Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi, 22 settembre 2023:

Rassegna anno IV/n. 264 (1151)

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I Titoli:

Palestina Occupata: Un altro ferito palestinese ad un posto di blocco. Avrebbe tentato di investire un soldato con la sua auto.

Siria-Israele: Bombe israeliane contro le truppe siriane nel Golan.

Sudan: Burhan all’ONU nega qualsiasi trattativa con le milizie. Il suo rivale appare per la prima volta da aprile in un messaggio video.

Arabia Saudita: Il principe erede al trono afferma che Riad e Tel Aviv si avvicinano ogni giorno sempre di più al riconoscimento reciproco.

Libia: il numero degli sfollati da Derna sale a 43 mila. La crisi idrica all’origine della fuga.

Tunisia: raduno di protesta nel centro di Tunisi per chiedere la liberazione degli arrestati politici e di opinione.

Le Notizie:

Palestina Occupata

Un giovane palestinese è stato ferito gravemente dai soldati israeliani al posto di blocco di Qalandia, tra Gerusalemme e Ramallah. Secondo le forze di occupazione, un soldato è stato ferito in un tentativo di investimento intenzionale compiuto dal giovane. Secondo testimoni palestinesi, il ferito è rimasto a terra sanguinante per ore, prima che venga portato in ospedale.

Ieri, in Cisgiordania e Gaza si sono svolti i funerali dei 6 giovani assassinati dall’esercito israeliano durante i rastrellamenti. In tutte le città palestinesi si sono osservati scioperi contro la violenza spropositata degli occupanti.

Siria-Israele

L’esercito israeliano ha sparato colpi di cannone dal Golan occupato contro il territorio siriano oltre la linea di demarcazione del cessate il fuoco. Nel comunicato, l’esercito di Tel Aviv afferma di aver notato spostamenti di veicoli militari nella zona di disarmo, definita dagli accordi di cessate il fuoco firmati a Ginevra nel 1974 tra i due eserciti, sotto l’egida dell’ONU ed alla presenza di rappresentati dell’URSS e degli USA.  

Sudan

Nei corridoi delle Nazioni Unite sono in corso incontri e trattative per la fine della guerra in corso a Khartoum. L’occasione è la presenza del generale Burhan a New York, da dove ha parlato all’Assemblea generale dell’ONU, addossando tutte le colpe alle milizie di Pronto intervento guidate dal suo ex compare d’armi, Hamidati. Un discorso molto duro nel quale ha accusato le milizie di essere delle forze ribelli responsabili di massacri e crimini contro la popolazione, escludendo qualsiasi trattativa con questa formazione fino all’uscita dei suoi armati dalle città.                 Il suo rivale ha pubblicato sui social un video, con un messaggio rivolto all’ONU, nel quale sostiene che il generale Burhan non ha legittimità a rappresentare il Sudan. Dietro le quinte sono invece febbrili gli incontri tra delegazioni arabe e africane con lo stesso Burhan, per avviare una trattativa che porti ad un cessate il fuoco.

Arabia Saudita

Il principe erede al trono e primo ministro saudita, Mohammed Bin Salman (MBS), ha rilasciato ad una tv statunitense un’intervista, a latere dell’Assemblea generale dell’ONU. Due gli argomenti centrali: rapporti con Israele e Iran. Per la prima volta, un uomo politico saudita parla chiaramente della normalizzazione dei rapporti con Israele. MBS ha affermato che Riad e Tel Aviv si avvicinano sempre di più al riconoscimento reciproco. Ha aggiunto però che si deve risolvere il conflitto israelo-palestinese con la creazione di uno Stato palestinese. Sul fronte iraniano, l’uomo forte del regime saudita ha detto chiaramente che se Teheran avrà la sua bomba atomica, anche l’Arabia Saudita l’avrà e poi ha aggiunto: noi lavoriamo per il bando delle armi nucleari da tutti i paesi del Medio Oriente; una frecciata rivolta ad Israele, unico paese della regione in possesso della bomba atomica e mai soggetto ai controlli dell’AIEA, con lo stratagemma di non aderire all’agenzia ONU per l’energia atomica.  

(QUI l’intervista integrale in inglese, con sottotitoli in arabo)

Libia

Il numero degli sfollati da Derna è salito a 43 mila persone. La fuga dalla città è stata incentivata dall’irrisolta questione dell’inquinamento delle acque. Anche gente che non aveva perso la casa, ha cercato di raggiungere parenti in altre città come Bengasi e Misurata. Cominciano ad arrivare i soccorsi internazionali, soprattutto il sostegno sanitario con ospedali da campo. L’attenzione delle squadre di soccorso è concentrata sull’estrazione dei corpi delle vittime. Un’operazione delicata, soprattutto per coloro che sono finiti nei fondali marini con le loro auto, che richiede l’intervento di sommozzatori esperti.

Le autorità sanitarie locali invitano la popolazione a riconoscere i morti per dare loro una degna sepoltura. A ciascuno dei corpi estratti è stato assegnato un numero, foto e DNA.   

Tunisia

Un raduno di protesta è stato organizzato dal Fronte di Salvezza tunisino, in viale Bourghiba, nel centro della capitale. Gli organizzatori hanno rivendicato il rilascio di tutti i detenuti politici e di opinione. Un oratore ha accusato il presidente Saied di usare la giustizia come una clava contro l’opposizione. Dallo scorso febbraio sono chiusi in cella politici, imprenditori, giornalisti e avvocati per imporre un dominio sulla situazione politica tunisina, particolarmente in vista delle prossime elezioni presidenziali.  

Notizie dal mondo

Sono passati 18 mesi e 28 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Zelensky dopo l’incontro con Biden sostiene che se l’Ucraina non riceverà gli armamenti richiesti, perderà la guerra.

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