Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica fondata da Farid Adly. Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
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03 agosto 2023
Rassegna anno IV/n. 214 (1101)
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I Titoli:
Palestina Occupata: Rastrellamenti ed assedi a Nablus e nella Valle del Giordano. Feriti ed arresti tra i palestinesi.
Sudan: La stampa sudanese parla di un’imminente tregua di lunga durata, ma è stato un falso allarme. L’esercito ha smentito.
Siria-Turchia: L’acqua come arma di guerra. La Turchia condanna alla sete la popolazione curda di Hasaka, nel nord est della Siria.
Yemen: Più della metà del petrolio della nave Safer è stato trasferito con sicurezza.
Giordania: Catturato un israeliano entrato illegalmente in territorio del regno. Aveva con sé della droga.
Armamenti: Inchiesta giudiziaria a Parigi per l’uso di strumenti di morte francesi nella guerra israeliana contro la popolazione di Gaza nel 2014.
Le Notizie:
Palestina Occupata
Operazioni di rastrellamento a Nablus e nel campo profughi Aqaba Jabr, nella valle del fiume Giordano. La prima operazione militare riguarda la protezione dei coloni che intendono visitare la tomba di Giuseppe, all’interno di una moschea. Si sono svolti scontri tra la popolazione palestinese e i soldati. Pietre contro pallottole. Decine di feriti, due dei quali gravi con ferite di arma da fuoco alla testa. La tomba di Giuseppe di Nablus è uno degli esempi lampanti di come i movimenti sionisti tentano di inventare una narrazione storica distorta e fuorviante per affermare il loro “diritto storico” sulla Palestina. I documenti dimostrano, infatti, che questa tomba è di un uomo musulmano di nome Yussuf Duweikat, morto 200 anni fa e non ha nulla a che fare con il profeta biblico.
L’assedio e l’irruzione nel campo di Aqaba Jabr, invece, sono avvenuti dopo gli spari esplosi da un’auto di palestinesi contro quella di un gruppo di israeliani, in un incrocio stradale vicino ad un insediamento ebraico, costruito sulla terra palestinese. Una donna è rimasta ferita dalle schegge di vetro.
Questi rastrellamenti sono di fatto una rioccupazione militare dei territori sotto la giurisdizione amministrativa dell’ANP. Non mancano infatti le richieste esplicite di annessione ad Israele delle terre del futuro Stato palestinese. “Bisogna garantire la sovranità israeliana su Samaria e Giudea; questa è la nostra terra. Non esiste la linea verde”, ha dichiarato un ministro di questo governo israeliano. Samaria e Giudea non esistono più e sono i nomi biblici della Cisgiordania occupata militarmente nel 1967. La linea verde è la demarcazione dell’ONU per i confini di Israele, del territorio palestinese occupato nel 1948.
Sudan
La stampa sudanese ha pubblicato la notizia del raggiungimento di una tregua di lunga durata, in seguito alle trattative di Gedda. “Si stanno sistemando gli ultimi particolari”, ha dichiarato un esponente politico dell’ex maggioranza di governo. Ma è stato un falso allarme. La smentita dell’esercito non è tardata ad arrivare: “Non ci sono le condizioni per nessuna tregua, fino a quando le milizie rimarranno nascoste nelle case civili e negli uffici pubblici e ospedali occupati con la forza. La delegazione dell’esercito è a Khartoum e tornerà soltanto quando saranno applicati gli impegni assunti dai ribelli nelle precedenti trattative indirette”.
Siria-Turchia
L’acqua come strumento di guerra. Ankara sta tagliando, con le sue dighe, i rifornimenti di acque dell’Eufrate al nord della Siria, ma nel caso di Hasaka c’è di più: la determinazione a far morire l’intera popolazione di sete. La centrale di pompaggio di Allouk, ad est di Ras-al-Ain, che fornisce l’acquedotto della città, è in una zona sotto il controllo militare dell’esercito di occupazione e delle milizie islamiste affiliate. La centrale è tenuta spenta per costringere l’amministrazione autonoma curda alla resa. La solidarietà della popolazione delle zone siriane vicine con la spedizione di autocisterne non è sufficiente a coprire il fabbisogno ed ha costi elevati. Con l’arrivo dell’estate, il livello dell’acqua nel fiume Eufrate ha segnato abbassamenti anche nei tratti che toccano Raqqa e Deir Azzour, mettendo in pericolo le attività agricole e della pesca.
Yemen
I tecnici dell’ONU che stanno lavorando sulla messa in sicurezza della petroliera Safer sono ottimisti. “Ad una settimana dall’inizio lavori, sono stati trasferiti 636 mila barili di greggio alla nave “Yemen”, appositamente acquistata. Più della metà del carico è assicurato e le operazioni proseguono come programmato”, ha dichiarato il capo della missione.
La nave è ancorata al largo del porto di Hodeida, nel mar rosso, dal 2015, e alcune parti della nave hanno dato segno di arrugginimento e cedimenti strutturali, con il rischio di una catastrofe ambientale per tutti i paesi limitrofi. Il conflitto e il mancato accordo tra governo e milizie, sulla destinazione del petrolio estratto dalla nave, hanno ritardato l’avvio delle operazioni.
Giordania
La polizia di frontiera ha catturato un cittadino israeliano mentre tentava di introdursi clandestinamente in territorio giordano. Non viene indicata con precisione la località, ma si parla genericamente della zona di confine meridionale. “Le unità di perlustrazione hanno applicato le regole d’ingaggio, arrestando l’infiltrato e sequestrando la droga in possesso”. La frontiera tra i due paesi ha tre valichi ufficiali, ma le operazioni di contrabbando seguono altre vie per sfuggire ai controlli: armi verso i territori palestinesi occupati e droga da Israele verso la Giordania. Lo scorso mese di aprile è stato fermato dalle autorità doganali israeliane, al valico di frontiera, un deputato giordano con un carico di mitra e 100 kg d’oro nella sua auto con targa diplomatica.
Armamenti
Della responsabilità civile dell’industria degli armamenti nei crimini di guerra. Fulla aveva 8 anni, Wassim 9 e Jihad 10. Il 17 luglio 2014 stavano dando da mangiare ai colombi allevati nel terrazzo della loro casa a Gaza. Sono morti sotto i colpi di un missile israeliano lanciato da un drone, durante un cessate il fuoco. Altri due cuginetti di 13 e 9 anni sono rimasti gravemente feriti.
Tra le macerie della casa, completamente distrutta, è stato trovato un frammento di metallo con scritto: “Eurofarad-Parigi-Francia”. Le analisi hanno dimostrato che quel frammento fa parte del sistema di puntamento elettronico per individuare l’obiettivo da colpire. La famiglia Sh-heiber ha fatto causa alla società francese produttrice. A nove anni dei fatti, la procura di Parigi ha aperto le indagini contro la società Exxelia, la capogruppo del quale fa parte Eurofarad, “per partecipazione in crimini di guerra”.
È la seconda volta che una magistratura di un paese esportatore di armi apra un’indagine contro i commercianti di morte. L’avvocato francese della famiglia palestinese ha commentato: “è ora che i venditori di armi siano puniti per i crimini causati delle loro produzioni”. È un primo passo verso la fine dell’impunità per l’industria bellica. Il caso precedente di una società italo-tedesca produttrice di armi, usati in Yemen, è stato archiviato dalla procura di Roma.
Notizie dal mondo: Sono passati 17 mesi e 9 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Manovre navali russe nel Mar Baltico, con la partecipazione di 50 navi e 30 droni.
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