Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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09 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 189 (1076)

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I Titoli:

Sudan: 22 civili uccisi in un bombardamento dell’esercito.

Palestina Occupata: Una delegazione diplomatica internazionale visita Jenin. “Un uso sproporzionato della forza da parte della potenza occupante”.

Migranti: 1200 migranti deportati sul confine tunisino-libico. Senza acqua e senza viveri.

Iran: Un attacco armato contro un commissariato di polizia A Zahedan. Uccis due agenti e 4 terroristi.

Israele: Una grande manifestazione contro la riforma ammazza-giustizia avanzata dal governo Netanyahu.

Afghanistan: A processo il giornalista francese di origine afghana, Mehboudi. Appello di RSF per la sua liberazione.

Arabia Saudita: Una commissione ONU accusa le autorità saudite di maltrattamenti di due detenute di coscienza e chiede la loro liberazione.

Le notizie:

Sudan

22 civili sono rimasti uccisi durante i bombardamenti dell’esercito nella giornata di ieri ad Omdurman, la parte della capitalead occidente del Nilo. Lo conferma lo stesso ministero della sanità del governo sudanese. L’esercito ha proseguito le operazioni di rastrellamento nei quartieri, dopo la cacciata delle truppe trasportate delle milizie, alla ricerca di cecchini e miliziani isolati nascosti nelle case occupate dopo aver cacciato i proprietari. Un’operazione che secondo attivisti locali, raggiunti via web da Anbamed, potrebbe durare mesi. “I civili sono ostaggio del conflitto tra i due generali golpisti”, ha detto il nostro interlocutore.

Proseguono nel frattempo le mobilitazioni regionali a favore dell’esercito. Ieri il governatore di Kassala, nell’est al confine con l’Eritrea, ha dichiarato la mobilitazione generale per l’arruolamento dei giovani nelle forze armate.

Domani, a Gibuti dovrebbero iniziare i lavori della commissione di mediazione dell’IGAD, sotto la presidenza del Kenya. Il governo sudanese ha boicottato i lavori, accusando il governo di Nairobi di sostegno ai ribelli di Hamidati. La stampa sudanese scrive che a Gibuti sono presenti illegalmente rappresentanti delle forze di Pronto intervento.

Il governo del Cairo, per attivare un canale di comunicazione dei paesi africani sulla crisi sudanese, ha invitato i paesi confinanti ad una riunione nella capitale egiziana. Un’altra iniziativa diplomatica che evita lo scoglio di una presenza sudanese, ma non mancherà di creare polemiche. La prima è chi rappresenterà la Libia?

Palestina Occupata

Una delegazioni di 30 ambasciatori e diplomatici internazionali hanno visitato Jenin, per rendersi conto delle distruzioni compiute dall’esercito israeliano. Particolarmente impressionante l’attacco premeditato contro le strutture sanitarie: ospedali ed ambulatori sono stati colpiti da proiettili e parzialmente demoliti dalle ruspe, rendendoli inservibili. Un portavoce dell’UE ha detto che le strade principali della città sono state distrutte, danneggiando la rete idrica ed elettrica. La popolazione del campo tornata nelle proprie case è senza acqua e viene fornita con le autobotti. “è un uso sproporzionato della forza, una punizione collettiva da parte della potenza occupante”. Dopo la pubblicazione deii risultati della visita, alla quale hanno partecipato rappresentanti dell’ONU, il segretario generale Guterres ha condannato l’uso sproporzionate della forza. Il rappresentante israeliano al Palazzo di vetro ha avuto l’ardire di chiedere le urgenti scuse per queste accuse. Il portavoce del segretario ha detto che le dichiarazioni vengono confermate; è Israele che deve rivedere le sue politiche.

In tutta la Cisgiordania proseguono i rastrellamenti dell’esercito israeliano nelle città e villaggi palestinesi, con arresti e scontri con i giovani delle pietre. I coloni hanno invaso i terreni agricoli a nord di Al-Khlail, incendiano 50 olivi.   

Migranti

1200 migranti subsahariani sono ammassati senza assistenza al confine tra Tunisia e Libia. Sono ii deportati di Sfax, che la polizia ha cacciato dalla città portuale dopo gli scontri tra gruppi di migranti e cittadini tunisini, finiti con l’assassinio a coltellate di un 41enne tunisino per mano di tre camerunesi. Le autorità libiche hanno impedito il loro ingresso rafforzando il presidio militare del confine. La ministra degli esteri Manghoush ha protestato con l’omologo tunisino per la decisione inopportuna di Tunisi di passare la patata bollente al paese confinante. La stampa libica scrive che sul luogo sono state mandate ambulanze, per le cure mediche urgenti sul posto, camion di bottiglie d’acqua e pasti pronti, in attesa di una soluzione da parte del governo tunisino o dei paesi di origine. Il presidente Saied ha convocato il capo della protezione civile tunisina e ha dato ordini di soccorrere i migranti che necessitano cure mediche. Saied non si è sottratto dal lanciare le sue sfide populiste: “La Tunisia non è un paese di passaggio per l’emigrazione clandestina. I paesi di origine devono assumersi le loro responsabilità e pure i governi dei paesi ricchi che hanno depauperato l’Africa”.

Iran

Un attacco armato contro un commissariato di polizia a Zahedan, ai confini orientali del paese. Secondo l’agenzia stampa ufficiale IRNA, 2 ufficiali sono rimasti uccisi. Il gruppo armato è riuscito a prendere possesso del commissariato ed è stato accerchiato dalle forze di sicurezza affluite sul posto. Dopo una sparatoria durata un’ora, il gruppo è stato annientato. Le versioni ufficiali iraniane divergono su come sono andate le cose: i guardiani della rivolauzione sostengono che gli attaccanti avevano addosso delle cinture esplosive, mentre il governatore dopo una visita sul luogo ad operazione conclusa ha escluso questa ipotesi. Secondo la tv di Stato, l’attacco è stato rivendicato da un ‘organizzazione denominata Esercito della Giustizia.

Israele

180 mila israeliani hanno manifestato nella consueta protesta del sabato contro la riforma ammazza giustizia proposta dal governoo Netanyahu. È una partecipazione impressionante, superiore a tutte quelle 26 precedenti. Il motivo di questa forte adesione è la decisione della maggioranza di portare al voto domani, lunedì, un articolo della discutibile legge al voto definitivo. Le trattative tra governo ed opposizione sono fallite nel trovare una soluzione di compromesso. Il premier aveva annunciato in un’intervista ad un giornale statunitense che avrebbe cancellato un articolo controverso, ma poi in parlamento la sua maggioranza ha tirato dritto. Lo scorso lunedì la manifestazione di protesta che avrebbe dovuta bloccare l’aeroporto di Tel Aviv non ha visto una forte partecipazione, perché all’alba di quel giorno Netanyahu ha invaso Jenin. Il sangue palestinese per salvare il suo governo.

Afghanistan

Il giornalista afghano naturalizzato francese, Murtaza Behbuodi, “sarà processato per contatti con l’opposizione”. Lo ha affermato il portavoce dei taliban, Mujahid, aggiungendo che le accuse non riguardano il suo lavoro di giornalista e non è indagato per spionaggio. Behboudi, giornalista e fotografo di 28 anni, ha ottenuto l’asilo politico in Francia. È tornato a Kabul all’inizio di gennaio di quest’anno ed è stato arrestato due giorni dopo, mentre stava aspettando il rilascio dell’accredito. Reporters sans Frontieres ha lanciato un appello per il suo rilascio. QUI

Arabia Saudita

Un rapporto di una commissione di esperti sui diritti umani, incaricati dall’ONU, chiede la liberazione di due detenute saudite condannate e pesanti pene per aver espresso la loro opinione sui social. Salma Shahab è stata condannata a 34 anni di reclusione e un periodo uguale di divieto di espatrio dopo la fine pena. Le prove dell’accusa sono i suoi post a favore delle donne saudite. Noura Qahtani invece è stata condannata a 45 anni di reclusione per post pubblicati sui social contenenti critiche politiche alla politica del regno. La commissione internazionale di esperti ha appurato che le due donne sono state sottoposte a duri interrogatori, “durante i quali hanno ricevuto minacce, offese, molestie e maltrattamenti fisici e psicologici”.  

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 14 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Per il Cremlino la fornitura di bombe a grappolo a Kiev è uno sviluppo verso una guerra mondiale. Mosca critica Ankara per l’autorizzazione ai nazisti del battaglione Azov di tornare insieme a Zelensky; erano stati catturati dai russi e rilasciati partire per la Turchia con la condizione di non far ritorno in Ucraina prima della fine della guerra.

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1 commento

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