In ricordo di Sergio Staino

di Farid Adly

lo storico vignettista de L’Unità aveva 83 anni. Era l’inventore del personaggio Bobo

Addio a Sergio Staino. Lo storico vignettista de L’Unità è morto a 83 anni. Staino era malato dal novembre 2022 ed era ricoverato da qualche giorno per un aggravamento delle sue condizioni.

Nato e cresciuto a Piancastagnaio, in provincia di Siena, Staino si era laureato in Architettura e aveva insegnato educazione tecnica nei licei della Toscana prima di dedicarsi al mondo dei fumetti e del giornalismo. Padre del personaggio Bobo, molto somigliante a Umberto Eco (al quale era dichiaratamente ispirato), Staino debutta su Linus nel 1979, poi comincia a collaborare con Il Messaggero e L’Unità. Ha curato Emme, supplemento settimanale satirico del quotidiano fondato da Antonio Gramsci.

De L’Unità Staino sarà anche uno degli ultimi direttori, fino al 2017 quando il giornale sospende le pubblicazioni. In seguito ha collaborato anche con La Stampa, Avvenire e il Riformista. Negli anni ’80 ha fondato e diretto il settimanale satirico Tango, che poi era diventato un programma per la Rai (Teletango).

L’ho conosciuto alla fine degli anni Settanta proprio nella redazione di Linus. Conservo da qualche parte nel mio archivio le sue vignette che corredavano la mia rubrica di Multiculturalità sul mensile. E poi la sua nota ironica alla mia presentazione dal palco della Festa di Rp, ha suggellato un rapporto di amicizia che è durato decenni.

Quando è salito alla direzione dell’Unità mi ha chiesto un articolo sugli accordi Italia Libia e il mio giudizio molto critico all’operato del ministro dell’Interno Pd di allora, Minniti, è finito in prima pagina, con il titolo: “Il cattivismo non è di sinistra”. Un direttore controcorrente.

Un disegnatore satirico molto generoso. Ha donato sue tavole per sostenere le cause degli ultimi, tra le quali quella per i sostegno delle adozioni dei bambini di Gaza e recentemente abbiamo messo all’asta un suo disegni per finanziare Anbamed.

Abbiamo perso un amico affettuoso, ironico e profondo.

Le mie condoglianze e di tutta la redazione di Anbamed a Bruna, ai figli Michele e Ilaria, a tutti quelli che gli hanno voluto bene.

Che sia lieve la terra che l’accoglierà!