Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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23 luglio 2023

Rassegna anno IV/n. 203 (1090)

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I Titoli:

Israele: Mezzo milione sono scesi in piazza contro la legge ammazza giustizia del governo Netanyahu.

Islamofobia: La polizia di Baghdad ha chiuso il centro città, per impedire altre irruzioni nelle ambasciate.

Sudan: Il conflitto si estende verso sud, nella provincia di Kordofan. 16 civili uccisi da una bomba d’artiglieria a Niyala, nel Darfur.

Palestina Occupata: Un giovane 19enne assassinato a sangue freddo da un soldato israeliano vicino a Nablus.

Migranti: 6 morti in un naufragio al largo del Sahara Occidentale occupato dal Marocco. Decine di dispersi.

Libano: Accordo con l’Iraq per il baratto di petrolio con servizi e prodotti agricoli.

Curdi: Migliaia di curdi da tutta Europa a Losanna nel centenario della spartizione del Kurdistan tra quattro stati.

Le notizie:

Israele

48 ore determinanti per il futuro democratico del paese. 250 mila persone a Tel Aviv e un totale di oltre mezzo milione in tutte le città hanno protestato contro la proposta di legge governativa denominata ammazza-giustizia. Il premier Netanyahu è con le spalle al muro. Per poter rimanere al suo posto non può retrocedere dall’approvazione della legge che tarpa le ali alla magistratura, fortemente voluta dall’estrema destra sua alleata.

Sul suo tavolo è arrivato il rapporto dei capi dell’esercito e dei servizi: “approvare questa legge è un pericolo per il paese”, ma lui tira avanti e minaccia di arresto gli obiettori di coscienza.

Oggi e domani alla Knesset si discute e si vota sugli articoli maggiormente discutibili. Quelli che limitano il potere dell’Alta corte sulla compatibilità delle nomine dei ministri e la possibilità di una maggioranza semplice di annullare le sentenze della superiore corte.

In contemporanea di questo dibattito parlamentare sono previste manifestazioni davanti alla sede del parlamento e blocco delle principali arterie stradali e dell’aeroporto di Tel Aviv.  

 Islamofobia

A Baghdad, la polizia ha chiuso la zona verde, il centro governativo della capitale. Decine di migliaia di manifestanti stavano facendo irruzione nel quartiere delle ambasciate per attaccare quella danese. Le proteste contro l’islamofobia si abbinano alla crisi politica interna. La maggior parte dei manifestanti sono seguaci dell’Imam Sadr, che ha svolto ieri un discorso video di fuoco contro le manifestazioni nei paesi scandinavi con la pratica di bruciare una copia del corano.

In molti paesi islamici si sono tenute manifestazioni davanti alle sedi diplomatiche svedesi, ma la maggior parte si sono concluse senza azioni violente.

Il governo iracheno ha chiesto ufficialmente la convocazione della Conferenza della cooperazione islamica, per decidere un passo importante come quello del boicottaggio dei prodotti dei paesi che ammettono le manifestazioni appositamente convocate per bruciare il corano. “Il discorso dell’odio non ha nulla a che fare con la libertà d’espressione”, ha detto il premier Soudani.

Sudan

100esimo giorno di guerra. Il conflitto si estende nella provincia meridionale di Kordofan. È palese un’alleanza segreta tra il Movimento per la liberazione sudanese diretto da El-Helou e le Forze di pronto intervento, malgrado la storica contrapposizione tra le due milizie. Oltre agli scontri nel capoluogo, Al-Ubayyid, il Movimento ha sferrato attacchi alle posizioni dell’esercito governativo in diverse località nella parte occidentale della provincia.  

Nel Darfur, un colpo di artiglieria è caduto in mezzo alle case  nella città di Niyala, causando la morte di 16 civili. La Corte penale internazionale, in un comunicato ha affermato che sta preparando un dossier e pubblicherà i nomi dei responsabili degli eccidi di massa compiuti su base etnica.

Palestina Occupata

“Pulizia etnica con il mitra”, così ha definito il rappresentante palestinese all’ONU, Mansour, l’assassinio di un giovane palestinese di 19 anni, Fawzi Makhalfeh, ad un posto di blocco dell’esercito israeliano a Sabastia, nei pressi di Nablus. “È stata un’esecuzione di piazza”, ha detto un testimone oculare ai microfoni di una tv palestinese. L’esercito israeliano ha trattenuto un altro giovane ferito da una pallottola. Le diverse versioni di Tel Aviv sul caso sono cambiate più di una volta, per coprire un crimine di arroganza e prepotenza dell’esercito di occupazione.   

Migranti

Sei migranti morti al largo delle coste del Sahara occidentale occupato dal Marocco. Le guardie costiere di Rabat hanno recuperato 6 corpi e salvato 48 migranti subsahariani. Il loro barcone si è rovesciato nell’Atlantico mentre si accingeva a raggiungere le isole Canarie. Almeno venti sono i dispersi, secondo il racconto dei sopravvissuti. Gli accordi dell’UE con Turchia, Libia e Tunisia hanno riaperto la strada ai tentativi di raggiungere il vecchio continente per altre vie.

Oggi a Roma si tiene la tanto propagandata conferenza del Mediterraneo allargato, nella quale il governo italiano proporrà quella fumosa idea del “Piano Mattei” lanciato dalla premier Meloni ad Addis Abeba. Alla conferenza parteciperanno alcuni capi di Stato e di governo dei paesi del Mediterraneo, del Golfo, dell’UE e dei paesi di origine dei migranti.

Libano

Una boccata di ossigeno per la crisi energetica libanese. I due governi di Beirut e Baghdad hanno rinnovato l’accordo di fornitura di petrolio iracheno, aumentando la quantità esportata a 2 milioni di tonnellate. Il pagamento di queste forniture sarà saldato con servizi offerti a cittadini iracheni, come per esempio la cura negli ospedali libanesi e l’esporrtazione di prodotti agricoli. La crisi finanziaria libanese non permette il pagamento in valuta delle importazioni, ma questo baratto aggira l’ostacolo.

Curdi

Una grande manifestazione di curdi provenienti da tutta Europa si è svolta ieri a Losanna con la partecipazione di circa 6.000 persone. L’occasione è quella di celebrare il centenario del trattato che delimitava i confini della moderna Turchia firmato (nel 1923) nella città svizzera, e per denunciarne le conseguenze per i curdi: smembramento del territorio curdo. Le potenze vincitrici avevano tradito le promesse fornite ai capi del movimento nazionale curdo e contenute nel precedente accordo internazionale per la fine dell’impero ottomano (Sevres, 1920)
    La comunità curda si riunisce regolarmente intorno alla data dell’anniversario del trattato, attirando alcune centinaia di manifestanti, ma ieri erano molti più del solito.

Partiti dalla periferia dell’hotel Château d’Ouchy, sul lago di Ginevra, che ha ospitato i colloqui pre-trattato, hanno marciato, con bandiere con l’immagine del leader curdo imprigionato dal 1999, Abdullah Öcalan, fino al Palais de Rumine, nel centro della città, che ha ospitato la firma nel 1923.
    “Vogliamo approfittare di questo centenario per mostrare al mondo intero che la questione curda rimane irrisolta e che le conseguenze del trattato di Losanna si fanno ancora tragicamente sentire”, ha spiegato Hayrettin Öztekin, membro del Kurdistan Cultural Center.

Questo trattato, secondo il Centro Culturale del Kurdistan, “ha sancito la separazione del popolo curdo tra quattro Stati, Turchia, Iraq, Iran e Siria, fallendo in gran parte sul piano democratico”.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi e 27 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Kiev accusa: “Nuovi attacchi russi contro i nostri depositi di grano”. Da Mosca smentiscono: “Abbiamo bombardato piste di volo dei droni”.

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