Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno IV/n. 292 (1179)

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Le notizie:

Fake news
Anche noi siamo caduti vittima di una fake news, costruita ad arte. WSJ non ha scritto che la bomba della strage dell’ospedale di Gaza “è di tipo MK-84 di fabbricazione statunitense”, come abbiamo riferito ieri.

Ci scusiamo con i lettori e con la redazione di WSJ. I dettagli dell’operazione fake news li trovate Qui.

Editoriale

Netanyahu ed i suoi generali hanno il naso lungo, come Pinocchio. Si arrampicano – loro ed i loro sostenitori – a fare congetture che adesso si chiamano fact-checking, per dimostrare che il razzo che ha ucciso 500 persone, nell’atrio dell’ospedale Al-Ahli a Gaza, è palestinese, della Jihad Islamica, e non israeliano. Analisi delle immagini che non dimostrano nulla, anche perché ci sono altre analisi come quelle fatte da Al-Jazeera che giungono a conclusioni opposte.

Se Hamas e Jihad islamica avessero razzi di questa potenza, perché non le hanno mai usate prima contro obiettivi israeliani? La responsabilità di questo crimine ricade tutta sul governo e l’esercito israeliani, che sono responsabili del genocidio in corso. Non solo loro, ma anche coloro che li hanno foraggiati di armi e incoraggiati ad andare avanti nella vendetta contro un intero popolo. Questa guerra non è tra Israele e Hamas, ma è un’aggressione contro la popolazione civile di Gaza. Le distruzioni sono quotidiane e sotto gli occhi di tutti: palazzi che vengono sbriciolati come scatole di biscotti con tutta la gente dentro. Nessuna potenza che si allarmi e dica ai governanti israeliani, eccitati dalla superiorità di fuoco, di fermarsi. Una vergogna per l’umanità!

Genocidio a Gaza

Incessanti bombardamenti israeliani su tutta la Striscia di Gaza. I morti nelle ultime 24 ore hanno superato i 326 persone, tutti civili. Case distrutte, palazzi rasi al suolo, mercati bersagliati e file per il pane davanti ai panifici: sono tutti obiettivi leciti per la retorica guerrafondaia del governo Netanyahu. Uno dei razzi israeliani è caduto nei pressi della chiesa ortodossa di Gaza, Chiesa di San Porfirio, e ha fatto crollare il tetto di uno degli edifici causando la morte di un bambino sfollato che aveva cercato con la famiglia riparo al suo interno. Sotto le macerie ci sarebbero altre vittime. L’episcopato greco-ortodosso di Gaza ha lanciato un appello “per salvare una delle più antiche chiese nel mondo, risalente a 1600 anni fa, che si è trasformata in un rifugio per la gente di Gaza, cristiani e musulmani senza distinzione”.

Hamas ha annunciato di aver lanciato contro il territorio israeliano 30 razzi. Non si hanno notizie di vittime causate da questi lanci di obici che cadono per lo più in aree libere o vengono intercettati e distrutti in cielo dal sistema di difesa israeliano.

L’esercito di Tel Aviv ha dichiarato che sono stati completati i preparativi per l’offensiva di terra e si attende soltanto il via libera del governo. Sarà un’altra carneficina.

L’ingresso dei soccorsi doveva avviarsi oggi dal valico di Rafah, ma è stato rinviato a domani a causa dei continui bombardamenti israeliani sulla strada di collegamento tra il territorio egiziano e Gaza City.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Un’altra carneficina compiuta dall’esercito israeliano nel campo di Ain Shams, a Tulkarem, in Cisgiordania. 9 giovani sono stati assassinati in un rastrellamento compiuto ieri. Negli scontri è rimasto ucciso anche un militare israeliano in abiti civili che si era introdotto in avanscoperta. Altri nove soldati sono rimasti feriti dall’esplosione di una mina al passaggio del loro mezzo. La zona è stata dichiarata chiusa e completamente circondata dall’esercito. Rastrellamenti sono stati compiuti in diverse altre città come Nablus, Jenin e la periferia di Ramallah.

Libano

Il movimento Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato razzi contro basi militari israeliane nella zona centrale del fronte, causando la distruzione di un carro armato e diverse strutture di comunicazione e della rete elettrica. L’esercito israeliano ha risposto con il lancio di artiglieria e con i caccia. Bombardamenti israeliani hanno colpito diversi villaggi nel Libano meridionale. Il fronte libano-israeliano si sta scaldando un giorno dopo l’altro, ma nessuna delle due parti è interessata ad arrivare allo scontro diretto generalizzato. Hamas ha annunciato di aver lanciato a partire dal territorio libanese 30 razzi. Tel Aviv ha minacciato Hezbollah e il governo di Beirut di assumersi la responsabilità delle conseguenze.

Yemen

Una nave militare statunitense ha intercettato ed abbattuto razzi partiti dal territorio yemenita. È un’azione di disturbo da parte delle milizie Houthi, che però non riguarda obiettivi sul territorio israeliano. È ridicolo quanto asserito dai media di Tel Aviv sulla destinazione dei razzi al territorio israeliano. La distanza di 2500 km non è percorribile da nessuno dei razzi in possesso delle milizie yemenite.   

Egitto

Sabato si apre la Conferenza per Gaza convocata dal presidente Al-Sissi, per chiedere “un cessate il fuoco, far entrare gli aiuti e prospettare una soluzione di pace”. L’iniziativa egiziana è stata di fatto boicottata dall’UE (tranne Italia Grecia e Cipro) e da tutti i paesi membri permanenti dell’ONU. Secondo l’agenzia stampa pubblica, hanno assicurato la loro partecipazione i capi di Stato o di governo di Turchia, Qatar, Grecia, Emirati, Bahrein, Kuwait, Arabia Saudita, Iraq, Italia e Cipro, oltre al segretario generale dell’ONU. È un fallimento diplomatico che segna il tramonto del ruolo dell’Egitto sulla scena mediorientale. Il Cairo teme il piano israeliano, più volte proclamato in passato, di una pulizia etnica a Gaza, con la cacciata dei palestinesi in Sinai.

Solidarietà con Gaza

Si sono svolte ieri manifestazioni milionarie in Algeria, Giordania, Libia, Yemen, Libano e Iraq. Altre manifestazioni si sono avute in Malesia, Indonesia e Pakistan con prese di posizioni governative a sostegno delle popolazioni di Gaza da parte di questi paesi a maggioranza musulmana.  Cessate il fuoco, ingresso degli aiuti e una soluzione politici giusta per la questione palestinese sono le parole d’ordine in queste mobilitazioni. In Francia, il divieto di manifestare a favore della Palestina, deciso dal ministro dell’Interno, è stato dichiarato anticostituzionale dal Consiglio di Stato in seguito al ricorso di un Comitato di solidarietà.

Cultura

Tre festival culturali arabi di un certo rilievo hanno deciso di sospendere le loro edizioni per il 2023 in solidarietà con il popolo palestinese a Gaza. Il ministero della cultura tunisino ha deciso di annullare il Festival del Cinema di Cartagine, che doveva aprire i battenti il 28 ottobre.

Anche in Egitto è stato deciso il rinvio di due festival culturali, uno è El Jouna Festival, che doveva iniziare lo scorso 12 ottobre, rinviato per due settimane e poi è stata annunciata la sospensione definitiva. La direzione del festival ha donato 5 milioni di lire egiziane (39 mila dollari) “da destinare in aiuti alla popolazione duramente colpita in questi giorni drammatici”. Il Festival del cinema del Cairo ha subito la stessa decisione, “in solidarietà con la popolazione di Gaza sotto attacco”.

Notizie dal Mondo

Sono passati 19 mesi e 25 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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