Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 279 (1166)

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I Titoli:

Siria: Bombardamenti su Idlib in risposta alla strage dell’Accademia di Homs.

Turchia-Siria: Nuovi attacchi turchi contro il nord est della Siria. Qamishli senza elettricità e acqua.

Iran: Il premio Nobel per la pace assegnato a Narges Mohammadi, condannata a 12 anni di reclusione per la difesa dei diritti delle donne.

Palestina Occupata: Nuove aggressioni dei coloni a Hawwara, protetti dall’esercito che ha ordinato la chiusura di tutti i negozi palestinesi.

Egitto: Due detenuti morti in cella in una settimana. Le organizzazioni per i diritti umani accusano il governo di mancate cure.

Tunisia: Si apre il sesto congresso dei giornalisti tunisini, in un clima di caccia alle streghe da parte delle autorità giudiziarie.

Le Notizie:

Siria

Si è aggravato il numero totale delle vittime dell’attentato terroristico di Homs, compiuto con droni nell’Accademia militare. Tra le vittime ci sono moltissimi civili, parenti dei cadetti presenti alla cerimonia. È salito a 277 il numero dei feriti, mentre il numero ufficiale dei morti è 89, l’Osservatorio siriano parla di 120 morti. Una strage che ha dietro forze internazionali che hanno fornito i droni sofisticati. La stampa di Damasco sottolinea che sono stati impiegati due tipi di apparecchi: quelli che contengono esplosivi e altri che utilizzano l’intelligenza artificiale, individuano obiettivi mobili e sparano. Il dito puntato a Turchia e Israele.

La risposta del regime non è tardata. Sono state bombardate Idlib e altre zone sotto il controllo delle milizie islamiste. Secondo la protezione civile dell’opposizione sono state uccise 14 persone e altre 62 ferite. Anche i caccia russi hanno partecipato all’azione vendicativa.

Turchia-Siria

Terzo giorno di attacchi turchi con droni e artiglieria sulle città siriane del nord est. Di nuovo particolarmente colpita Qamishli, dove mancano da giovedì acqua e elettricità. Il ministro della difesa turco ha spiegato criminalmente che colpire le infrastrutture civili e industriali è legittimo. L’attacco alle strutture petrolifere ha rasentato lo scontro diretto con i militari USA, che hanno abbattuto un drone mentre stava sorvolando una loro base a Hasaka, nel primo incidente tra alleati NATO. Dopo la denuncia USA, Ankara si è affrettata a cercare un protocollo militare per evitare incidenti simili in futuro.

Iran

#NargesMohammadi è stata insignita del Premio Nobel per la pace 2023. Narges è una prigioniera di coscienza detenuta in #Iran a causa delle sue campagne per i diritti umani. Deve scontare una condanna a 11 anni e 11 mesi di carcere. Questo premio è un onore per tutti i difensori dei diritti umani in Iran. Ricordiamo che le autorità giudiziarie iraniane, su istigazione dei servizi di sicurezza, hanno sottoposto la difensora dei diritti umani Narges Mohammadi a tortura e maltrattamento.

Narges Mohammadi, 50 anni, è detenuta arbitrariamente nella prigione di Shahr-e Rey (nota anche come Gharchak) nella città di Varamin, provincia di Teheran. Le hanno deliberatamente negato assistenza sanitaria adeguata come rappresaglia per le sue campagne pubbliche, come quella contro l’uso dell’isolamento nelle carceri e per aver rivendicato l’individuazione e punizione dei responsabili per le centinaia di omicidi illegali avvenuti durante le proteste del novembre 2019.

Secondo quanto riportato da suo marito, il 23 giugno 2022 Narges Mohammadi è stata trasferita in ospedale, fuori dal carcere, dopo aver avvertito difficoltà respiratorie e battito cardiaco irregolare. Da quando è tornata in prigione dall’ospedale le sono stati negati alcuni farmaci specifici prescritti dal medico specialista.

Palestina Occupata

Nuove aggressioni dei coloni a Hawara, durante lo svolgimento dei funerali di un giovane palestinese assassinato dai soldati israeliani il giorno prima. Hanno compiuto devastazioni e incendi, attaccato negozi e abitazioni sotto l’osservazione dell’esercito che è intervenuto soltanto quando i palestinesi hanno risposto con il lancio di pietre per allontanare gli aggressori. L’esercito ha deciso anche la totale chiusura e fino ad una nuova data tutti i negozi che si affacciano sulla strada principale che attraversa la città, per permettere il passaggio dei coloni israeliani. Una misura punitiva volta a cacciare la popolazione palestinese e svuotare le città, togliendo lavoro e attività.

Nel carcere israeliano di Nafha, 50 detenuti hanno iniziato lo sciopero della fame ad oltranza per contestare le misure repressive introdotte dal ministro Bin Gvir. Due giorni fa, guardiani armati di bastoni, alla presenza dello stesso ministro, hanno colpito nel carcere di Rimona i detenuti politici all’interno delle celle e poi sono stati operati i trasferimenti forzati all’altro carcere.

Egitto

Due detenuti politici sono morti in carcere questa settimana. Lo denuncia l’associazione “Comitato per la Giustizia”, sostenendo che la morte è stata causata dalle mancate cure mediche e dalla prolungata detenzione senza accuse e senza processi. Secondo le associazioni egiziane per i diritti umani, nel 2023 sono morti in carcere 31 detenuti politici.

Tunisia

Il sindacato dei giornalisti ha iniziato ieri il suo sesto congresso sotto la parola d’ordine: “Il giornalismo non è un reato”. Il segretario generale ha definito come “difficile” la fase attuale che il giornalismo tunisino vive. 47 giornalisti sono in arresto o sotto processi per questioni riguardanti la libertà d’informazione, in applicazione della nuova legge sulle comunicazioni sul web. Un esempio della repressione in corso contro i giornalisti lo rappresenta l’arresto di Khalife Al-Qassimi, lo scorso 5 settembre. Al-Qassimi è stato condannato da un tribunale antiterrorismo, per aver scritto una notizia su un’operazione compiuta con successo dall’esercito tunisino contro i terroristi jihadisti. È stato condannato a 5 anni di carcere per non aver fornito le fonti delle sue notizie durante gli interrogatori.

Notizie dal mondo

Sono passati 19 mesi e 12 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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