future (erede della visione del mondo dei beni comuni di Stefano Rodotà), portavoce prof. Ugo Mattei, unitamente al Comitato Ripudia la Guerra, portavoce il prof. Enzo Pennetta. (QUI)

Giovedì 27 aprile 2023 ore 20.30

La crisi israeliana 

nel terremoto sociale e politico

dell’area euromediterranea

cerniera del “nuovo disordine mondiale”.

a cura del “Centro di documentazione contro la guerra”

Per seguire on-line, chiedi il link a questo Indirizzo di posta eletronica

Campagna Amnesty International per la chiusura di Guantanamo. Da 21 anni il centro di detenzione di Guantánamo è una vergogna per i diritti umani. La maggior parte dei detenuti non è mai stata accusata di nessun reato. Troppi hanno subito feroci torture e maltrattamenti.

Il centro di Guantánamo deve chiudere!

Firma ora l’appello di Amnesty International. QUI

Pubblicato il numero 1/2023 della Rivista “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza” promossa da ASGI e Magistratura Democratica dal 1999.
Dal 2017 la Rivista è passata dal formato cartaceo al sito internet dove pubblica i suoi contenuti gratuitamente online.

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