Com’è andata realmente la falsa storia dei “40 bambini decapitati” (vedi Anbamed del 12 ottobre 2023) e perché si dovrebbe considerare la maggioranza dei politici e dei media, che l’ha pubblicata e commentata, un’accozzaglia di razzisti e pressappochisti?
La notizia è partita da questi due fenomeni. David Zion, un soldato israeliano di orientamento politico dii destra estrema e Nicole Zedek, giornalista:
Nella colonia ebraica di Kfar Aza, il soldato israeliano David Ben Zion, intervistato dalla giornalista tv Nicole Zedek, dice che ci sono i corpi decapitati di 40 bambini. La giornalista, anche lei presente sul posto, invece di verificare, “spara” la notizia alla tv i24 news con il seguente commento: “I palestinesi sono degli animali, ma questo già lo sapevamo”. La notizia viene ripresa dalla CNN e a ruota da tutti i media del mondo, arrivando a miliardi di persone. Scoppia l’indignazione “I palestinesi vanno puniti. Hanno fatto bene a bombardarli” dicono.
La giornalista della CNN, Sara Snider, che ha dato la notizia in diretta, poi si è scusata quando oramai la frittata era stata già fatta. Ha scritto sul social “X”: “ieri l’ufficio del Primo Ministro israeliano ha detto, mentre ero in diretta, che è stata confermata la decapitazione di bambini e ragazzi. Il governo israeliano adesso dice che NON PUO’ confermare che bambini dei bambini siano stati decapitati. Dovevo essere più attenta con le parole e me ne scuso”. Ma ci domandiamo quando i giornalisti ed i commentatori tuttologhi italiani si scuseranno delle nefandezze pronunciate?
Passano ore e ore ma molti giornalisti non pensano affatto di andare a verificare. Si deve riconoscere a Jeremy Bowen, della BBC, il merito di non aver bevuto la bufala. Si è recato subito sul luogo della strage e ha fatto da lì un servizio inappuntabile nel quale non ha fatto menzione alle decapitazioni. Un giovane giornalista israeliano, Oren Ziv, twitta timidamente (in sintesi) “Guardate che anch’io sono sul posto, non ho visto bambini decapitati. Qui i soldati e gli ufficiali dell’esercito non sanno nulla”.
Gli sciacalli della politica ed in testa il presidente USA Biden (in campagna elettorale) va giù duro ed afferma addirittura di aver visto le foto dei bambini decapitati:
La Casa Bianca poi ha dovuto ritrattare correggendo il tiro. A New York e altre città USA scendono in piazza per chiedere un genocidio, in India chiedono al proprio governo di intervenire militarmente in Palestina. In Italia, cani rabbiosi della politica e dei media di destra e di centro chiedono allegramente la un’invasione di terra, di fargliela pagare ai palestinesi.
Intanto veri giornalisti israeliani, come quelli di Haaretz e altri, pretendono le prove, pressano insistentemente lo stato maggiore dell’esercito che comunica di non avere elementi a riguardo. Intervistano il soldato David Ben Zion che ora dichiara di non aver visto personalmente i corpi decapitati ma che gli è stato riferito da alcuni commilitoni a lui sconosciuti. Scoprono che il soldato è un fanatico estremista di destra, fomentatore d’odio che da anni incita, anche sui social, allo sterminio dei palestinesi.
Il danno è oramai irreparabile. Come se non bastasse l’avvio del genocidio interno, si registrano numerosi casi di aggressioni a palestinesi residenti in occidente (un ragazzo di 14 anni di origine araba in una scuola tedesca è stato schiaffeggiato dal suo professore per il semplice fatto di aver portato sulla spalla la bandiera palestinese), mentre i media italiani continuano senza pudore a dare la notizia farlocca omettendo di rettificarla. Anzi un sito di un quotidiano importante ha definito la smentita dell’esercito israeliano come una bufala. Per non parlare dei leoni da tastiera che si sono sbizzarriti a sparlare di SOLUZIONE FINALE.
Tutto questo non diminuisce la gravità del massacro dei civili israeliani e la conseguente carneficina ancora in corso contro la popolazione di Gaza, ma serve a chiarire il ruolo della propaganda nella guerra e soprattutto la gravità del compito del giornalismo, che quando viene messo in mani sporche di razzismo, fa danni e si rende uno strumento per orientare l’opinione pubblica verso intenti di vendetta criminale. Sono già avvenuti eventi simili raccontati con le bufale. Goebbels docet.
Fermare il massacro contro il popolo palestinese. Palestina libera!