Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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28 aprile 2023.

Rassegna anno IV/n. 117

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I titoli:

Sudan: Una quinta tregua sulla carta. Si combatte a Khartoum e nel Darfur. 12 ospedali trasformati in basi militari. Stranieri in fuga e popolazione intrappolata senza cibo e acqua. 

Iran: La Marina iraniana ha sequestrato una petroliera nel Mar dell’Oman. Pirateria navale per Washington. “Ha speronato una nostra nave e ha tentato di fuggire”, dicono da Teheran.

Libia: A Zawia la popolazione insorge pacificamente contro le milizie.

Turchia: Cominciate le operazioni di voto all’estero. Una campagna elettorale in salita per il presidente uscente.

Egitto: Interessanti scoperte archeologiche nel deserto egiziano sul Mar Rosso.

Le notizie

Sudan

La quinta tregua entrata in vigore alla mezzanotte è stata già violata sia a Khartoum sia in Darfur. I combattimenti si stanno intensificando nel Darfur occidentale e potrebbero assumere carattere tribale. In alcuni quartieri delle diverse città sono state attaccate le sedi governative e depredati i centri di raccolta degli aiuti delle organizzazioni internazionali. Lo scontro tra esercito e milizie rischia di trasformarsi in una guerra civile di carattere etnico.

L’esercito ha negato che si possa sedere al tavolo delle trattative con le milizie e l’unica soluzione è la resa dei golpisti. Non è tardata la risposta del portavoce delle milizie che ha affermato che non si può trattare con il generale Burhan, che non avrebbe il controllo sulle azioni militari dei reparti operanti nel territorio. I due generali golpisti giocano con la vita di milioni di sudanesi.

La situazione umanitaria è catastrofica. Milioni di persone sono intrappolate tra i belligeranti, senza acqua e cibo. Il 60% degli ospedali di Khartoum sono fermi e incapaci di fornire assistenza. Il sindacato dei medici ha denunciato che un medico è stato ucciso da una pallottola vagante al collo mentre stava soccorrendo feriti. 12 ospedali sono stati trasformati dalle milizie come sedi militari, cacciando il personale sanitario e facendo affluire depositi di armamenti e munizioni.

Nel frattempo continua l’evacuazione degli stranieri e la chiusura delle sedi diplomatiche. In Egitto sono stati accolti 16 mila rifugiati sudanesi e cittadini stranieri. Continua anche la spola delle navi saudite tra Port Sudan e Gedda.   

Iran

Gli Stati Uniti hanno annunciato che unità navali militari iraniane hanno sequestrato una petroliera nel mare dell’Oman, a nord della capitale Muscate. La nave Advantage Sweet, battente bandiera delle Isole Marshal, trasportava petrolio dal Kuwait agli Stati Uniti. La V Flotta USA, con sede nel Golfo arabo-persico, ha emesso un comunicato che accusa le guardie rivoluzionarie iraniane di pirateria navale, affermando che questa è la quinta petroliera sequestrata dagli iraniani in due anni. Il comunicato militare USA chiede il rilascio immediato della nave.

Da Teheran, la Marina militare ha confermato il fermo della petroliera sostenendo che aveva speronato una nave iraniana e poi ha tentato la fuga, spegnendo le strumentazioni di tracciamento. L’esercito iraniano ha reso noto che due loro marinai sono dati per dispersi e molti altri feriti, dopo una collisione nel Golfo che ha coinvolto una petroliera, che è stata successivamente sequestrata dalla marina iraniana. “La petroliera battente bandiera delle Isole Marshal, pur agendo in violazione delle norme internazionali negando di offrire aiuto alla nave speronata e di soccorso ai feriti, ha tentato di fuggire dal Golfo Persico”, ha aggiunto. “In questa operazione, il cacciatorpediniere Binder della marina dell’esercito iraniano, per ordine del tribunale, ha sequestrato la petroliera”.

Libia

A Zawia, 50 km ad ovest di Tripoli, si sta svolgendo una mobilitazione popolare pacifica contro le milizie e per rivendicare la tenuta delle elezioni municipali. Il Consiglio comunale è già scaduto, ma i signori della guerra che lo controllano non intendono cedere alle rivendicazioni democratiche. Le sparatorie tra miliziani nelle piazze ed in mezzo alle abitazioni sono un fatto quotidiano. Contro il dominio delle mafie del contrabbando (Petrolio, merci sovvenzionate esportate in Tunisia e Niger, droga e esseri umani) centinaia di giovani hanno istituito un presidio permanente con tende nella piazza centrale del paese. Altri cittadini hanno chiuso con le loro auto la strada principale che collega Tripoli al confine tunisino. L’ingresso della raffineria è stato chiuso con carichi di sabbia, per bloccare i furti di carburanti da esportare “clandestinamente” in Tunisia. La situazione è incandescente e il governo Dbeiba, da Tripoli, non ha ancora mosso un dito per mettere fine al pericolo mortale del dominio delle milizie di Zawia su un’arteria importante per l’economia della zona occidentale della Libia. 

Turchia

Sono iniziate ieri giovedì le operazioni di voto per le comunità turche all’estero. In Germania, dove c’è la comunità più grande di migranti turchi nel mondo, hanno diritto al voto 2 milioni di elettori. Il presidente in carica Erdogan è in grosse difficoltà anche a causa delle condizioni di salute che lo hanno costretto mercoledì a sospendere temporaneamente la campagna elettorale, interrompendo un’intervista televisiva in diretta. I sondaggi lo danno al secondo posto nel primo turno (4 candidati), ma la sorpresa potrebbe arrivare al secondo turno. La disperazione del neo sultano la si percepisce dalla confusione tra il suo ruolo di presidente e di candidato. Non smette di inaugurare progetti del futuro, come il giacimento di gas e l’avvio della costruzione della prima centrale elettrica nucleare: ha promesso un anno di gas gratis per tutti i turchi e poi si è vantato: “siamo entrati nell’era nucleare”.

Il calo della popolarità di Erdogan è legato principalmente alla crisi economica, in seguito alla svalutazione drastica della lira turca e l’inflazione galoppante che ha toccate punte dell’86% su base annua. La tardiva mobilitazione dei soccorsi durante il terremoto ha creato forti malumori tra le popolazioni delle province colpite.

Egitto

Il ministero del Turismo e delle Antichità ha annunciato la scoperta a Berenice, sul mar Rosso, di statuette di pietra raffiguranti un Budda, risalenti al II secolo d. C. La zona è stata un porto Romano che ha visto scambi commerciali importanti tra l’India, l’Africa e Bisanzio. Gli scavi sono condotti da una missione di due università: di Varsavia (Polonia) e di Delaware (USA). Lo scorso anno, gli archeologi avevano scoperto delle tombe con pareti e pavimenti in corallo e tombe intatte con ricchi corredi funerari.   

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e tre giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Approfondimenti

  • In ricordo del grande Gianni Minà

di Amerigo Kashbur vai all’articolo

  • “Eurocentrismo” di Samir Amin

di Giorgio Riolo QUI

  • [Finestra sulle Rive Arabe] Alla scoperta del romanzo kuwaitiano

di Federica Pistono qui

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Qui le vignette dell’ottimo Mimmo Lombezzi).

Il 30 aprile si terrà, in presenza ed online, l’assemblea dei soci di Anbamed. Più avanti vi forniremo l’odg e il link per partecipare. All’assemblea saranno invitati/e anche abbonati/e e amici/amiche di Anbamed, senza diritto di voto.

Si è tenuta 11 aprile la giornata di iniziative a sostegno della liberazione di Julian Assange in diverse città d’Italia e d’Europa, a quattro anni dal suo arresto. Il movimento “Free Assange” ritiene importante che anche nelle nostre città si ricordi la vicenda umana e giudiziaria del fondatore di WikiLeaks, poiché questa vicenda va ben oltre la figura di Assange e mette in discussione diritti e libertà fondamentali di noi tutte/i. (Per approfondire).

Il 22 aprile 2023 è partita la raccolta firme per la campagna referendaria denominata “L’Italia per la pace” promosso dalla Cooperativa di mutuo soccorso ecologica Generazioni Future (erede della visione del mondo dei beni comuni di Stefano Rodotà), portavoce prof. Ugo Mattei, unitamente al Comitato Ripudia la Guerra, portavoce il prof. Enzo Pennetta. (QUI)

Giovedì 27 aprile 2023 ore 20.30

La crisi israeliana 

nel terremoto sociale e politico

dell’area euromediterranea

cerniera del “nuovo disordine mondiale”.

a cura del “Centro di documentazione contro la guerra”

Per seguire on-line, chiedi il link a questo Indirizzo di posta eletronica

Campagna Amnesty International per la chiusura di Guantanamo. Da 21 anni il centro di detenzione di Guantánamo è una vergogna per i diritti umani. La maggior parte dei detenuti non è mai stata accusata di nessun reato. Troppi hanno subito feroci torture e maltrattamenti.

Il centro di Guantánamo deve chiudere!

Firma ora l’appello di Amnesty International. QUI

Pubblicato il numero 1/2023 della Rivista “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza” promossa da ASGI e Magistratura Democratica dal 1999.
Dal 2017 la Rivista è passata dal formato cartaceo al sito internet dove pubblica i suoi contenuti gratuitamente online.

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